Menu Chiudi

Un distretto per il risparmio energetico nei tre comuni della fascia Pedegarganica

San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e Rignano Garganico – la proposta del consigliere provinciale della Sinistra Arcobaleno Michele Aucello fatta propria dall’assessore regionale Michele Losappio – nel rispetto del trattato di Kyoto.  Un “Distretto intercomunale per il risparmio energetico e per il rispetto degli accordi di Kyoto” che coinvolga i Comuni di San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e Rignano Garganico. E’ la proposta resa nota nei giorni scorsi a San Giovanni Rotondo nel corso di un incontro pubblico organizzato dalla Sinistra Arcobaleno nel chiostro di Palazzo San Francesco, sede della municipalità sangiovannese. L’idea è del consigliere provinciale Michele Aucello (Sa) ed è stata fatta propria dai sindaci, dagli amministratori pubblici, dai rappresentanti dei partiti e dei sindacati presenti all’appuntamento. Tra gli altri sono intervenuti l’assessore regionale Michele Losappio (Sa), il sindaco della città ospitante Gennaro Giuliani (Pd), il sindaco di Rignano Garganico Antonimo Gisolfi (Indipendente), il sindacalista Giuseppe Palladino e la responsabile della Sa locale Nunzia Canistro. Gremito fino all’inverosimile il chiostro comunale, a dimostrazione che il risparmio energetico e le energie alternative stanno interessando tantissime persone e non solo gli addetti ai lavori. Fotovoltaico, eolico, biogas intelligente e sfruttamento delle maree possono sembrare grossi paroloni, ma sono cose reali e ormai alla portata di tutti, ha precisato nel suo intervento il consigliere provinciale Aucello. Con questi sistemi si può creare energia con lo sfruttamento pulito della natura, senza inquinare, senza rischi per l’uomo e per l’ambiente. E in un periodo di crisi economica e di carenze occupazionali l’uso intelligente dell’energia, con il no agli sprechi, può diventare una manna dal cielo per le finanze delle famiglie meno abbienti e delle aziende in difficoltà. Per questo, ma anche per concordare gli interventi e presentare finanziamenti intercomunali ad hoc, Aucello ha proposto la creazione di un “Distretto” unico tra i tre comuni, che collaborando assieme potrebbero offrire alla popolazione residente, alle aziende e agli stessi Enti strumenti utili e risparmi garantiti con l’uso non smodato dell’energia elettrica. La Sinistra sangiovannese e garganica ha approfittato dell’occasione per ribadire la necessità di creare una rete anche per i grossi progetti, tipo i parchi fotovoltaici o eolici, che devono essere sì aperti, ma controllati, per non creare impatti ambientali ed orografici. Dal canto suo l’assessore regionale Losappio ha garantito l’interessamento della Giunta Vendola (il Governatore era assente all’incontro perché impegnato in un’altra manifestazione con temi similari in provincia di Bari) al distretto e alle politiche energetiche rispettose del protocollo di Kyoto, l’accordo internazionale che si propone di ridurre le emissioni di gas serra responsabili del surriscaldamento globale, dei disastrosi eventi climatici sempre più frequenti (i cinque uragani in due settimane di quest’estate, ondate di calore torrido, di temperature glaciali, alluvioni). Nel 1992 ci fu lo Storico Earth Summit, a Rio de Janeiro, dove 184 nazioni si riunirono per discutere del futuro della terra. Viene firmata la Convenzione "quadro" sui cambiamenti climatici (Unfccc). Nel 1997 le più urgenti misure per l’attuazione della Convenzione vengono definite durante una Conferenza internazionale a Kyoto, in Giappone: è il Protocollo di Kyoto. Per farlo diventare obbligatorio occorreva che i Paesi produttori di almeno il 55% delle emissioni di CO2 nel mondo lo firmassero. Nel 2004 la Russia aderisce al protocollo, facendo scattare la soglia. Dopo 90 giorni il Protocollo sarà obbligatorio per mezzo mondo, Europa in testa. Mancano gli Stati Uniti (che riversano in atmosfera da soli un quarto delle emissioni di gas serra mondiali!), ritiratisi nel 2001 asserendo che avrebbe danneggiato l’economia Usa e ingiustamente favorito i Paesi in via di sviluppo; Australia e India si astengono, la Cina se ne disinteressa. Nel 2005 (16 febbraio) il Protocollo di Kyoto entra in vigore. Ma cosa dice? I punti chiave sono: per i Paesi più industrializzati, tra cui l’Italia, l’obbligo è ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, nel periodo di adempimento che va dal 2008 al 2012; gli stessi Paesi devono favorire iniziative volte alla creazione di strumenti per ridurre la CO2, anche con investimenti che favoriscano lo sviluppo sostenibile dei Paesi non ancora industrializzati; un punto importante è valorizzare la risorsa "foresta" invece che sfruttarla; ogni Paese industrializzato, inoltre, deve fare una stima delle emissioni gassose; saranno incentivate le energie rinnovabili; si possono ipotizzare eco-tasse che colpiranno i prodotti più inquinanti, e invece agevolazioni per le aziende che adottano atteggiamenti eco-compatibili; i Paesi firmatari vanno incontro a rappresaglie economiche se mancheranno di raggiungere gli obiettivi. Il Protocollo di Kyoto è il più grande gesto che le nazioni del mondo hanno fatto per salvare il clima del pianeta, il nostro ambiente. Forse da solo non sarà sufficiente per assicurare un’inversione di tendenza delle temperature. Eppure, obbligando gli stati, e quindi a cascata le aziende, gli amministratori – e tutti noi! – a valutare quanti gas climalteranti produciamo col nostro stile di vita, già raggiungerà il suo primo, e forse decisivo effetto: diffondere consapevolezza e attenzione verso l’ambiente. Ogni attività, ogni nostra azione produce CO2. Ora dobbiamo calcolare quanta. Adottare tutte le misure, gli accorgimenti per ridurla: razionalizzare i consumi, usare energie rinnovabili e compensarla. Oggi si può. Il futuro del nostro pianeta non dipende solo dai trattati e dalle politiche dei governi: molto dipende dalle nostre scelte. Per questo, Impatto Zero è un’opzione importante. Impatto Zero è il primo progetto italiano che concretizza gli intenti del Protocollo di Kyoto. Lo ha promosso LifeGate, in collaborazione con enti scientifici e Università italiane, per quantificare l’impatto ambientale e compensarlo grazie agli alberi, che hanno la capacità di assorbire anidride carbonica.

Garganopress.net