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Riesumazione Padre Pio, il giudice si riserva

Il giudice  Giuseppe Placentino si è riservato di accettare o meno il ricorso inoltrato dall’Associazione “Pro Padre Pio, l’uomo della Sofferenza”, rappresentata dall’avvocato Francesco Traversi di Torino, presidente della stessa associazione, che aveva presentato istanza di sequestro preventivo della cripta nella  quale è custodita la tomba. 
Secondo Traversi, la riesumazione del santo è un atto di vilipendio del corpo e di violazione del sepolcro, due reati contemplati nel codice penale: “Padre Pio chiedeva di poter riposare in un tranquillo cantuccio, non in una teca, esposto a chiunque”. Assolutamente contrari gli avvocati Franco Lozupone (che difende Mons. Domenico D’Ambrosio) e Lazzarino Fini (legale dei frati Francesco Colacelli e Carlos M. Laborde): “Non c’è alcuna rilevanza penale – dicono – poiché la riesumazione è un atto che avviene con qualsiasi defunto, anche con i parenti prossimi, ed è un atto d’amore. Con l’atteggiamento dell’associazione Pro Padre Pio – controbattono gli avvocati – si fa cattiva propaganda della memoria del santo”