Non c’era personale al cimitero. L’assessore De Vita: “Gesto assurdo e inqualificabile”.
Costretti a scavare una fossa nel cimitero per seppellire una loro parente. La storia che ha dell’incredibile si è verificata a Vieste, dove una famiglia di rumeni si è dovuta armare di vanghe e picconi per inumare la bara di Maria Marinela Matei, una giovane di 24 anni giunta in Italia in cerca di una vita migliore e morta il giorno di Ferragosto per infarto su una spiaggia del lungomare garganico. Dopo la benedizione della salma, il marito, il fratello, il padre e il suocero hanno dovuto sostituirsi ai necrofori per dare una degna sepoltura alla loro congiunta. Il custode era in ferie e nessuno era incaricato di trovare uno spazio per il povero corpo della giovane rumena nello spazio delle fosse comuni. Solo a cose quasi fatte qualcuno si pè sostituito ai familiari. «Mi sono vergognato – commenta Ignazio Calderisi che ha segnalato il caso – come uomo e come viestano». «Quanto accaduto ha dell’incredibile – aggiunge Angelo De Vita, assessore alla polizia mortuaria -. Innanzitutto le mie scuse alla famiglia della defunta ma anche il mio disappunto per un caso increscioso che non rispecchia l’obbligo di una pubblica amministrazione, così come questo modo di fare fa parte della cultura della nostra città. Chiederò ragguagli al dirigente del servizio per verificare se ci siano state omissioni oppure leggerezze. Un brutto colpo anche per l’immagine della città».