La famiglia Martucci, che è proprietaria dell'abbazia di Kalena, ha accettato di eseguire le misure di "conservazione del complesso monastico", imposte dalla Direzione regionale dei Beni cuturali. Si spera adesso che, con questo primo significativo passo, possa avviarsi quel percorso tanto auspicato, perchè l'abbazia benedettina torni ad essere patrimonio condiviso di una comunità che, in tutti questi anni, si è battuta perchè all'antica abbazia benedettina fosse ridata dignità.Nei giorni scorsi Ruggero Martines, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia, ha riunito i proprietari dell'abbazia di S. Maria di Kàlena, appunto gli eredi Martucci, il sindaco di Peschici Francesco Tavaglione e il soprintendente Attilio Maurano per notificare loro le misure di conservazione "obbligate" del bene culturale che, ricordiamo si trova nella piana di Peschici. Per la famiglia Martucci erano presenti i fratelli Vincenzo e Francesco, con piena delega anche delle sorelle Maria e Annalisa, comproprietarie di Kàlena. Un incontro utile, con risultati concreti e anche non preventivabili. I Martucci hanno accettato di procedere autonomamente ai lavori di consolidamento del monumento, la cui storia inizia nel '72. E' pur vero che, in un certo senso, i proprietari sono stati costretti, in quanto che nel caso di un loro tentennamento o, peggiore ancora, di un rifiuto, sarebbe intervenuto l'organo di vigilanza pugliese che avrebbe proceduto con i lavori coatti diretti dalla Soprintendenza stessa. La disponibilità dei Martucci, senz'ombra di dubbio è apprezzabile perchè apre una nuova "stagione", nel senso che, d'ora in poi, sarà possibile un confronto diretto e valutare il da farsi, insieme ad istituzioni e a quanti, in tutti questi anni (e lo stanno facendo ancora) hanno richiamato in modo "forte" coloro che, a vario titolo, avevano fatto sì che sul recupero dell'abbazia ci fosse una mobilitazione generale. I prossimi passi. A breve, la famiglia proprietaria dovrà presentare un progetto esecutivo, per permettere all'organo di vigilanza di esercitare il necessario controllo sulla congruità dei lavori in corso. La famiglia Martucci è stata anche informata, in modo ufficiale, che per il restauro dell'abbazia Kàlena sono disponibili cinquecentomila euro inviati alla Soprintendenza pugliese direttamente dall'ex ministro Francesco Rutelli. A proposito di risorse finanziarie, c'è una sorta di giallo, e riguarda una sorta di mistero sul primo finanziamento di trecentocinquantamila euro per Kàlena, stanziato, nel gennaio di tre anni fa, su interessamento dell'allora parlamentare, Domenico Spina Diana, dal ministero dell'Economia, nell'ambito delle misure volte alla tutela dei beni culturali ed assegnato al Comune di Peschici. Il ministero dei beni culturali, pur avendone chiesto notizie "agli enti competenti", non è stato mai informato della fine che questo finanziamento abbia fatto. Lo scorso anno l'on. Lello De Gioia presentò un'interrogazione al ministro dei Beni culturali. La risposta della direzione competente non chiarì proprio nulla, limitandosi a riportare una propria nota risalente al 2005 con la quale «richiedeva aggiornamenti sulla vicenda; in particolare, se la proprietà avesse predisposto il progetto delle opere di risanamento, consolidamento e restauro del bene, come in precedenza concordato con la Soprintendenza; se il vincolo diretto fosse stato esteso all'intero complesso; se il finanziamento di euro 350.000, da destinare al restauro del bene, nel frattempo concesso dal ministero dell'Economia a favore del Comune di Peschici, nell'ambito delle misure dirette alla tutela dei beni Culturali ed usufruibile nell'esercizio finanziario 2005/2007, dopo la presentazione del relativo progetto, fosse stato effettivamente impegnato allo scopo». A questo punto, è indispensabile che sulla vicenda venga fatta completa chiarezza.