Accusato di peculato per l’omessa vigilanza sul comportamento di un impiegato Assolto il direttore dell’ufficio postale di Vieste accusato di peculato, sul presupposto che non avrebbe vigilato sull’attività di un altro impiegato per evitare che truffasse alcuni correntisti. La sentenza nei confronti di Michele Mattera, che ne riconosce la linearità di comportamento escludendo qualsiasi comportamento omissivo, è stata pronunciata dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Foggia. Lo stesso pm Luciana Silvestris, al termine dell’istruttoria dibattimentale e dell’interrogatorio di un ispettore delle Poste, ha chiesto l’assoluzione dell’impiegato. L’avv. Rinaldi costituitosi parte civile per conto di Poste Italiana aveva chiesto la condanna e un risarcimento di 120mila euro. L’avv. Francesco Santangelo, legale di Mattera, ne aveva chiesto l’assoluzione. Il processo nei confronti del direttore delle Poste viestane è una costola dell’inchiesta avviata su un altro funzionario – in servizio in alcuni uffici del Gargano e deceduto – accusato di truffa, sul presupposto che avesse convinto alcuni correntisti a fargli gestire i risparmi, sostenendo poi falsamente di aver investito i soldi in bot. Nel momento in cui si scoprì il presunto raggiro, si vide che una delle presunte truffe era avvenuta alle Poste di Vieste dove il funzionario pure prestava servizio. A Mattera si contestava di non aver vigilato sull’operato del dipendente. L’avv. Santangelo ha replicato che il funzionario sospettato della truffa, per il suo grado, aveva libertà di movimento, non doveva rendere conto al direttore, nè questi poteva accorgersi delle presunte operazioni truffaldine, come riconosciuto anche dall’ispettore inviato da Poste italiane per far luce sulla vicenda.