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Peschici, in vista (forse) un risarcimento non superiore ai 30mila euro

Una cifra ufficiale che descriva il complessivo ammontare dei danni provocati dall’incendio del 24 luglio dell’anno scorso non è mai stata data. Un danno incalcolabile che per oggi resta sulle spalle di chi lo ha subito: comuni e albergatori.

L’emergenza non è stata riconosciuta, causa: un vizio, pare, nella presentazione della domanda.
Il primo passo che il governo centrale ha compiuto per iniziare ad affrontare la crisi economica che l’incendio ha prodotto, risale all’agosto scorso con l’emanazione di una ordinanza al comune di Peschici, che permette agli albergatori di accedere ad un fondo per parziale risarcimento per gli effettivi danni subiti. All’ordinanza il comune di Peschici ha risposto il 22 febbraio scorso con la trasmissione al presidente del Consiglio di una istanza per la richiesta del contributo con tanto di elenco dei danni registrati.
Sono state molte le perizie che gli operatori turistici tra Baia San Nicola e Spiaggia Lunga hanno effettuato sulle loro strutture. Molte anche le pratiche presso le proprie compagnie assicurative. Un fiume di denaro, forse caduto nel vuoto. Pratiche forse inutili per l’accesso ai finanziamenti, soprattutto per quella tipologia di strutture che più hanno subito danni: i campeggi.
Lo testimonierebbe un documento che l’Attacco ha recuperato: una nota per il momento ufficiosa che il commissario straordinario Bertolaso avrebbe trasmesso alla prefettura competente pochi mesi fa. I finanziamenti servirebbero alla ristrutturazione o alla realizzazione degli immobili, coinvolti nell’incendio in modo lieve o grave. Il rischio che siano proprio i campeggi, zoccolo duro del sistema turistico sul Gargano, a non vedere un becco di un quattrino è nella specificazione di quale tipo di danni potrà ricevere il risarcimento “fino ad un massimo di 30.000euro”. Questa cifra “è finalizzata non alla copertura dei danni ai beni in generale, ma unicamente alla riparazione o alla ricostruzione dei locali adibiti a sede delle attività (con esclusione, quindi, delle attrezzature, degli arredi, della vegetazione, delle colture, delle scorte, ecc.) conformi alla vigente normativa urbanistica ed edilizia, regolarmente accatastati con l’attribuzione della relativa categoria, che abbiano subito gravi danni tali da determinare l’interruzione delle attività stesse”. È questo il punto, gli unici danni che rientrano nel risarcimento sono quelli a “locali danneggiati o distrutti, adibiti a sede dell’attività svolta” che “siano regolarmente accatastati”. Quanti immobili accatastati ha il campeggio Il Trabucco o quello di Baia San Nicola? Di certo molti meno degli alberi, degli ombrelloni e degli impianti elettrici che sono andati distrutti. L’anima di un campeggio, insomma.

L’Attacco