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Legambiente presenta Ecomafia 2008

L’annuale rapporto sulla criminalita’ ambientale. Nel foggiano prolifera il business delle ecomafie. I fatti di cronaca confermano il triste primato pugliese: la discarica abusiva nel foggiano fra le piu’ grandi  per dimensioni in Europa. L’impegno di legambiente nel ribadire la necessita’ di controlli e operativita’ sul territorio. un esempio: non toccare i confini del parco dell’Ofanto. La puglia resta sul podio.  Al terzo posto per ciclo illegale dei rifiuti e del cemento, al primo per numero di persone arrestate.

 

Operazione Black River, ovvero“cinquecentomila metri cubi di spazzatura, numeri che danno il capogiro e a farne le spese anche il Fiume Cervaro” Il fatto di cronaca, commentato nelle parole di Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia “il maxi sequestro della discarica abusiva in provincia di Foggia conferma il triste primato pugliese che emerge da Ecomafia 2008, l’annuale rapporto sulla criminalità ambientale firmato Legambiente. La necessità di aumentare i controlli sul territorio, di tutelare il neonato parco dell’Ofanto è quanto mai imprescindibile, in una Puglia in cui aumentano i reati, le persone denunciate ed i sequestri effettuati”.
Nel 2007 tutti i numeri dell’illegalità ambientale in Italia crescono in maniera preoccupante. Crescono in particolare gli incendi boschivi dolosi e gli illeciti accertati nei cicli del cemento e dei rifiuti. Sparisce nel nulla una montagna di rifiuti speciali alta poco meno di 2.000 metri con base di 3 ettari. I clan dell’ecomafia salgono a 239 (36 in più rispetto allo scorso anno) e il loro giro d’affari stimato per il 2007 si attesta sui 18 miliardi e 400 milioni di euro (quasi un quinto del business totale annuo delle mafie) pur contraendosi rispetto all’anno precedente di circa 4,4 miliardi di euro. Storie e numeri aggiornati sul malaffare ambientale sono riportati in Ecomafia 2008, l’annuale rapporto di Legambiente sulla criminalità ambientale presentato oggi a Roma. Il bilancio dell’anno appena trascorso descritto nel Rapporto Ecomafia di Legambiente è di 83 reati contro l’ambiente al giorno: oltre 3 reati all’ora. Gli illeciti accertati dalle forze dell’ordine nel corso del 2007 sono 30.124, il 27,3% in più rispetto al 2006; le persone denunciate 22.069, con un incremento del 9,7%; le persone arrestate 195; i sequestri effettuati 9.074 (più 19% rispetto al 2006). La Campania occupa stabilmente il primo posto nella classifica dell’illegalità ambientale, seguita dalla Calabria. Al terzo posto si trova la Puglia. La prima regione del Nord come numero di infrazioni è la Liguria. Alla dimensione globale dell’ecomafia è dedicata un’ampia sezione del Rapporto: dall’Italia escono rifiuti verso Hong Kong, la Tunisia, il Pakistan, il Senegal, la Cina, ed entrano rifiuti dalla Croazia, dalla Serbia, dall’Albania. I reati accertati dalle forze dell’ordine nel 2007 per violazione quanto riguarda le attività estrattive, spalmate su tutto il  territorio nazionale. Per l’abusivismo edilizio, le stime del Cresme parlano per il 2007 di 28.000 case costruite illegalmente contro le 30.000 del 2006 e le 32.000 del 2005. L’impegno a non promulgare mai più condoni edilizi, insieme a qualche demolizione in più, ha ridotto la pressione del mattone selvaggio.  Tra le diverse tipologie di reato, aumentano in particolare gli incendi boschivi. 225mila ettari di boschi e foreste andati in fumo, 18 persone uccise dalle fiamme, 7 milioni e mezzo di tonnellate di Co2 rilasciate nell’aria sono il bilancio
quanto riguarda le attività estrattive, spalmate su tutto il  territorio nazionale. Per l’abusivismo edilizio, le stime del Cresme parlano per il 2007 di 28.000 case costruite illegalmente contro le 30.000 del 2006 e le 32.000 del 2005. L’impegno a non promulgare mai più condoni edilizi, insieme a qualche demolizione in più, ha ridotto la pressione del mattone selvaggio.  Tra le diverse tipologie di reato, aumentano in particolare gli incendi boschivi. 225mila ettari di boschi e foreste andati in fumo, 18 persone uccise dalle fiamme, 7 milioni e mezzo di tonnellate di Co2 rilasciate nell’aria sono il bilancio degli oltre 10mila incendi dell’estate scorsa nel nostro Paese, quasi sempre di natura dolosa. Anche l’agricoltura, in tutte le sue filiere, è diventata da tempo una delle frontiere per lo sviluppo dei traffici illeciti. Sono numerosi i casi di estorsione e si torna a parlare di abigeato, il furto di bestiame, che alimenta oggi una filiera illegale, di macellazione e commercio di carni prive di controlli sanitari. Sul fronte dell’archeomafia, invece, calano leggermente i furti: dai 1.212 casi del 2006 si passa ai 1.085 del 2007, con la regione Lazio in pole position per numero di furti al patrimonio culturale. Rimane stabile il mercato del racket degli animali (corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, traffici di fauna esotica e protetta, macellazione clandestina).
