Gli agricoltori, i conduttori, gli operatori del settore olivicolo del Gargano, ed in particolare modo quelli di Vico, registrano un quasi totale blocco delle vendite di olio d'oliva. con riflessi, pesantissimi, sulle famiglie e la loro economia. Di fronte al perdurare di questo grave, ed eccezionale, stallo nella commercializzazione del prodotto l'Amministrazione comunale, Assessorato all'Agricoltura ed Ambiente, intende ricercare e promuovere ogni azione,per uscire da questa situazione e venire incontro alle difficoltà del comparto.E' superfluo ricordare che buona parte dell'economia dei nostri paesi si concretizza proprio sul ricavato dall'olio di oliva e che, l'unica fonte di reddito per centinaia di famiglie garganiche, viene dalla commercializzazione del prodotto. Per tali ragioni, l'Assessorato all'agricoltura del Comune di Vico, ha promosso un incontro con la Confederazione Italiana Agricoltori, Federazione Coldiretti, Confagricoltura e Assessorato Provinciale all'Agricoltura, che si terrà nella sala consiliare del comune il giorno 3 aprile alle ore 10.00. "II mercato è bloccato non abbiamo venduto pochissimo di quanto prodotto quest'anno, e siamo già a fine campagna olearia- denuncia l'assessore all'agricoltura Roberto Budrago- In non capisco perché nessuno, soprattutto le associazioni di categoria, ci viene incontro, al contrario di quanto avviene con i problemi di latte e altri settori agricoli. Di questo passo si rischia un crack di tutto il sistema economico locale, che già di per sé è povero" evidenzia "I nostri paesi vivono per i199% di agricoltura, Vico in particolar modo, sulla vendita dell'olio. Io non riesco a capire quali siano le cause di questa sciagura né voglio dare colpe a nessuno, ma sono perplesso sul fatto che nessuno difende il territorio. Gli operatori olivicoli hanno anticipato i soldi della raccolta delle olive e si stanno preparando alla potatura e alla concimazione per la nuova stagione. II tutto senza vedere risultati economici". Lo sconforto tra i produttori vichesi è tanto e dilaga il pessimismo sul futuro. "Il mercato è crollato, ed è difficile recuperare questa situazione- racconta a l'Attacco Felice Fiorentino, proprietario dell'omonimo oleificio- abbiamo i prezzi come dieci anni fa, solo che i costi sono esorbitanti. La concorrenza con la Grecia e la Spagna ci ha spezzato le gambe. Lì c'è una produzione industriale di olive, noi invece offriamola qualità, ma il consumatore non ci premia e preferisce risparmiare. Noi abbiamo venduto solo 200 quintali di olio a fronte di una produzione di quattromila quintali. Abbiamo tutto nel magazzino". Fiorentino incalza "Non possiamo permetterci ci scendere sotto il prezzo ora proposto. II nostro olio vale 4.30 euro al litro e siamo ridotti a venderlo a 3.10 euro. Al di sotto di questa soglia non possiamo ascendere, altrimenti non riusciamo neanche a coprire i costi di produzione. Oltre a noi produttori stanno andando male anche i commercianti, che sono con l'acqua alla gola. Il mercato è morto. La colpa è delle tre grandi aziende che monopolizzano il mercato nazionale, che avvantaggiano l'olio spagnolo che costa solo 2.40 euro, e loro ci guadagnano di più". Fiorentino chiude analizzando il futuro." Vedo neo, perché è difficile mettere in atto le idee. Nella nostra zona non c'è spirito di volontà e collaborazione. E' incredibile che manchi un consorzio, ma purtroppo c'è una mentalità diffidente e c'è poca collaborazione. Sol0 l'istituzione di un consorzio potrebbe farci girare pagina. Purtroppo da Bari consentono di fare troppo 1'import di olii esteri, non tutelando i nostri interessi, che dovrebbero avere la precedenza". Molto pessimista anche Francesco Bulzachelli proprietario dell'omonimo azienda"Non è una situazione risolvibile, è un problema che coinvolge tutto il Mediterraneo. A dire la verità la Spagna è 40 anni avanti e noi. Hanno una produzione olivicola industriale. Per loro è un po' come sfornare le auto. Puntano sulla quantità, e sono capaci a fare contratti internazionali di lunga scadenza, che garantisce loro una certa solidità nella programmazione. E poi in Spagna c'è meno pressione fiscale e più aiuti rispetto a noi italiani" sottolinea "Gli spagnoli sono molto bravi a fare gruppo e coalizzarsi, cosa che per noi sul Gargano è un'utopia. Ne è l'esempio la vendita che viene effettuata esclusivamente a pareti e conoscenti e non si pensa a varcare i confini. Io da sempre propongo la partecipazione a fiere specialistiche per avere visibilità, ma nessuno, soprattutto le Istituzioni non mi ascoltano. Non sappiamo fare marketing, ci servono manager in gamba, che sappiano portare in ogni angolo del mondo la nostra terra. Per tutte queste ragioni dopo 40 anni di onorata carriera ho deciso di dire basta e mettere in vendita la mia azienda".
Matteo Palumbo
L’Attacco