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Vieste, S. Maria una festa che sconvolge la quotidianità

Ogni festa patronale, almeno dalle nostre parti, mette nel cuore dei devoti una dose di attesa e di tensione, che prepara a vivere la festa stessa con maggiore partecipazione psicologica ed emotiva.
     Per i viestani è una vera e propria iniezione di adrenalina, che alza la pressione e sconvolge per la circostanza il modo di vivere normale. Se qualche cosa di storto non c’è, la si inventa per rendere il tutto più vibrante, più emozionante, più litigioso.
     Non pare festa se non c’ è una polemica intorno a cui accaldarsi, scapigliarsi, minacciare, discutere soprattutto contro il vescovo e contro i preti. É come mettere del peperoncino nella minestra. Ẻ inebriante. E così si alimenta l’attesa e la tensione. E la festa riesce meglio, perché ognuno si sente protagonista parlando, sparlando, criticando dicendo la propria idea fuori luogo e fuori contesto. Un fenomeno da psichiatrica sociale e religiosa.
     Quando rientreremo nei ranghi e torneremo a considerare la nostra festa patronale come gioia spirituale, una festa di fede, di cuori, come i nostri padri ce l’hanno tramandata dopo averla così vissuta?  I problemi della nostra vita relazionale, sociale, economica restano anche di questo periodo. Dedichiamoci a questi anche in questo periodo. Ne trarremo benefici. La festa patronale ci chiede un cuore aperto a Dio e ai fratelli, un momento di grande letizia che aiuti a risolvere meglio i problemi di ogni giorno e vivere la fede.
     Se ogni uomo di buonsenso mettesse a frutto la propria intelligenza, di questo periodo staremmo  a parlare della nostra festa patronale come di una occasione preziosa offerta  per vivere meglio. É questa la tradizione vera che abbiamo ricevuto, perché Maria, la madre di Gesù e la madre nostra, non divide mai e nessuno, bensì unisce e affratella laici e clero, laici e laici. Voglio proporvi di vivere così la nostra festa patronale.
     Bando ad ogni forma di polemica, come già qualcuno cerca di fare. Tu che dici di essere intelligente, e lo sei, rimanda al mittente ogni tentativo di inquietudine, di provocazione e guarda con serenità a Maria. Non permettere che il diavolo continui a metterci la sua coda velenosa che avvelena gli animi e rende inutile la festa, trasformandola sempre in una occasione di rissa e di malcontento
     Nel nostro mondo già ce ne sono troppi che amano litigare e spargere discordia e zizzania. Guarda la politica. Il mondo religioso è un altro: è Cristo, amore, pace, fraternità, concordia.
     Non mancano quelli che stanno lavorando per rendere bella, suggestiva, piacevole la nostra festa, inquadrandola nella giusta e santa tradizione degli antichi, che è dinamica di vita, che è poesia, è memoria storica irrinunciabile ma in cammino con l’uomo.
     Guardate negli occhi i vostri sacerdoti; non guardateli in cagnesco. Vi offrono ogni giorno la loro vita per la vostra gioia di vivere. E per questa festa si sono tutti mobilitati. Vogliamoli bene. Inauguriamo una cultura di rispetto e di fraterna collaborazione in occasione della nostra festa patronale.
     Buona S. Maria a tutti.
                        Sac. Giorgio Trotta