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Elezioni, da domani la presentazione delle liste

In corsa, oltre a tutti gli uscenti, anche Angelo cera e Paolo Agostinacchio. Fuori gioco, a quanto pare, Gianni Mongiello
Da domani mattina a lunedì sera i partiti ed i movimenti politici dovranno depositare le liste dei candidati. Ultime limature alle liste, anche se ormai il più è fatto. La Sinistra Arcobaleno avrà come capolista alla Camera il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, seguito dal segretario regionale di Rifondazione Nicola Fratoianni. Al Senato Sinistra Arcobaleno investe su Pietro Folena, mentre il Pdl schiera l'ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone. Alla Camera i primi quattro posti della lista del Popolo della Libertà sono riservati a Berlusconi, Fini, Fitto e Mantovano. In posizione utile per la rielezione i parlamentari uscenti Antonio Leone – che potrebbe essere il primo capogruppo del PdL alla Camera, e Antonio Pepe, che corre anche come candidato alla presidenza della Provincia. La lista del PD alla Camera vedrà il ritorno in Puglia di Massimo D'Alema, seguito da Margherita Mastromauro, Gero Grassi e Michele Bordo. Al senato il PD riserva la pole position al Ministro all'agricoltura Paolo De Castro. Dopo di lui il senatore Nicola Latorre, il magistrato-scrittore Gianrico Carofiglio e la foggiana Colomba Mongiello. L'Udc pugliese scommette su Angelo Cera, numero due alla Camera, mentre resta da confermare la voce di una candidatura della lucerina Barbara Matera nel partito del Cavaliere. Lello Di Gioia sarà il capolista del partito socialista in Puglia, mentre Paolo Agostinacchio lo sarà per la destra di Storace. Tra gli altri foggiani in corsa per un posto in Parlamento anche Vladimir Luxuria, candidata della sinistra Arcobaleno in Sicilia, in ticket con Rosa Borsellino. Gianni Mongiello, infine, sembra che salterà un giro. Fino ad ora, infatti, nessun partito sembra avergli offerto una candidatura. Ma non è detta l'ultima parola. L'attuale sottosegretario all'agricoltura è uomo dalle mille risorse, abituato a cadere e rialzarsi, attraversando imperterrito la prima e la seconda Repubblica.