i dieci uomini del Presidente sono in giunta, al momento mancherebbe solo il nome per Alleanza Nazionale. Dopo il tira e molla e le polemiche pare che Pepe abbia chiuso. All’ambiente è stato piazzato Stefano Pecorella, Antonio Montanino ai servizi sociali, Gabriele Mazzone al personale, il sindaco di Carlantino Vito Guerrera ai Lavori Pubblici, Nicola Vascello al turismo, Billa Consiglio, cultura e scuola, Pasquale Pazienza alle attività produttive.
Ci sono i tecnici, gli uomini di partito, i docenti universitari, la quota del presidente. Corrado Magistro ha fatto un passo indietro perché Leo Di Gioia passasse più spedito. Pasquale Pazienza, dell’equipe di Filippo Reganati, si affianca al presidente dell’Apt in un tandem per il turismo. Billa Consiglio, foggiana, figlia di un avvocato molto noto del foro, è una riconferma su quanto già anticipato. Una delega pesante, quella ai lavori pubblici, per Vito Guerrera, il sindaco di Carlantino fortemente voluto dall’Udc. Leonardo Lallo, consulente di Carmelo Morra alla Comunità Montana, viene da S. Severo a rappresentare uno dei grandi centri che ha dato una mano nella vittoria del Pdl. Cerignola esce di scena, a meno di sensazionalisti dell’ultima ora, né De Monte, né D’Antonio, né Farina. Ci si sposta verso altri paesi per cercare la mediazione. Antonio Montanino è l’altro componente del Sub-Appenino e per lui è un ritorno a Palazzo Dogana. Leonardo Di Gioia va al bilancio, Stefano Pecorella, che pure in un primo momento sembra più orientato verso i lavori pubblici, alla fine va all’ambiente. Un’altra delega importante visto che, con il decentramento, – molto competenze in questa materia verranno trasferite dalla Regione agli enti intermedi. Strategica anche la formazione professionale. Un altro manfredoniano, Gabriele Mazzone, democristiano di lungo corso, va al personale. Come rappresentanza territoriale mancano alcuni grossi centri, il Gargano viene in qualche modo intercettato attraverso una figura di spicco del mondo universitario che è esperto di flussi turistici, Pasquale Pazienza. Intanto continuano le beghe fra i partiti ma il primo tassello importante è stato posto. L’intesa ancora da cercare per la giunta si limita, al momento, ad alcuni pezzi di An, mentre il 29 maggio, in Consiglio, si vedrà la fisionomia complessiva di questa nuova compagine di governo. Forza Italia, com’era nelle previsioni, ottiene quattro deleghe, una o due per Alleanza nazionale, dipende da come si definisce la quota di Di Gioia. Un assessorato va alla Rosa Bianca ed uno all’Udc. Restano fuori dalla giunta le liste civiche, almeno alcune di esse, e la Destra di Paolo Agostinacchio. Si attende, per il resto, il giorno di inaugurazione della consiliatura per vedere partire il tandem Santaniello-Maruiacci, il primo presidente a termine prima di correre per fare il sindaco. Pare insomma che tutto sia compiuto, nonostante le polemiche che il coordinatore di Forza Italia Carmelo Morra ha definito di prassi dopo una vittoria: Rimangono molte le perlessità della base e dei dirigenti, alcuni in dissenso con quanto deciso da Pepe ma, visto che non si possono versare due litri d’acqua in una bottiglia da un litro, come ebbe a dire Berlusconi nella fase di preparazione lampo del suo governo, ecco che qualcuno non rientri nel novero dei prescelti. Tra qualche ora ci sarà invece la definizione delle agenzie e le liste civiche avevano già mirato a questi incarichi di sottogoverno. E di qualche giorno fa la dichiarazione di Cecchino Damone: "Il presidente ci ha offerto alcune agenzie". Se quello della giunta sarà un percorso ad ostacoli lo si vedrà, oggi i toni parevano più concilianti anche se le sorprese, come quella su Cerignola, se spengono fuochi da una parte ne accendono altri.
L’Attacco