Menu Chiudi

Il lupo sul Gargano c’è. Ora bisogna proteggerlo

Il lupo sul Gargano c’è e  la sua presenza è stata ufficialmente accertata nel 2006 grazie al ritrovamento di una carcassa nei boschi di Carpino. E’ quanto è emerso da un convegno tenutosi oggi presso l’ex caserma della Guardia Forestale di Coppa Giglio nel bosco Quarto a Monte Sant’Angelo e promosso dall’Ente Parco Nazionale del Gargano. Come possa essersi reintrodotto sul nostro promontorio e come  la sua presenza possa essere  così testimoniata dalle aggressioni subite dalle greggi è stato oggetto di studio da parte di Ricercatori dell’Università della Sapienza di Roma e dal Prof Boitani Direttore del Dipartimento di Biologia Animale della stessa Università romana.
La risposta  potrebbe essere  data dalle caratteristiche etologiche di questo carnivoro. Il lupo infatti vive in forma stabile sul territorio abituale dove vive in branchi, ma quando i nuovi nati diventano adulti, necessariamente debbono allontanarsi dal luogo sia per “metter su” una nuova famiglia e sia per poter più facilmente sfamarsi. E’ proprio in questo periodo della vita che il lupo si disperde, affrontando centinaia di chilometri, per trovare un luogo che sia consono alle proprie attività di cacciatore e adatto alla “nuova famiglia”. Questo costringe il lupo a vagare per stagioni intere e per luoghi vari fino a quando non trova il luogo adatto. Questo è anche il motivo che giustifica ritrovamenti di lupi in luoghi assolutamente fuori della norma come è stato il ritrovamento di un esemplare ferito sulle strade nei pressi di Parma. La sua cura ed il successivo rilascio dopo l’applicazione di un collare ha però permesso di capire quali siano gli spostamenti dei lupi. Lo stesso animale, rilasciato sull’Appennino Emiliano, prima di allontanarsi definitivamente verso le montagne della Francia è stato rintracciato  addirittura vicino al porto di Genova.
Questa abitudine spiega dunque come il lupo possa essersi introdotto sul Gargano “semplicemente”dopo aver attraversato il Tavoliere delle Puglie, provenendo dal Subappennino Dauno o dal Molise o dall’Abruzzo. Ma  alcuni dei presenti al convegno, tra cui Veterinari, Forestali, operatori del mondo ecologico e allevatori, hanno addirittura formulato il dubbio se il lupo, già presente nell’area Garganica fino agli inizi del secolo passato, si sia veramente estinto o se, dopo essersi ridotto notevolmente come  numero sia uscito alla ribalta recentemente perchè più protetto dalle Leggi attuali e dalla istituzione del  Parco  Nazionale del Gargano.
Per conoscere la presenza numerica e le zone di eventuale dimora, agli inizi del 2008,  sono state eseguite ricerche attraverso ritrovamenti e prelevamenti di feci simili a quelle dei lupi ( tra cui anche nella zona limitrofa a Tomarosso del Comune di Vieste, in seguito all’episodio avvenuto ai danni di un allevatore  alla fine del 2006) e che sono ancora nei laboratori per le specifiche analisi e le conferme; sono state poste inoltre dei richiami acustici di ululati e sistemate fotocamere  che però non hanno dato i risultati sperati.
Attualmente, in base alle ricerche effettuate, si può dedurre che sul Gargano  non esiste una presenza stabile del lupo con territori ben definiti ma non si esclude la presenza di individui solitari in varie zone ma anche le denunciate presenze potrebbero essere imputate ad ibridi di lupo, più che a vero lupo. Le nostre zone, soprattutto quelle interne e situate nel cuore del Parco sono però  ad alta idoneità per l’habitat del lupo.
Tutti hanno ammesso che se il lupo davvero è presente, in forma gregaria o sporadica, deve essere protetto. Ma è altrettanto necessario proteggere le greggi  dai danni che questi animali possono provocare. E’ dunque necessario ricercare una forma rapida di indennizzo, sia che si tratti di vera aggressione da lupi sia che si tratti di aggressione di cani randagi le cui lesioni sembrano essere perfettamente uguali e difficilmente riconoscibili se non attraverso anche il ritrovamento di urina, feci e peli di lupo. L’Ente Parco si è fatto carico di studiare con attenzione il fenomeno per correre ai  dovuti ripari. Ma i Comuni, ai quali è fatto carico elargire gli indennizzi qualora si tratti di aggressione da parte di cani randagi, che sono molto più probabili, debbono fare la loro parte: solo in questo modo si potrà davvero proteggere il vero re della foresta- Le altre sono solo parole che potrebbero portare nuovamente ad una sua estinzione qualora i successivi studi confermeranno definitivamente che il lupo continua ad esistere fra i nostri secolari alberi.

Bartolo Baldi