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AUREA A FOGGIA – L’inaugurazione a San Giovanni Rotondo

Il buonsenso alla fine ha avuto la meglio. AUREA, la Borsa del Turismo Religioso e delle Aree protette nata a San Giovanni Rotondo, resterà in Capitanata e vedrà le prossime edizioni svolgersi nei padiglioni e negli spazi della Fiera di Foggia. Nella cittadina di S. Pio sarà comunque prevista l’inaugurazione della manifestazione, che quest’anno si svolgerà dal 20 al 22 novembre e taglierà il traguardo della sua quinta edizione.
 
Una scelta suggerita agli organizzatori, primo fra tutti il Cotup, oltre due anni fa all’indomani del secondo appuntamento di Aurea. Quando erano già emersi i limiti di una location suggestiva, ma chiaramente insufficiente alle potenzialità di un evento, che riguarda i viaggi di 14 milioni di pellegrini verso 2058 santuari italiani. Un fiume in piena che raggiunge i 35 milioni di visitatori, se oltre ai motivi devozionali si considerano quelli di natura culturale.
 
Un settore decisamente in crescita, quello dei pellegrinaggi, che aumenta del 20% all’anno. Un traffico di 40 milioni di presenze, che aveva spinto prima Napoli e la Campania e poi lo stesso capoluogo pugliese a provare a mettere il cappello sulla felice intuizione della Borsa del Turismo Religioso. Merito dell’Assessorato Regionale al Turismo e all’Industria alberghiera, delle autorità locali e dei soggetti economici di Capitanata, nonché della disponibilità della stessa Fiera di Foggia, se l’evento ha conservato la sua stretta relazione con la Daunia. Un territorio che, nel suo complesso, ora dovrà dimostrare di aver meritato e di saper ripagare la considerevole iniezione di fiducia ricevuta.
 
L’ostensione delle spoglie di S. Pio a San Giovanni Rotondo, oltre a consolidare la forza di una destinazione seconda in Italia solo a S. Pietro in Vaticano, darà nuovo vigore alla carica emozionale di un’incontenibile moltitudine di fedeli. L’occasione non va perduta, per tornare ad essere protagonisti attivi e principali dei propri destini. Pertanto, sono chiamati ad investire sul futuro non solo le istituzioni territoriali, ma le stesse diocesi pugliesi.
 
Attrattori come i santuari di San Giovanni Rotondo o Monte Sant’Angelo, possono diventare “pietra angolare” di sistema, nel rispetto di un’attenta e controllata catechesi, per una penetrazione capillare dei flussi anche verso i percorsi meno conosciuti dei santuari minori.
 
E’ tempo di pensare alle Diocesi di Puglia protagoniste propositive e regolatrici, nonché interlocutrici di riferimento, per i pellegrini in arrivo nella nostra regione e per i fedeli in partenza verso mete altrettanto suggestive. Penso alla nascita di un Tour Operator, come quelli a suo tempo costituiti dalle Diocesi lombarde o in Campania (Brevivet e Opera Campana Pontificia), capace di connotare offerta e servizi più in sintonia con il territorio, le tradizioni che lo identificano e le persone che lo animano. E di creare, nel contempo, una serie di opportunità finora inesplorate. Un modo anche per far fronte allo straripare di visite fugaci, lunghe solo il tempo di una preghiera.
 
Discutiamone in forma propositiva e proviamo a segnare il punto già a novembre a Foggia.
 
di Antonio V. Gelormini