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Zago, Federparchi: “Matteo Fusilli non è un protagonista ma una vittima eccellente”

Gentile direttore,
a proposito dell’articolo comparso sulle pagine di alcuni quotidiani nazionali sulla vicenda del Parco Nazionale del Gargano, sento il dovere di far presente a Lei e a suoi lettori che Matteo Fusilli, oggi presidente della Federparchi, non è un protagonista ma, al contrario, una vittima eccellente della pratica di nomine partitiche ai vertici dei Parchi che, in particolare, solo un ministro dell’Ambiente ha tentato di imporre e che oggi, facendo di tutte le erbe un fascio, qualcuno per brevità chiama "poltronificio". Chiamato a fare il presidente del Parco Nazionale del Gargano in una condizione difficile ed in presenza di pesanti contrasti locali, in cinque anni Matteo Fusilli ha rilanciato il ruolo del Parco, conquistando al contempo la stima generale nel sistema italiano delle Aree Protette e la fiducia per il suo Ente. Nonostante  questo, sorprendentemente, nel 2004 l’allora ministro dell’Ambiente non ritenne giusto riconfermare Fusilli per un secondo mandato alla guida del Parco.
Altra questione, invece, è quella relativa alla regolarità della meritoria azione di contrasto all’abusivismo portata avanti all’interno dell’Area Protetta. Nell’intraprenderla, il presidente Fusilli ha fatto solo e con coraggio il suo dovere. È  vero che il Parco ha incaricato il signor Mario Scaramella di occuparsene. Come è vero che al medesimo la Commissione parlamentare Mitrokhin ha affidato un incarico ancora più delicato, rimesso in discussione solo sulla base di una indagine giornalistica. Sono stati commessi in questo caso degli errori amministrativi da parte del Parco del Gargano? Fa bene la magistratura ad appurarlo, augurabilmente nel più breve tempo possibile. Così come è auspicabile che il sistema italiano delle Aree Protette sia interessato, per la sua preziosità, da una reale ed efficace azione riformatrice.
Valter Zago
Vicepresidente Federparchi