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Ricominciano le ricerche di petrolio dell’Eni in 47 comuni pugliesi

A distanza di 23 anni saranno riavviate le attività di ricerca petrolifera in 47 comuni pugliesi (oltre 130 ettari), con un investimento pari a 22,6 milioni di euro, non a carico del Bilancio regionale. Lo ha reso noto l'Eni (Ente nazionale idrocarburi) che si occuperà della ricerca del petrolio, laddove era stata abbandonata nel 1985, con altre compagnie.La zona interessata è a cavallo tra Puglia e Lucania, i Comuni quelli Castellaneta e Ginosa (entrambi in provincia di Taranto) ma sono previste altre ricerche sul Torrente Celone (Foggia), Monte Carbone (una zona tra Laterza, Ginosa, Santeramo ed Altamura che copre le province di Taranto e Bari e si affaccia sul versante materano) e l'area di Massafra e Manduria, nel tarantino. Inoltre, le ricerche si estenderanno anche sulla costa jonica, su circa 31 ettari intorno alla foce del fiume Bradano. Per quanto concerne l'area pugliese, la richiesta (che è stata inviata alla Regione e positivamente accolta) riguarda l'acquisizione ed il tracciato delle linee sismiche e sulla base della loro rielaborazione l'ubicazione e il programma di perforazione del pozzo esplorativo (esito della Deliberazione di Giunta regionale del 12 febbraio scorso). La stessa area, dal 1959 al 1985, era stata interessata da un altro permesso di ricerca denominato 'Lago del Lupo' che però non ebbe esiti positivi: dopo la perforazione di 5 pozzi, furono rinvenute solo tracce di mineralizzazione a gas. Ma non ci si fermerà qui. Sarà perforato il suolo del Torrente Celone (a sei chilometri a sud della città di Foggia), a Monte Carbone, a cavallo tra le province di Bari, Taranto e Matera (si prevede, entro tre anni, lo scavo di un pozzo esplorativo di 4000 metri di profondità), i già citati Comuni di Massafra, Manduria, Ginosa, Laterza, Altamura e Santeramo, più altri 14 dell'area occidentale della provincia di Taranto e 30 del versante orientale. L'eventuale scoperta di giacimenti può aprire nuovi scenari.