La calma dopo la bufera, ammesso che di calma si possa parlare. Gli operatori del «118» escono da questa due giorni di manifestazioni – la prima inscenata a inizio settimana da quelli impiegati presso le postazioni dell'ex Asl Fgl, la seconda organizzata ieri mattina da quelli che lavorano presso le postazioni soccorso del capoluogo – abbastanza forti da poter istituzionalizzare la loro vertenza.Il caso adesso c'è, esite. E 1'Asl Foggia sa perfettamente che prima o poi bisognerà mettervi riparo. La questione resta la solita. Trasformare la passione e l'impegno – originariamente fornito come volontari – di centinaia di persone in un vero e proprio posto di lavoro, in una occupazione stabile, fissa e durattura. Per questo una cinquantina di operatori hanno manifestato lungo la città, fino ad arrivare in piazza Libertà sotto la sede dell'Azienda sanitaria provinciale, invocando a grande voce la tutela dei loro diritti. «Una voce impossibile da ignorare – sostiene il commissario straordinario dell'Asl Foggia, Donato Troiano – perché queste persone hanno fornito il loro contributo in maniera continuata e professionale senza mai sollevare rimostranze o problemi,
adesso è giusto che pensino al loro futuro». Già, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo la legge. Anzi, la burocrazia. Che almeno in linea teorica impedirebbe all'Asl Foggia di muoversi nell'ambito di una normativa ingabbiata e immobile, ma che sul piano pratico si sta cercando di scardinare. «I prossimi passi saranno questi – argomenta Troiano -. La constatazione sul piano normativo che quel che abbiamo in mente si possa realizzare. Poi la constatazione che sul piano finanziario sia attuabile, infine il passaggio alle vie di fatto con la piena operatività del nuovo organismo». In sita tesi 1'Asl sta pensando alla costituzione di una società ex novo, un organismo che si occupi di tutte le istanze dei lavoratori: di quelli che non sarebbero d'accordo con la pubblicazione dei bandi di gara per l'assegnazione della gestione delle postazioni di soccorso, di quelli che invece sarebbero d'accordo e che invece sperano nella diretta assunzione da parte delle cooperative che dovrebbero costituire. «Una varietà di interessi che potrebbero confluire in questa nuova società – aggiunge Troiano – nella speranza innanzi tutto che sia possibile costituirla, e che in secondo luogo ci siano le possibilità per assumere tutti». Perché nocciolo della questione resta il lavoro, garantirlo a tutti e per più tempo possibile. Indeterminato, qualora ve ne fosse la possibilità.