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Regione, intesa bipartisan meno consiglieri nel 2010

Ma sullo sbarramento maggioranza in bilico.

 

Dieci poltrone in meno, il n consiglio regionale pugliese ha scelto la sua dieta dimagrante. E’ partito da questo accordo il lungo iter che, nel prossimo anno di legislatura, dovrebbe portare alla modifica delle legge regionale pugliese. Tutti i partiti riuniti ieri nella sottocommissione per le riforme, hanno accettato questo taglio alla spesa della politica regionale. Anche i partiti minori che, prima dell’incontro di ieri, avevano dimostrato qualche resistenza. “Siamo assolutamente a favore di questa proposta che consentirà un enorme risparmio di denaro pubblico – ha confermato ieri, a margine della sottocommissione, Donato Pellegrino, eletto nelle file dello Sdi – una politica della riduzione della spesa avrebbe l’appoggio unanime di tutto il consiglio regionale”. Ma l’accordo si è fermato qui. I rappresentanti della sottocommissione presieduta da Franco Chiarelli sono ancora molto distanti dall’intesa sul vero nodo da sciogliere. Quello sbarramento che impedirebbe ai partiti che raccolgono meno del 4 per cento delle preferenze di accedere al consiglio regionale.
La questione è tutta nelle mani del partito democratico. Schiacciato tra le esigenze dei piccoli partiti che hanno chiesto l’annullamento di questo tetto d’ingresso e l’assoluta contrarietà del Pdl (che addirittura vorrebbe alzare lo sbarramento al 5%), c’è il Pd. Ieri i rappresentanti del partito del segretario regionale Michele Emiliano, hanno chiesto al presidente della sottocommissione di poter disporre di maggiore tempo per esprimersi sulla soglia del 4 percento. “Prima di assumere una posizione univoca, dobbiamo avviare le necessarie consultazioni a livello provinciale e regionale”, ha fatto sapere il capogruppo in consiglio regionale, Antonio Maniglio. Ufficialmente il Pd ne ha fatto una questione di percorsi di democrazia interna da rispettare. Ma il partito, sull’annullamento dello sbarramento, è spaccato in due al suo interno. da un lato c’è il nucleo storico dei consiglieri regionali (soprattutto ex Ds) che avrebbe promesso ai partiti minori della coalizione del governo regionale pieno appoggio su questo fronte. Dall’altro ci sarebbe la linea del leader nazionale Walter Veltroni (replicata in terra pugliese dal segretario regionale, Michele Emiliano) che vorrebbe lasciare inalterata la soglia di sbarramento. Per questo il Pd, ieri, ha preso tempo. Una decisione che era nell’aria e che non ha spiazzato piccoli alleati e opposizione. “Se neanche il partito democratico ha una visione univoca su questa scelta – suggerisce Pellegrino – allora sarebbe meglio rimandare l’intera riforma alla prossima legislatura”. I partiti minori,capeggiati dai socialisti e da Rifondazione comunista, il partito del governatore Nichi Vendola, non hanno intenzione di cedere su tutti i fronti. Se passa la riduzione dei consiglieri regionali, dovrebbe cadere lo sbarramento del 4 per cento. O altrimenti i piccoli partiti, già dalle prossime consultazioni potrebbero essere spazzati via dalla massima assise regionale.