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Incidenti sul lavoro, via libera al testo

Niente galera per chi adegua l'azienda  Il provvedimento passa ora alle commissioni parlamentari per il parere e poi tornerà in Consiglio dei Ministri. Lo schema di dlgs dovrà ricevere il parere anche della Conferenza Stato-regioni.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il provvedimento passa ora alle commissioni parlamentari per il parere e poi tornerà in Consiglio dei Ministri.
Lo schema di dlgs dovrà ricevere il parere anche della Conferenza Stato-regioni.
LE NOVITA'
Queste le principali novità:
– SANZIONI. Arresto da quattro a otto mesi o ammenda da 5.000 a 15.000 euro per il datore di lavoro che non ottempera ai suoi obblighi (valutazione dei rischi ed elaborazione del documento conseguente, designazione del responsabile della prevenzione). Ammenda o, nei casi più gravi, arresto anche per il medico dell’impresa e per progettisti, fabbricanti, fornitori e installatori i cui impianti non risultino a norma. I responsabili delle aziende dove si svolgono attività particolarmente pericolose, che non redigano il documento di valutazione del rischio, sono puniti solo con l’arresto. Per tutte le altre aziende, in caso di assenza del documento, scattano sanzioni che vanno dall’ammenda fino all’arresto.
– INCIDENTI MORTALI. In caso di colpa dell’azienda in un incidente grave con feriti o morti, vengono applicati ai responsabili sanzioni amministrative fino a 1.500.000 euro e la sospensione dell’attività. Scattano inoltre l’interdizione alla collaborazione con le P.A. e alla partecipazioni ai pubblici appalti e gare d’asta, nonchè le relative imputazioni penali.
– SOSPENSIONE DELL'ATTIVITA'. Gli ispettori possono disporre, in caso di violazioni gravi, la sospensione dell’attività imprenditoriale. In particolare questo provvedimento scatta quando in un’azienda risultino in nero oltre il 20% dei lavoratori, vengano violate ripetutamente le misure di riposo o si riscontrino violazioni che espongono i lavoratori al rischio di caduta dall’alto, seppellimento, folgoramento, incendio, amianto. La sospensione termina con la regolarizzazione dei lavoratori in nero e l’eliminazione delle situazioni di rischio. E il datore di lavoro che non ottempera al provvedimento di sospensione è punito con l’arresto fino ad un anno.
– APPALTI. Il committente di appalti e sub appalti risponde di tutti gli incidenti che avvengono nei diversi cantieri o siti che coinvolgano i lavoratori delle ditte appaltatrici. Viene inoltre vietato il massimo ribasso nelle gare di appalto della p.a.
– SORVEGLIANZA SANITARIA. Viene istituito un libretto sanitario e di rischio personale per ogni lavoratore che lo seguirà per l’intera vita lavorativa, anche quando cambierà lavoro o mansione.
– RLS. Nascono i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. I delegati vengono eletti in tutte le aziende a prescindere dal numero dei dipendenti delle stesse. I RLS accedono a tutti i luoghi di lavoro e vengono consultati nella redazione del documento di valutazione dei rischi.
– FONDI. Per finanziare le attività di prevenzione e dare sostegno alle piccole e medie imprese verranno utilizzati i proventi delle sanzioni pecuniarie comminate alle imprese fuori legge.

SINDACATI: AUMENTA TUTELA LAVORATORI
Nel decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro «cresce complessivamente la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici con una più puntuale valutazione dei rischi sia specifici che negli appalti, si ha il rafforzamento della informazione e formazione dei lavoratori, il potenziamento delle loro figure di rappresentanza in materia di salute e sicurezza e la generalizzazione dei rappresentanti territoriali per la sicurezza». È il commento dei tre segretari confederali Cgil, Cisl e Uil, Paola Agnello Modica, Renzo Bellini e Paolo Carcassi, che nel dare una valutazione positiva del provvedimento osservano che l’impianto «dà ordine e coordinamento alle competenze e responsabilità ai vari livelli, anche in direzione di una più efficace vigilanza sul rispetto delle norme nei luoghi di lavoro». Le sanzioni, aggiungono i tre dirigenti sindacali, «sono state semplificate e riproporzionate dal Governo e devono mantenere comunque un essenziale ruolo deterrente».
E' fondamentale sottolineare, proseguono Modica, Bellini e Carcassi, «i rilevanti elementi di qualità, presenti nella riforma, che dovranno vedere il massimo impegno perchè le Commissioni Parlamentari esprimano rapidamente i loro pareri e si abbia quindi la possibilità di emanare il decreto entro la corrente legislatura, scongiurando il decadere della delega».
Cgil, Cisl e Uil sono convinti che questa legge darà un contributo sensibile a tutelare meglio l’integrità e la vita di chi lavora.

MONTEZEMOLO: «INASPRENDO LE PENE E BASTA NON SI SALVANO VITE
ROMA – Non è inasprendo le pene per le aziende che si eliminano i morti sul lavoro. È un Luca Cordero di Montezemolo estremamente determinato quello che – dal palco della Giornata della Ricerca e dell’Innovazione – sfoga il suo rammarico per l’approvazione del decreto sulla sicurezza sul lavoro e per la campagna anti-imprese che in questi giorni si è sviluppata. Una campagna che considera ingiusta e strumentale.
«Inasprendo le pene e basta – afferma – non si salvano vite. Vite preziose, che noi consideriamo il primo valore in azienda. mentre invece – prosegue riferendosi alle misure che contemporaneamente stanno ottenendo l’ok del CdM – si stà facendo largo, non si capisce perchè con tanta fretta, un provvedimento centrato su un fortissimo inasprimento delle sanzioni e che dedica poco o nulla alla prevenzione», che insieme alla formazione «è l’unica strada per ridurre davvero i rischi». Da mesi – ricorda – Confindustria chiede di utilizzare quel miliardo e mezzo che stà nelle casse dell’Inail «per programmi diffusi, concreti, nelle imprese per la sicurezza». Ma «ci è stato detto di no». Con il decreto sicurezza quindi «non c'è chiarezza sulle regole», si fa «demagogia, si rende difficile l’attività delle imprese serie, ma si rischia di non salvare una vita in più, che noi imprenditori consideriamo il primo valore da tutelare».
Per il numero uno di viale dell’Astronomia invece, occorrerebbero «più formazione, più prevenzione, più cultura della sicurezza», perchè «le imprese, quelle sane, vanno supportate, accompagnate verso livelli di sicurezza sempre più elevati» e «non devono essere minacciate». Si deve piuttosto «contrastare davvero l’economia nera e sommersa, illegale, quella dove si concentrano i rischi». Con «controlli severi, magari improvvisi». Una lettura, quella di Confindustria, condivisa dalle altre associazioni datoriali (Abi, Ania, Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Lega delle Cooperative), che parlano di «intervento di natura punitiva».