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UDC Vieste/ L’incompatibilita’ dell’incompatibilita’ del Partito Democratico

Il mese di settembre continua a contrassegnare disastri, da quello americano a quello viestano.  Fortunatamente oggi parliamo solo di politica. L’evento che ha caratterizzato questo avvenimento è quello che ormai conosciamo tutti da mesi: la presunta incompatibilità del consigliere comunale Mauro Clemente che ha portato il medesimo ad essere escluso dal consiglio comunale.

 

Chi ha contribuito maggiormente a raggiungere questo disarmante obiettivo, paradossalmente, è stato il proprio partito di appartenenza, il Partito Democratico ( ad esclusione di Antonio Giuffreda ) capace, in sede locale, di proporsi nella stessa maniera che ha prodotto il disastro politico a livello nazionale.

La vicenda di Mauro Clemente, consigliere comunale, professionista validissimo e persona seria e onesta, trae spunto da un presunto credito che il medesimo ritiene di vantare per motivi professionali nei confronti della società Aurora spa che non riconosce. Per questo motivo Clemente produce in sede giudiziaria gli atti ingiuntivi nei confronti della società.

La presenza del contenzioso in atto porta gli organi dirigenziali comunali ad evidenziare una situazione di incompatibilità tra la posizione di amministratore del Comune di Vieste e quella di creditore di una società a partecipazione maggioritaria del Comune di Vieste.  Il Sindaco, preso atto dei pareri del dirigente del settore e dell’organo legale comunale, ha invitato il consigliere a chiarire la propria posizione invitandolo a rimuovere l’incompatibilità senza rinunciare ai propri diritti.  La risposta è no.

Il Comune di Vieste, che partecipa nella società Aurora spa per il 93%, riscontrando la volontà della stessa società a non riconoscere il credito vantato sia per le prestazioni indicate che per l’importo richiesto, ha deciso, unitamente alla stessa società, di difendersi in sede giudiziaria producendo gli opportuni atti a tutela degli interessi propri diretti ed indiretti.

Dal  diniego del Clemente, il Partito Democratico ( poi spaccatosi su questa problematica ), invece di invitarlo a chiarire la posizione nei confronti della società Aurora spa e del Comune di Vieste, e, a  congelare la propria posizione rappresentativa, decide di avviare lo scontro politico con la maggioranza  immolando il proprio segretario alla santità. Un errore politico colossale. Ancora un’incompatibilità, questa volta all’interno del partito.

Propaganda politica a tutti i costi, pur di fare scena e sensazione, a scapito di tutti e tutto, compreso il partito ( attualmente spaccato ) e le persone che lo compongono.  Cercare una gloria  che non trova collocazione, che non potrà mai posizionarsi in una realtà bisognosa di uomini capaci di dialogare e confrontarsi, di sacrificarsi e raggiungere quegli obiettivi socio economico basilari per il nostro territorio bisognoso visto le continue problematiche da affrontare.

Si grida alla persecuzione politica, al complotto, all’eliminazione degli esponenti dell’opposizione: il martirio è iniziato.

E così, da motivazioni che trovano sicuro fondamento, anche se e forse non nella maniere richiesta, in quanto il dott. Clemente aveva sicuramente effettuato consulenza nei confronti della società Aurora spa, si è passati al chiacchiericcio popolare che, privo dell’adeguata informazione, ma dotato di strumenti mediatici efficaci e comunemente utilizzati, mette ingiustamente in discussione la moralità e la professionalità del collega consigliere. 

E così, da un problema che doveva essere meglio gestito e risolto a livello personale e politico, e comunque localmente, il Partito Democratico, facendosene vanto, decide di dare a questa vicenda un taglio spettacolare coinvolgendo gli organi politici provinciali, regionali e nazionali, arrivando addirittura all’interrogazione parlamentare: ma signori miei chi ha mai potuto ascoltare quest’interrogazione dell’opposizione in un momento in cui il Governo sta affrontando continue crisi e di particolare importanza?

Non ha importanza, la santificazione doveva andare avanti: è beato.

Il partito Democratico, dopo aver cavalcato l’oggetto del contendere proposto nelle modalità con disarmante inesperienza da Clemente, rimette al giudizio del Consiglio Comunale la responsabilità dei propri errori tentando di camuffarla con la solita demagogia politica,  provando così a scaricarla agli altri.

La maggioranza, unitamente ad Antonio Giuffreda, rimette al Partito Democratico queste responsabilità invitando, ancora una volta, il consigliere Clemente a rivedere la propria posizione senza rinunciare ai propri diritti, dichiarandosi così disponibili a rinviare la seduta consiliare.

Ancora un diniego da parte dell’interessato e del partito: è santo.

Nicola Ragno
Capogruppo Udc
Consiglio comunale – Vieste –