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CAGNANO VARANO, sequestrò e minacciò due operatrici del Sert condannato a due anni

Condannato a due anni di carcere l’uomo (del quale non sono state fornite le generalità) che lo scorso 6 maggio sequestrò due operatrici in servizio presso l’unità operativa del Sert di Cagnano Varano. Una pena che per molti, fra i quali anche alcuni operatori dello stesso Centro di igiene mentale, è stata molto mite, per il tipo di reato commesso dall’uomo, un pregiudicato con problemi psichici che frequentava lo stesso Sert. Evidentemente, i giudici del Tribunale di Lucera hanno valutato, insieme a1 reato commesso, anche altri aspetti, tra i quali, senz’ombra di dubbio, lo stesso disagio mentale dell’uomo. Il Pubblico ministero aveva chiesto una condanna a ben tre anni e otto mesi di reclusione. Era la mattina del 6 maggio, mentre a Cagnano Varano erano in corso i festeggiamenti in onore del Patrono, san Cataldo, quando l’uomo, di cui non sono state fornite le generalità, dopo essere entrato nei locali del Centro, e ciò non aveva destato alcuna preoccupazione, visto che era uno dei tanti pazienti, sequestrava due operatrici e, sotto la minaccia di un’ascia e di un coltello, chiedeva, insistentemente, di parlare con un magistrato al quale poter esporre la propria condizione.
Le drammatiche sequenze, in pieno giorno, poco prima di mezzogiorno, mentre le persone erano impegnate nei preparativi dei festeggiamenti. Ore di grande preoccupazione e paura, si pensava al peggio, ma, fortunatamente, anche grazie al sangue freddo delle due operatrici, alla capacità dei militari dell’Arma e dello stesso responsabile della sezione del dipartimento dipendenze patologiche, Giovanni Villani, che furono convincenti nel rassicurare l’uomo che avrebbe potuto parlare con il magistrato, la tensione si allentò, consentendo così ai carabinieri di approfittare di un suo momento di distrazione per immobilizzarlo e portarlo in caserma. Naturalmente, le due ragazze e lo stesso direttore della sezione del dipartimento, Giovanni Villani, se la videro, come suol dirsi, brutta, e se tutto si concluse nel migliore dei modi fu esclusivamente grazie al fatto che gli operatori seppero mantenere la calma e, nello stesso tempo, rassicurare il giovane che, comunque, continuava a mostrare segni di nervosismo. Tutto ciò sotto gli occhi di tantissima gente che, appena appresa la notizia, si era riversata in via Dante, sede della struttura che ospita il servizio di Igiene mentale, seguendo con comprensibile apprensione quanto stava accadendo all’interno del Centro. Sospiro di sollievo quando l’uomo venne bloccato e l’incubo finito per le due ragazze e i loro familiari che erano, come si può ben comprendere, fortemente preoccupati per le sorti dei loro cari.
Episodio che richiama l’attenzione sulle difficoltà in cui opera il personale in servizio in questi centri, il più delle volte chiamato ad affrontare situazioni che, fortunatamente, non sempre sono della gravità e drammaticità di quello accaduto lo scorso 6 maggio nel centro garganico.
Francesco Mastropaolo