Sembra rientrare la fronda anti Pepe ma il fuoco cova sotto la cenere e si sprecano le accuse al partito “verticistico”. Matarante&Co aspettano lumi dal ministro.
Sono i forzisti ribelli dell’era di Carmelo Morra che hanno scelto, l’altro ieri, un luogo informale per discutere di problemi interni e connessi alla giunta provinciale quasi al capolinea. Chi scenderà a Palazzo Dogana è in queste ore in via di definizione. Ora, dopo l’attacco forte e la volontà dichiarata di “commissariale” il coordinatore provinciale, la fronda pensa a Raffaele Fitto, prossimo referente delle lamentele azzurre. Si salta dalla provincia alla regione, da qualche parte ci sarà una soluzione alla mancanza di "visibilità" del partito. Gaetano Matarante, dirigente di Lesina, è stato uno degli organizzatori del summit in quel di Lesina. Ribadisce, dopo che i tavoli della Palazzina hanno riunito 25 comuni in fibrillazione, che "è stato quasi un mezzo congresso". Fanno leva sul numero degli iscritti e guardano al congresso di autunno: "Vogliamo un partito forte quando nascerà il Pdl". Forte sono forti, in giunta hanno in quota quattro assessori che, rispetto ad An, non sono niente male, diciamo che il Pdl è per tre quarti azzurro come, del resto, era stato fatto nella compilazione delle liste nonostante l’apertura di Carmelo Morra verso la componente finiana. La questione, però, è posta in altri termini. I frondisti, dopo che la notte è passata sulla cena, distinguono la giunta Pepe, verso cui "non faranno opposizione". Matarante dice: "Siamo uomini di partito e l’incontro non è stato fatto ad hoc per la giunta". Non si è visto nemmeno il documento contro il coordinatore, stanno aspettando. Una cosa la ribadiscono: "Forza Italia è un partito verticistica, articolo quinto, chi ci ha in mano vince". Il dirigente lesinese sigla la frase con un’espressione tipica del suo paese ed anticipa una posizione "oltranzista se continuerà la chiusura del partito". A pochi chilometri di distanza dal nodo autostradale che ha visto l’incontro forzista, il sindaco Camporeale di Serracapriola apre con una metafora: "Questo è un carro che cammina maluccio". Il carro è la Provincia che dovrebbe incamminarsi a breve. Nella convention guidata da Mimì Spina Diana, Lucio Tarquinio e Matarante l’argomento Gargano è stato oggetto di discussione: "Il promontorio non ha chiesto nulla ma siccome parliamo di rappresentatività del territorio abbiamo raggiunto un’intesa di massima: dove il territorio esprime un parlamentare o un consigliere regionale o provinciale il territorio ha già dato". Un altro criterio, ormai agli sgoccioli per la composizione del puzzle in provincia. Il sindaco di Peschici Domenico Vecera è in attesa, fino ad un certo punto. In tutto il Gargano la stagione è cominciata, gli operatori lavorano come lo scorso anno: "Continueremo da soli come abbiamo sempre fatto, credevamo di avere qualche diritto invece si rivolgono a noi solo quando serve e poi veniamo dimenticati. Noi abbiamo fatto le nostre mosse, una zona che produce Pil e che, la prossima volta, si adeguerà ". Anche Vecera ricorda che era stato fatto il nome di Spina Diana ma "nessuno è stato interpellato in modo convinto da Pepe". Il territorio è in subbuglio mentre si avvicina la data del 24 luglio, anniversario del tragico rogo, quando strillavano le sirene dei soccorsi, i bagnini salvavano i turisti e il "grande cuore del Gargano" faceva la retorica solita nelle parole della politica. "Dopo le ferite erano tutti qui hanno ammonito Manzionna Rosiello- ora ci hanno dimenticati.