Viene annunciata come la forma di protesta più dura degli ultimi mesi, quella in programma stamattina – e che minaccia di proseguire a oltranza – su iniziativa degli operatori «118» in servizio presso le postazioni del capoluogo (ospedale D'Avanzo, ospedale Santa Maria Bambina, distretti Asl "macchia gialla" e "villaggio artigiani").Oltre 50 operatori sfileranno in corteo da piazza Volontari della pace a piazza Libertà, lasciando in servizio una sola ambulanza a copertura della città – anche se ovviamente resteranno tutti reperibili e a disposizione della centrale operativa – e dimostrando sotto la sede dell'Azienda sanitaria provinciale. «Contro il blocco dei bandi da parte dell'Asl Foggia – sostiene Alessandro Caione, componente del Comitato operatori – perché molti di noi, se non proprio la maggior parte, hanno maturato anzianità ed esperienze che adesso non vengono prese in considerazione dall'ente. Che invece, almeno secondo noi, avrebbe tutti gli strumenti di legge per poterlo fare. Per fare cosa? Per metterci a posto». Nocciolo della questione sempre lo stesso, 1'integrazione del personale in servizio – in modo precario – da quasi 5 anni. Da quell'1 aprile 2003, giorno dell'entrata in funzione del «118» anche in Capitanata. Da allora i numeri macinati dal servizio sono quasi imbarazzanti: oltre 2mila chiamate al mese, contatti e talvolta salvataggi via telefono, interventi in ambulanza su e giù per una provincia praticamente sterminata. Tutto facendo affidamento sugli appalti che le allora Asl Fgl, Fg2 e Fg3 avevano affidato a cooperative sociali, associazioni di volontariato ed enti no-profit. Adesso, a distanza di qualche tempo, inevitabilmente i nodi stanno vendendo al pettine: ma ovviamente sulla pelle dei lavoratori. «Che in tutto questo tempo – aggiunge Caione – hanno regolarmente svolto il proprio ruolo, senza mai badare a orari turni e altri impegni. Adesso però tutto questo non basta più, i bandi e le assunzioni mettono a rischio il nostro futuro. Per questo protestiamo, perché quello che abbiamo fatto fino ad oggi rischia di essere spazzato via con un colpo di spugna». La protesta rischia di andare avanti a oltranza, a meno che gli operatori delle postazioni foggiane non vengano ricevuti dal commissario straordinario dell'Asl Foggia Donato Troiano. Il quale, pur ribadendo le difficoltà di manovra riscontrate nell'ambito dell'attuale normativa, si è detto «ben disposto a risolvere la questione degli operatori del servizio territoriale di emergenza urgenza anche con la costituzione di una società specifica con capitale pubblico». Ma sul piano formale, lo scorporo dell'Asl Foggia – in un altro ente che possa prendere decisioni in nome e per conto dell'azienda sanitaria – appare piuttosto improbabile.