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Soppressa la Comunità Montana del Gargano

Messa in liquidazione, i nove dipendenti posti in mobilità.

 

La Comunità montana del Gargano è stata soppressa. Dopo trentaquattr’anni, l’ente montano del Gargano è in liquidazione. Il personale, in tutto nove, di cui cinque dirigenti, un istruttore
amministrativo e tre esecutori amministrativi sono stati, da oggi, praticamente posti in mobilità.
Con la Comunità montana del Gargano seguono la stessa sorte le due del Subappennino. Una decisione che ha colto un po’ tutti di sorpresa, anche perchè si era fiduciosi che la Regione potesse, entro il 30 settembre scorso, approvare la legge di riordino degli enti montani. Quando sembrava che si fosse raggiunto un accordo di massima, che prevedeva la soppressione di tre delle sei Comunità pugliesi e una consistente cura dimagrante (appena un  rappresentante per ognuno dei tredici comuni rispetto agli attuali tre inoltre un esecutivo ridotto proprio all’osso un presidente e due assessori) c’è stato il ritiro del disegno di legge da parte dell’assessore regionale alla gestione delle risorse, Guglielmo Minervino. Decisione che ha colto di sorpresa un po’tutti, anche se, in verità, alla fine non c’è stata nessuna forma di protesta, ma neppure si è levata una voce degli enti locali, a sostegno del mantenimento degli enti montani, almeno dei tredici Comuni garganici.
Un silenzio “assordante” che, per certi versi, non è neppure spiegabile. L’unica presa di posizione c’è stata da parte del capogruppo regionale del Pdl-An, Rocco Palese, che ha giudicato “inqualificabile” il comportamento dell’esecutivo. Ma niente di più, quasi un atto dovuto per Palese. Per l’assessore Guglielmo Minervino una decisione sofferta ma coerente, visto che, ha spiegato, “Con i fondi disponibili si copre solo il quaranta per cento del costo del personale. Non solo, ma gli investimenti vengono ridotti, privilegiando, così, le regioni del Nord che, nella gran parte, hanno le Comunità montane oltre i 700 metri di altitudine. In Puglia, al contrario, nessuna delle sei ha questi parametri di riferimento». Con la soppressione della Comunità montana del Gargano si pone fine ad un’esperienza di programmazione del territorio da parte dei tredici Comuni che ne fanno, o meglio, facevano parte (Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Mattinata, Monte Sant’Angelo, Peschici, Rignano Garganico, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Sannicandro Garganico, Vico del Gargano, Vieste), anche se, in verità, non sempre è stata data testimonianza di lungimiranza. Prova ne è, appunto, che, oggi, al suo capezzale nessuno sta versando una lacrima. In effetti, soprattutto negli ultimi anni, le cronache si sono occupate poco o niente di progettualità, ma tutta l’attenzione da parte degli amministratori di turno, fatte le dovute eccezioni, è stata per mettere a punto una strategia politica che guardasse, più che altro, ad interessi di bottega. Il dato più emblematico di tutto ciò è nel fallimento della gestione dell’Azienda Agropolis, nata per finì nobili, ma che ha concluso il suo travagliato percorso con una sentenza di “fallimento” da parte di un giudice del Tribunale di Foggia.
Presupposti poi sfociati nella soluzione adottata dalla Regione Puglia che ha “liquidato” i tre enti montani della provincia di Foggia. Non si esclude un’operazione di salvataggio.
Francesco Mastropaolo