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Operazione antidroga da Firenze a Foggia

Quindici arresti e sessanta perquisizioni domiciliari. Questo il bilancio di una vasta operazione antidroga dei Carabinieri del Mugello, in provincia di Firenze, eseguite in varie provincie d’Italia .

 

L’operazione denominata «MORO 2007» diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, Dott. Ettore Squillace Greco, ha avuto il suo epilogo all’alba di ieri, portando gli uomini del Capitano Barbieri ad eseguire quindici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti individuati quali componenti di un pericoloso e ramificato sodalizio criminale finalizzato al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti; nonchè alla effettuazione di una sessantina di perquisizioni domiciliari compiute presso le abitazioni di altri personaggi implicati nella vicenda ed indagati per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente.

I decreti che disponevano la custodia in carcere dei destinatari sono stati eseguiti con un massiccio spiegamento di forze che ha visto la partecipazione, oltre a tutto il personale della Compagnia borghigiana, anche di squadre della Compagnia d’Intervento Operativo del VI Battaglione CC «Toscana» nonchè di unità cinofile antidroga.

L’operazione scattata contemporaneamente in diverse province fra le quali: Padova, Foggia, Firenze, Lucca, Pisa, Prato, Pistoia e Arezzo.

L’indagine è partita nel 2007 da un traffico di droga, effettuato nella zona di Scarperia (Firenze). Dall’arresto di due individui entrambi pregiudicati e già noti per fatti di droga a livello locale trovati in possesso di dieci dosi di cocaina pronta per essere spacciata sul territorio, i carabinieri del Nucleo Operativo hanno iniziato ad indagare nell’ambiente dei consumatori di stupefacente ricostruendo in modo certosino contatti e movimenti di ogni personaggio che man mano rimaneva coinvolto nella vicenda. La cocaina proveniva dalla Spagna.

In quasi due anni d’indagine numerosi sono stati i singoli episodi che hanno portato all’arresto complessivamente di diciotto persone oltre al deferimento in stato di libertà di altre ventidue e sessanta segnalati alle Prefetture quali consumatori di cocaina, per reati che vanno dalla «associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina», al più generico «spaccio» e contestualmente al sequestro di oltre dodici chili di cocaina che avrebbero potuto fruttare all’organizzazione circa tre milioni di euro.

Nel territorio del Mugello sono stati operati i primi arresti ed individuati i più «attivi» anelli della catena criminale, ma le figure di spicco di questa vicenda sono riconducibili a due distinti gruppi che fra loro intrattenevano gli illegali traffici.

Il primo composto da cinque extracomunitari tutti di origine albanese, fra i quali Hykaj Nazmi, un latitante inserito nella lista dei dieci più pericolosi criminali del suo Paese d’origine e già ricercato a livello internazionale per un’altra tragica vicenda, accaduta nel gennaio 2004, che all’epoca aveva avuto notevole risonanza mediatica poichè nell’episodio, ricordato come «la strage del 9 gennaio», morirono ventuno persone, tutte profughi albanesi, letteralmente buttati in mare e lasciati annegare nel corso di una «attraversata della speranza» che doveva concludersi con uno sbarco clandestino sulle coste pugliesi;

il secondo composto da un intero nucleo familiare, il cinquantasettenne di origine sarda Lupino Pasqualino (padre), la cinquantottenne campana Piccolo Antonietta (madre) e il trentasettenne Lupino Francesco (figlio della coppia), che da Prato si erano spostati in provincia di Lucca e da lì gestivano la fiorente attività di spaccio di cocaina che riusciva a garantir loro una «rendita» mensile di notevole rilievo con cifre ragguardevoli stimate fino a circa 60.000 euro.

Nel corso delle perquisizioni oltre a modiche quantità di stupefacente, utili comunque a confermare il quadro probatorio emerso a carico degli indagati, sono stati sequestrati ai Lupino ben 360.000 euro suddivisi in trentasei libretti di risparmio al portatore da 10.000 euro l’uno, nonchè titoli e documenti vari ritenuti multo utili alle indagini.