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«E’ reato dare del ciarlatano al sindaco»

Lo sottolienea la Cassazione che ha condannato alla multa per diffamazione aggravata Donato S., che aveva distribuito dei volantini offensivi del sindaco di Villa Castelli, un paese del Brindisino.

 Attenzione, specie durante la campagna elettorale per le amministrative, a non trascendere con espressioni scorrette nei confronti dei sindaci uscenti perchè anche se l’intenzione è quella di criticare l’operato dell’uomo pubblico c'è sempre il rischio di esprimere solo «disprezzo» per l’avversario incappando nella condanna per diffamazione. Lo sottolinea la Cassazione con la sentenza 10732 della Quinta sezione penale.
Con questa decisione la Cassazione ha condannato alla multa per diffamazione aggravata Donato S., che aveva distribuito dei volantini offensivi del sindaco di Villa Castelli, un paese del Brindisino. Le espressione usate – «miserabile ciarlatano, fanatico del potere, mestierante della politica, immorale presenza politica» – anche se non altamente offensive sono state ritenute dagli ermellini «vere e proprie contumelie scorrette e volgari» anche perchè accompagnate da avverbi come «ignobilmente e viscidamente». In questo modo il contenuto dei volantini «anche se in un contesto di critica all’operato dell’uomo politico, finivano per essere notazioni di mero disprezzo della persona avversaria, come tali non compatibili» con un corretto esercizio del diritto di critica. Così la Cassazione ha confermato la condanna emessa dalla Corte d’appello di Lecce, il 4 aprile 2007.