“E’ qui la festa?” Così chiedevano Raimondo Ursitti ed Antonio Tarquinio ritornando a Maglie per dare gli auguri a Raffaele Fitto che festeggiava la sua nomina da ministro. Il puer di Berlusconi però, non gli ha prestato attenzione. Ursitti è rimasto in un cantuccio, Tarquinio pensava che, infondo, nonostante tutto, era meglio mantenere cordiali rapporti.
Una festa successiva a Bari, sempre protagonista l’ex governatore della Regione, con tanti volti di un tempo, quelli anteriori al successo di Vendola del 2005. A quest’ultimo appuntamento ha preso parte Cecchino Damone, ispiratore della civica’La Capitanata prima di tutto, come la ‘Puglia prima di tutto di Fitto’, che non ha avuto, a livello di collocazione in giunta, la visibilità degna di un nome così prestigioso. "Non ci interessa il manuale Cencelli- dice il consigliere regionale- le rimostranze le ho fatte lealmente con il presidente in una pubblica trasmissione e in un documento, rispettiamo le scelte di Pepe". Ma il cruccio che il Gargano non sia rappresentato in giunta è forte: "II24luglio dello scorso anno, quando Peschici era in fiamme, tutti erano qui, ora, dopo le ferite, il Gargano è assente dall’esecutivo". Rocco Ruo da Carpino, Carmine D’Anelli di Rodi e De Vita di Vieste sono i consiglieri provinciali espressi dal promontorio del sole. A parte Stefano Pecorella, nessuno di loro entrerà nel parlamentino di palazzo Dogana: "Pecorella copre la rappresentatività di una parte del Gargano, che è invece assente da Vieste a Chieuti". Lungo l’autostrada A14, all’uscita di Poggio Imperiale, le macchine della provincia che milita in Forza Italia si sono date appuntamento per una riunione organizzata in poche ore. II luogo prescelto è Marina di Lesina, ristorante "La palazzina", dove, fra un piatto e l’altro, monta la protesta degli esclusi contro il coordinatore provinciale Carmelo Morra. Raffaele Vigilante derubrica la convention a "chiacchierata fra amici", Nino Matarante, dirigente azzurro di Lesina fa il padrone di casa vista la familiarità con il luogo prescelto, "baricentrico" rispetto alle provenienze. Ma da dove verranno? "Margherita, Cerignola, S. Paolo, Chieuti", risponde Mararante. E’ 1’ammutinamento della base contro Carmelo Morra, il segretario provinciale. "Vogliamo che sia commissariato, il partito non è una questione personale. Sono coordinatore di collegio dal 1998, bisogna smetterla di premiare solo gli amici o i figliocci del segretario. Ad uno lo si fa entrare in giunta e ad un altro gli si dà la vicepresidenza". I posti a sedere sono stabiliti fino ad un certo punto, il
numero dei partecipanti potrebbe superare le 200 persone". Invitato è Mimì Spina Diana, fra i relatori dell’incontro accanto a Nino Matarante. "Non abbiamo definito i dettagli di questa riunione- spiega l’ex parlamentare e sindaco – non so che importanza potrà avere". Chi invece dà una valenza precisa all’incontro è Lucio Tarquinio, inviperito per il siluramento di Ursitti e desideroso di cavalcare la protesta degli scontenti. Lo sa persino Morra che si trama contro di lui, una congiura "sgamata" prima di cominciare perché, evidentemente, la guerra è aperta. Ma l’hanno invitato? "Non penso proprio, ma quella di Lesina è una riunione che non ha alcuna valenza politica anche se partecipanò i regionali. Questa è la segreteria provinciale che ha dato la vittoria al centrodestra dopo 60 anni. O no?Abbiamo vinto o abbiamo perso alla Provincia?". Alla ricerca di ovvie conferme, Morra guarda con sufficienza le intese dei congiurati. "Alla vigilia della chiusura sulla giunta è normale che ci siano malcontenti, ma non c’era posto per tutti. In realtà è tanto tempo che non si vince". Dunque si sarebbe scatenato il putiferio perché l’astinenza da vittoria gioca brutti scherzi o, stando a quanto dice Damone "sì e scatenato il fuoco di S. Antonio". A metà tra la festa, la malattia ed il digiuno prolungato, Stefano Pecorella preferisce "i costrutti del dialogo, quelli forieri di dibattito e non giocati sulla strumentalizzazione di qualcuno contro altri. Non mi interessa far parte dei gladiatori delle diverse parti". Una filosofia chiara, certo lui non è stato invitato: "No comment su questo". A Serra Capriola il sindaco Camporeale compatta il collegio che include il suo paese, S. Paolo, Torremaggiore e Chieuti. La fronda qui prende la via istituzionale: "Sono quattro gli assessori della mia giunta ed altrettanti consiglieri che minacciano di auto-sospendersi dal partito, con l’aggiunta di Leonbruno di Alleanza nazionale". I rivoltosi vogliono stilare un documento da sottoporre alla segreteria regionale e nazionale mentre si allarga "la voglia di trasversalità- così la definisce Camporeale- sul Gargano". Dove ci sono gli scontenti di Damone, i voti di Nicandro Marinacci e la rabbia di Tarquinio che in quel di Lesina preparala controffensiva a Morra.
Paola Lucino
L’Attacco