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Gargano tanto desideri e necessità nella Capitanata 2020

Il territorio si gioca compatto la carta dell’aeroporto. E ci crede.

 

Ha una disperata voglia di futuro, il Gargano. Per dimenticare un presente problematico, per cancellare le. sabbie mobili del passato al quale sembra condannato, innanzitutto sul piano infrastrutturale. La progettazione di area vasta non rappresenta allora soltanto una ghiotta opportunità, ma semplicemente l’ultima. L’ultima chance di salire su treno dello sviluppo che, se è passato da quelle parti, è successo decenni fa, e ha lasciato soltanto nostalgie e ricordi, permutati in incubi dalla globalizzazione e dalla deregulation del traffico aereo, che ha reso meno costoso un week-end in una capitale europea rispetto ad una gita fuori porta. Ecco quindi spiegata la marea di schede progetto pervenute a Bari in tempo utile non stante la paralisi post-commissariamento dell’ente Parco, ai cui tecnici era stato inizialmente affidato non solo il compito di coordinamento delle varie iniziative ma anche la stesura materiale dei progetti. Il primo siluramento di Giandiego Gatta, la breve parentesi di Ciro Pignatelli ed il successivo reintegro pervia giudiziaria del presidente hanno così determinato la perdita di mesi preziosi ma non si è rivelata irreparabile: ci hanno pensato i tecnici comunali stimolati dai primi— e dagli ultimi— cittadini a darsi da fare per tracciare sulla carta, almeno sulla carta, il Gargano dei desideri e delle volontà. Che idealmente parte da Vieste, dall’area di Piano Grande che una delibera di consiglio comunale ha già assegnato, in variante al piano regolatore generale, alla madre di tutte le battaglie per entrare a tutti gli effetti nel terzo millennio, e non soltanto perché è un calendario a registrarlo.
Lì dovrebbe sorgere l’aeroporto del Gargano, quello che dovrebbe limitare il turismo mordi e fuggi e il pendolarismo da weekend e far atterrare milioni di persone non più costrette ad estenuanti — e costose – traversate in automobile. L’aeroporto che non è più possibile attendere, date le aperture a singhiozzo del ‘Gino Lisa’, le illusioni sistematicamente diventate delusioni. L’aeroporto che rappresenta una missione impossibile, data la presenza di Bari-Foggia-Brindisi-Grottaglie sul territorio regionale, ma Ersilia Nobile e tanti suoi colleghi sindaci ci credono, e ci credono anche gli imprenditori disposti ad investire ulteriormente per salvare i loro investimenti, stufi di aspettare dalla flotte dei tempi e tergiversare. L’effetto immediato sarà l’apertura di una discussione ufficiale e non limitata ad infuocate sedute di consiglio comunale in questo o quel comune, comunque una prima vittoria. Con gli occhi puntati sullo scalo foggiano, sui risultati della campagna di comunicazione appena avviata da Aeroporti di Puglia sulle testate nazionali e sul volume dei passeggeri, anche se per loro “il progetto può essere complementare e non alternativo”. Assai più probabile, per rimanere a Vieste, il completamento della superstrada da Vico ed il prolungamento promesso dall’Anas da Mattinatella: in attesa dei charter, migliorare la circolazione su strada è la (seconda) priorità. Poi l’ampliamento dell’areaportuale, anch’esso necessario per l’acquisizione di un turismo d’elite, quello che ai dorati tempi di Enrico Mattei era di casa, e che nemmeno la neo-so- cia Cai Emma Marcegaglia riesce a traghettare a Pugnochiuso e dintorni.
PESCHICI
Incrocia le dita Mimmo Vecera, sindaco di una Peschici ancora costretta a rimboccarsi le maniche, dopo la prima stagione (così così, e non poteva essere altrimenti) post-incendio. “Abbiamo presentato quattro schede- progetto”, racconta. “La prima per il completamento dei lavori per il porto, iniziati e poi interrotti perché erano finiti i finanziamenti (otto milioni di euro l’importo richiesto). La seconda per la fogna nera in due zone dal forte impatto turistico come Valle Clavia e la piana di Peschici, attualmente servite da piccoli depuratori privati (tre milioni e mezzo di euro l’importo necessario). La terza, che ha per la comunità—ma non solo – un valore altissimo, prevede la riqualificazione dell’area di Kalena. La quarta è invece mirata alla riqualificazione del centro storico, attraverso una serie mirata di interventi”. Quanto basta per immaginare un paese diverso ma senza stravolgimenti.
MATTINATA
Molta importanza al patrimonio culturale anche da parte dell’amministrazione comunale di Mattinata, che ha destinato gran parte delle progettualità presentate alla valorizzazione di siti non conosciuti come meriterebbero. Il parco archeologico di Monte Saraceno, che accoglie un’importante necropoli dauna, ed il parco di Monte Sacro, impreziosito dall’abbazia benedettina della Santissima Trinità. “La stessa strategia ci ha portato a puntare sulla riscoperta e valorizzazione delle miniere preistoriche del Gargano — presenti anche a Vieste, Peschici e Vico, oltre a Mattinata — e sul completamento del Museo civico, che ha già usufruito di un finanziamento Por nella precedente stagione 2000-2006, e che con ulteriori risorse potrebbe essere ulteriormente ampliato”, spiega il sindaco Angelo Iannotta. Ma Mattinata è anche e soprattutto mare, ed ecco allora le due schede per “la difesa delle coste ed il rifacimento delle spiagge” costrette a subire il fenomeno dell’erosione. E la ritrovata, necessaria attenzione ai faraglioni di Baia dei Mergoli, un simbolo di bellezza ed eccellenza a rischio crollo: “è necessario intervenire in fretta, ed abbiamo inserito il progetto nell’area destinata al recupero dei beni ambientali”, continua Iannotta. Che punta molto, oltre che sul collegamento stradale Anas, sulla strada che collega — lungo la valle Carbonara—Mattinata a Monte Sant’Angelo, per migliorare la comunicazione con l’area interna. Chissà se riuscirà ad averla. Se è troppo presto o troppo tardi, per il Gargano.

Claudio Botta
L’Attacco