Nella classifica dell’illegalità ambientale la Puglia sale di un gradino, passando dal quarto al terzo posto per numero di infrazioni: ben 2.596 con 1.304 sequestri effettuati. Invece, si colloca al primo posto assoluto per numero di persone arrestate: ben 47.
“Sul fronte del ciclo illegale dei rifiuti, la nostra regione – continua Tarantini- mantiene saldamente il terzo posto dello scorso anno con 391 infrazioni accertate, 43 arresti, 437 denunce e 265 sequestri e il foggiano si conferma una terra in cui prolifera il business delle ecomafie. Qui i traffici illeciti portano rifiuti prodotti dal centro nord a essere scaricati direttamente nei terreni agricoli, scorie sempre più spesso spacciate per compost. Con le operazioni Rabbit e Veleno venne svelata l’ecomafia a Foggia”. In particolare l’operazione denominata Veleno ha posto fine alle attività che il clan Gaeta svolgeva nei territori della Capitanata fin dal 1995, e che negli ultimi anni si erano concentrate sui rifiuti, che invece di essere portati alle aziende di compostaggio venivano cosparsi su terreni agricoli, oppure interrati nelle cave fruttando. Un’attività illecita che fruttava ai Gaeta circa 5 milioni di euro. Numerose continuano ad essere le discariche abusive che spuntano in Puglia, e a essere ridotte a pattumiera ci sono anche aree di pregio naturalistico. Inoltre, e non è certo una novità, la Puglia rimane la porta d’ingresso o uscita per i traffici internazionali di rifiuti, come dimostrano i sequestri effettuati al porto di Bari di tir contenenti rifiuti pericolosi.
Dopo l’abbattimento dell’ecomostro di Punta Perotti, i reati nel ciclo del cemento erano diminuiti, invece quest’anno la Puglia si piazza al terzo posto con 721 infrazioni, 941 persone denunciate e 292 sequestri. Diverse le operazioni messe a segno dalle forze dell’ordine in quasi tutte le province pugliesi. “La realtà è che il mattone selvaggio imperversa ancora in Puglia –dichiara ancora Tarantini- e le costruzioni spuntano ovunque: nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico o idrogeologico e soprattutto sui litorali. Gli 800 chilometri di costa pugliese fanno gola a grandi speculatori e privati cittadini che vogliono il loro posto al sole con vista sul mare”. Non mancano casi anche nelle aree protette. L’operazione Lithos del Corpo Forestale dello Stato ha scoperto e sequestrato 20 ettari di cave abusive nel territorio di Minervino Murge all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Sul fronte dell’archeomafia, l’aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico, la Puglia è al sedicesimo posto con 16 furti nel 2007 mentre non c’è nessuna novità rilevante sul fronte traffico e lo sfruttamento di animali.
“In una regione minacciata via terra e via mare è fondamentale che continui l’opera di controllo del territorio e di contrasto che stanno portando avanti la magistratura e le forze dell’ordine. Inoltre, è importante -conclude Tarantini- lavorare molto sulla prevenzione e a tal proposito chiediamo al Governatore Vendola di istituire un Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità che abbia lo specifico ruolo di monitorare il territorio su tutte le questioni legate all’illegalità ambientale e che veda coinvolti tutti gli attori locali, Regione, Province, Forze dell’Ordine e associazioni”.

Per divulgare il rapporto Ecomafia e portarlo in mezzo alla gente, parte quest’anno da Riccione il 6 giugno in occasione del premio Ilaria Alpi il No Ecomafia tour. 12 tappe in giro per l’Italia (e una a Bruxelles) per parlare di criminalità ambientale e sollecitare una sempre maggiore collaborazione di cittadini e istituzioni. No Ecomafia tour sarà a Bari il 19 giugno.

L’ufficio stampa: 349.2925801