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Provincia – Adesso sperano tutti in Raffaele Fitto (5)

Sembra rientrare la fronda anti Pepe ma il fuoco cova sotto la cenere e si sprecano le accuse al partito “verticistico”. Matarante&Co aspettano lumi dal ministro.
Sono i forzisti ribelli dell’e­ra di Carmelo Morra che hanno scelto, l’altro ieri, un luogo informale per discutere di pro­blemi interni e connessi alla giunta provinciale quasi al ca­polinea. Chi scenderà a Palazzo Dogana è in queste ore in via di definizione. Ora, dopo l’attacco forte e la volontà dichiarata di “commissariale” il coordinato­re provinciale, la fronda pensa a Raffaele Fitto, prossimo refe­rente delle lamentele azzurre. Si salta dalla provincia alla regio­ne, da qualche parte ci sarà una soluzione alla mancanza di "vi­sibilità" del partito. Gaetano Matarante, dirigente di Lesina, è stato uno degli organizzatori del summit in quel di Lesina. Riba­disce, dopo che i tavoli della Pa­lazzina hanno riunito 25 comu­ni in fibrillazione, che "è stato quasi un mezzo congresso". Fanno leva sul numero degli iscritti e guardano al congresso di autunno: "Vogliamo un parti­to forte quando nascerà il Pdl". Forte sono forti, in giunta hanno in quota quattro assessori che, rispetto ad An, non sono niente male, diciamo che il Pdl è per tre quarti azzurro come, del resto, era stato fatto nella compilazio­ne delle liste nonostante l’aper­tura di Carmelo Morra verso la componente finiana. La que­stione, però, è posta in altri ter­mini. I frondisti, dopo che la not­te è passata sulla cena, distin­guono la giunta Pepe, verso cui "non faranno opposizione". Matarante dice: "Siamo uomini di partito e l’incontro non è sta­to fatto ad hoc per la giunta". Non si è visto nemmeno il docu­mento contro il coordinatore, stanno aspettando. Una cosa la ribadiscono: "Forza Italia è un partito verticistica, articolo quinto, chi ci ha in mano vince". Il dirigente lesinese sigla la frase con un’espressione tipica del suo paese ed anticipa una posi­zione "oltranzista se continuerà la chiusura del partito". A pochi chilometri di distanza dal nodo autostradale che ha visto l’in­contro forzista, il sindaco Cam­poreale di Serracapriola apre con una metafora: "Questo è un carro che cammina maluccio". Il carro è la Provincia che dovreb­be incamminarsi a breve. Nella convention guidata da Mimì Spina Diana, Lucio Tarquinio e Matarante l’argomento Gargano è stato oggetto di discussione: "Il promontorio non ha chiesto nulla ma siccome parliamo di rappresentatività del territorio abbiamo raggiunto un’intesa di massima: dove il territorio esprime un parlamentare o un consigliere regionale o provin­ciale il territorio ha già dato". Un altro criterio, ormai agli sgoc­cioli per la composizione del puzzle in provincia. Il sindaco di Peschici Domenico Vecera è in attesa, fino ad un certo punto. In tutto il Gargano la stagione è co­minciata, gli operatori lavorano come lo scorso anno: "Conti­nueremo da soli come abbiamo sempre fatto, credevamo di ave­re qualche diritto invece si rivol­gono a noi solo quando serve e poi veniamo dimenticati. Noi abbiamo fatto le nostre mosse, una zona che produce Pil e che, la prossima volta, si adeguerà ". Anche Vecera ricorda che era stato fatto il nome di Spina Dia­na ma "nessuno è stato interpel­lato in modo convinto da Pepe". Il territorio è in subbuglio men­tre si avvicina la data del 24 lu­glio, anniversario del tragico ro­go, quando strillavano le sirene dei soccorsi, i bagnini salvavano i turisti e il "grande cuore del Gargano" faceva la retorica soli­ta nelle parole della politica. "Dopo le ferite erano tutti qui hanno ammonito Manzionna Rosiello- ora ci hanno dimenticati.