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Peschici – CALENA, UN ALTRO ANNO PASSATO INVANO

 

Dai racconti dei nostri nonni abbiamo appreso che, un tempo, il giorno dedicato alla Natività di Maria Santissima, l’otto settembre, veniva festeggiato a Peschici con una solenne processione della statua della Vergine, che muoveva dalla Chiesa Madre fino ad arrivare nella chiesa dell’abbazia di Kàlena (foto del titolo; ndr) accompagnata da numerosi fedeli, bambini festanti e dal parroco di Peschici. Oggi, però, le cose sono andate diversamente!

Dapprima voci di paese paventavano una totale assenza di autorità civili e religiose, poi la smentita, infine l’annuncio che la giornata di festa si sarebbe svolta come negli ultimi anni. E così, preceduto dalla Banda cittadina, uno sparuto corteo con alla testa sindaco e parroco (foto 1-2 sotto), è giunto all’interno delle mura del recinto della “moderna” Abbazia di Kàlena (o di quello che ne rimane) per un momento di riflessione. E anche oggi si sono potuti ammirare i segni del tempo che inesorabilmente scavano la pietra e disseccano il legno (foto da 3 a 6), danneggiando sempre più irreparabilmente uno dei monumenti più belli della Montagna del Sole.

Attraversando l’arco che immette nel cortile (foto 7), ci si trova davanti a un manto di folta edera che ricopre completamente la facciata interna dell’antico convento, trasformato in abitazione privata. Alte e rigogliose siepi sparse qua e là testimoniano l’assoluto stato di abbandono in cui versa l’intero plesso. Le travi in legno della copertura a capriate della chiesa più grande pendono pericolosamente dalla sommità del tetto, limitandone la fruizione completa della navata centrale. Nella stessa, poggiata sull’altare in pietra scolpita, è presente la statua lignea della Madonna col Bambino (foto 8), restaurata qualche anno fa.

Rapiti dall’osservare tanta desolazione, quasi ci si dimentica che oggi è il giorno dedicato alla Madonna e che secoli fa i monaci benedettini trovarono il modo per fissarlo indelebilmente nel tempo. E ancora una volta, come accade da sempre nell’ora del vespro, un raggio di sole è penetrato dalla finestra orientata a sud ovest illuminando con precisione millimetrica la nicchia che custodiva la statua di Maria (vedi foto 9).

E così anche questo 8 settembre è passato. Uno sparuto gruppetto di persone ha potuto ammirare la grandezza dell’uomo e la sua incuria, e come avviene ogni anno, da anni, i fedeli si sono rivolti vicendevolmente le stesse domande, cui non hanno saputo dare risposta: “Per quanto tempo ancora questi luoghi dovranno restare nel silenzio dell’ignavia delle istituzioni? Quando queste mura potranno riascoltare le lodi e i canti di monaci e fedeli? E infine: ci sarà mai la possibilità di vedere recuperato questo patrimonio storico, vanto della comunità peschiciana e non solo?” (foto 10).

Lasciamo Kàlena, che rimane di nuovo lì, sola, abbandonata, ripiombata nel silenzio, nell’indifferenza, nell’oblio. Ci rimarrà ancora altri 364 giorni, quando il cancello si riaprirà per permettere, a chi lo vorrà, di visitarla. E il “rito” si ripeterà ancora, e poi ancora, e ancora, finché rimarrà pietra su pietra.

Domenico Martino