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Aeroporto – ADDIO AI SOGNI DI VOLARE DA AMENDOLA

Un decreto ministeriale classifica lo scalo militare di Foggia
come «main operating base ad uso pieno ed esclusivo militare»

Da tempo in Capitanata, ma soprattutto sul Gargano, per le speranze di aver un aeroporto funzionante si fa ogni tanto riferimento alla possibilità di usare per voli civili lo scalo militare di Amendola. La speranza è avvalorata di tanto in tanto da qualche atterraggio sporadico in occasioni particolari come l'arrivo di qualche personalità delle Istituzioni. Molti continuano a sognare di veder attivato lo scalo di Amendola per rendere possibile l’utilizzo almeno nei mesi di luglio ed agosto per l’atterraggio ad esempio di voli charter prettamente a scopo turistico. Purtroppo però quelle speranze hanno trovato un brusco stop lo scorso 25 gennaio. In quella data, infatti, con un decreto del ministero della Difesa ("Atto di indirizzo relativo agli aeroporti militari a doppio uso militare-civile) passato sotto silenzio, è stata messa la parola fine ad ogni possibilità di utilizzo a fini turistici dell’aeroporto di Amendola.  

 

Quel decreto (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 57 del 7 marzo 2008) classifica l’aeroporto di Amendola in categoria MOB (main operating base) ossia «ad uso pieno ed esclusivo militare su cui sono svolte le attività fondamentali dell’Aeronautica Militare che non possono essere riallocate pena il decadimento operativo della funzione assolta». Come dire che bisogna scordarsi i voli civili in quello scalo. Tanto per farsi un'idea di cosa significhi «ad uso pieno ed esclusivo militare» basta citare qualcuno degli altri dieci aeroporti militari italiani con i quali Amendola si trova assieme in categoria, ovvero Sigonella (Catania), Pratica di Mare (Roma), Gioia del Colle (Bari), Aviano (Pordenone), Ghedi (Brescia). Tutti siti ben noti per varie vicende avvenute nel corso degli anni sempre a carattere prettamente militare.
Vanno poi sfatate le banali similitudini di coloro che fanno sempre riferimento ai voli civili effettuati in aeroporti militari come quello di Rimini o di Vicenza, per sognarli per Amendola. In quel decreto, infatti, i succitati scali sono inclusi nell'ultima categoria, rispetto alla prima di cui fa parte Amendola. Non solo, si specifica che si tratta di «aeroporto militare la cui cessione è in programma o in corso e per il quale non sussiste l'interesse ad uso militare e ricorrono le condizioni per l'immediato cambio di status da aeroporto militare a civile, previa cessione delle attività militari ed il conferimento delle strutture e relativi servizi all'Aviazione civile». Più chiaro di così!