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Asl, Vendola cede al Pd

Troiano resta al comando di Foggia. A settembre fari accesi sui bilanci.

 

La delibera con cui sostituire il commissario dell’Asl di Foggia Donato Troiano è rimasta nel cassetto. Se ne ripar­lerà a settembre, quando arriverà il momento della verifica sul primo semestre 2008 dei bilanci delle Asl e lì – fanno capire dalla Re­gione – se la musica non cambia saranno dolori. Il presidente della Puglia Nichi Vendola cede (ancora una volta, dopo lo slittamento del piano della salute in Consiglio) ai de­siderata del Partito democratico, che nei gior­ni scorsi ha eretto barricate sull’ipotesi di un ricambio ai vertici dell’Asl foggiana. Partito per le ferie, il governatore aveva affidato all’assessore alla Salute Alberto Tedesco il compito di andare avanti sulla «decapitazio­ne» di Troiano e la delibera, già messa a punto, doveva approdare ieri sul tavolo della giunta riunita attorno al presidente facente funzioni Onofrio Introna. Ma dopo le pro­teste sollevate dai foggiani del Pd (il deputato Michele Bordo e il segretario provinciale Paolo Campo), ieri una delegazione del par­tito – il presidente della commissione Sanità alla Regione Dino Marino e il consigliere Angelo Riccardi – ha bussato alle porte dell’assessorato: se cacciate Troiano per piaz­zare un nuovo commissario come Enzo Va­lente (direttore sanitario dell’Asl leccese) sa­rà guerra. I ripensamenti, in realtà, c’erano già stati sull’opportunità di nominare un nuovo com­missario a termine (per fine settembre la maggioranza aveva già chiesto un incontro col governatore onde arrivare alla nomina di un direttore generale), ma quello di cui Ven­dola non aveva tenuto conto nella sua ac­celerata erano gli ostacoli tecnico-legislativi. Se, infatti, Valente era candidabile – per rag­giunti limiti d’età- solo come commissario nel valzer di poltrone aperto nella sanità pugliese dalle dimissioni di Castorani, non era pos­sibile sostituire un commissario con un altro commissario. Lo stabilisce, infatti, la legge di bilancio 2007. All’articolo 5 della legge 39 del 2006 – che stabilì l’accorpamento delle Asl da 12 a 6 – la Regione stabilì che «il commissario straordinario e i sub commissari restano in carica fino alla nomina dei direttori gene­rali>>. Dunque Troiano, piaccia o no, deve restare al suo posto sino alla nomina non di un altro commissario, ma di un nuovo ma­nager. L’obiezione, sollevata dal Pd, ha «disarma­to» l’ostinazione di Vendola ad andare fino in fondo e ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli assessori chiamati in giunta ad appro­vare la delibera «bollente»: dietro-front. Uni­ca alternativa, quella di destituire Troiano per inadempienza ma – avverte Marino – «su questo problema, quello cioé dei deficit, avremmo una larga casistica di manager Asl ed è tutta da dimostrare l’inadempienza di Troiano». Se ne riparlerà a settembre, dunque, coi conti alla mano. E lì, avvertono dal Pd, non saranno solo i bilanci in rosso delle Asl sotto i riflettori (ovvero ciò che serve a Ven­dola per decidere chi confermare o chi cac­ciare): bisognerà fare anche un bilancio di quanta inefficienza e quanti sprechi ha de­terminato l’accorpamento delle Asl tanto vo­luto da Vendola. Insomma il braccio di ferro tra governo e maggioranza è solo rinviato e per ora è il Pd, frenato Vendola su Foggia, a chiudere il match << 1 a 0>>. Non casuale, perciò, il messaggio del con­sigliere Pd Giacomo Olivieri: dopo l’uscita di Castorani, osiamo convinti che nelle pros­sime settimane è probabile aspettarsi nuovi avvicendamenti tra i direttori generali. Allo stesso tempo, però, è lecito attendersi dal pre­sidente Vendola, alla ripresa dell’attività po­litico-amministrativa a settembre, interventi energici anche in altri settori della giunta, per rilanciare l’azione di governo che negli ultimi mesi non ha particolarmente brillato».