Caro Sandro Siena, Michele Mascia, Fabrizio Losito, Carmine Azzarone,
mi rivolgo a voi che continuate, ostinandovi a raccontare un calcio che stanno demolendo. Vi seguo come si faceva una volta, con romantica passione, stando in campagna alla domenica, mentre faccio finta di coltivare (sic!) il mio giardino. Una volta era sacro “tutto il calcio minuto per minuto”. Siete bravi. Ma non posso fare a meno di intervenire dopo aver ascoltato oltre che letto su questo blog le ultime vicende del calcio viestano. Non rendetevi complici di questo modo di fare che oramai impera a Vieste da qualche anno. Penso, anzi, sono convinto, che in tanti stanno esagerando. Certo la televisone non aiuta. I “Caressini”, oramai dilagano. Tutti si credono Del Piero o Moratti, per non parlare del “Mourinho" della Viestese. A proposito ma chi è questo Pino D’Accia? Il suo sarcasmo padulista più che roba da Zelig mi è sembrato, ieri sera, un ululato, appunto, da incallito padulista che si sforza di parlare in italiano. Certo che ci vuole fegato a dare visibilità a chi intende il gioco del calcio come cosa propria. La saccenteria con cui il nostro D’Accia, ha risposto allo sforzo, perché tale è, di parlare della Viesteste ha fatto traboccare la pazienza anche a chi è nato “sportivamente” paziente. Ditegli di darsi una regolata e che la viestese nonostante la sua presenza è seconda in classifica. Ditegli che a vincere le partite è chi scende in campo, non chi siede in panchina! La mia non vuol essere, si badi bene, un reprimenda contro la persona, in quanto tale. Ognuno è libero di fare e disfare. Ma stare alla testa di una società, continuare a buttarla sul sociale e poi mostrarsi così piccoli e roba da racccappponnnare la pelle.
Facciamo un po’ d’ordine: (solo per rimanere a quelli della mia generazione) il sottoscritto insieme a Alfredo Calderisi, Natalino Di Terlizzi, la buonanima del Toro, Cagnetta, Tatonno D’Onofrio, Ciciuidd, Piero della Torre, Filippo D’Errico, Michele De Leo, Pasquale Polidoro, Carlo Sollitto, Michele Mattera, Peppino e Michele Simone, Piero Vescera, Ignazio Di Carlo, Matteo Cariglia, Franco Pastore….potrei continuare a scrivere ancora per un’ora (…mi perdoneranno quelli che non ho citato)..ah..dimenticavo di quel monumento che ora dirige la radio…hanno contribuito, seriamente, serenamente, sportivamente al mantenimento e alla crescita nel nostro paese del gioco del calcio. Questa è gente che ha fondato e giocato per un lustro nell’Atletico Vieste. Per tanti, troppi, mediocri, oggi non esistono più. Gente che se avesse vent’anni giocherebbe minimo in serie C. Non è per piaggeria…è solo che volevo far presente ai D’Accia, ai giovani che si lamentano, ai dirigenti che si elevano a guru… che a Vieste il calcio è nato prima di loro… Nessuno che se ne ricorda…e nessuno che cerca di coinvolgerli. Certo, hanno fatto un passo indietro. Ma perché? Bisogna per forza alzare la voce? Essere esibizionisti per farne parte? E’ chiaro che si ha paura di essere "offuscati". I ragazzi hanno bisogno di esempi e di vedere sul campo chi la palla la sa calciare. Tutti questi pseudi allenatori. Allenatori? Ma vogliamo prenderci in giro? E’ questo il punto: siete liberi di crederci, fatelo pure, ma sappiate che Vieste è piena di chi ha giocato a calcio e lo capisce. Con le vostre esternazioni sembrate i depositari di chissà quale verità. Ma chi volete prendere in giro. “Dire: più so. Più so di non sapere” (cosa che non sento mai), non significa conoscere Socrate. Cari amici della radio avrei piacere che voi vi sforziate di trasmettere questo banalissimo principio. Più umiltà. Più senso della misura. E, per favore, voi che bazzicate nelle società, cercate di coinvolgere qualche vecchiettaccio che ho su menzionato. Provate a rimettergli le scarpe e lasciateli in mezzo ai nostri ragazzi…poi ci sentiamo fra un paio di anni. Scommettiamo che il Riccardo Spina tornerà a respirare VIESTANO e non viestese……???…………
Vostro Vincenzo