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CASSAZIONE, MULTE AI PUB CHE FANNO MUSICA ALL’APERTO

Meritano la multa i gestori dei locali notturni che mettono gli impianti di diffusione della musica all’esterno del locale durante gli orari notturni, indipendentemente dal fatto che i cittadini porgano o meno denuncia per disturbo alla quiete. Lo sottolinea la Cassazione che ha confermato la condanna penale, al pagamento di 300 euro di ammenda per Nicola M., gestore di un pub rumoroso ad Agrigento. In particolare, la Suprema corte spiega che "utilizzare un pub per trasmettere musica anche dal vivo con impianti di diffusione ad alto volute, in piena notte, collocati all’esterno del locale, è condotta certamente idonea ad arrecare disturbo ad una serie indeterminata di persone, per la collocazione in centro abitato".

I Supremi giudici spiegano che non è necessario dimostrare che siano state superate le soglie di tollerabilità acustica dal momento che basta un semplice accertamento della polizia o dei carabinieri, che provi la presenza di impianti di diffusione esterni al locale. Nel pub di Nicola M. le forze dell’ordine avevano, più volte, verificato che c’era un musicista che suonava la pianola elettrica fuori dal locale e che, sempre all’esterno, erano state posizionate casse acustiche delle dimensioni di 1 metro per 40 centimetri, le cui emissioni si sentivano fino a 100 metri di distanza. Senza successo, a piazza Cavour, il gestore del pub ha sostenuto che non doveva essere multato in mancanza della misurazione del rumore e di una specifica denuncia da parte dei cittadini disturbati. La Prima sezione penale – sentenza 25716 – gli ha replicato che per capire come da una simile situazione possa derivare disturbo alla quiete, basta l’intervento sul luogo della polizia giudiziaria. E’ stata così confermata la pronuncia di condanna emessa dal tribunale di Agrigento l’11 giugno 2007.