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Sosta a Vieste cara mi costi

Fine luglio 2008. Siamo in fase di rientro, in navigazione verso Nord provenienti da Otranto. Abbiamo fatto una bella sosta in questo porto ospiti della Lega Navale di cui sono socio da oltre vent’anni. Siamo stati bene anche a Brindisi e a Bari, sempre presso i pontili della Lega Navale. Infine a Trani, splendida città e ottima sede della LNI, dove siamo stati ospiti per cinque giorni in attesa che si calmasse una burrasca forza 7. Da Trani decidiamo di iniziare la traversata verso Vis, per poi costeggiare la Croazia e rientrare a Grado. Non abbiamo intenzione di fermarci a Vieste che sarebbe il trampolino più logico per la traversata, perché in passato ho avuto due o tre volte occasione di sostarvi e non mi sono mai trovato bene. Di mattino presto partiamo con vento da Nord Ovest e mare ancora formato per la burrasca appena passata. Navighiamo di bolina, devo dire che il mio ketch, un Gib’Sea 38 di qualche anno fa ma ancora molto affidabile e marino, naviga bene e ha una grande stabilità. Così, per tutta la giornata avanziamo verso Nord, sempre di bolina stretta e sempre con un gran mare di prua. L’equipaggio di quattro persone è già piuttosto stanco (siamo tutti di secondo pelo, il più giovane sono io che ho 65 anni) e inoltre abbiamo una piccola avaria all’ avvolgifiocco che necessita di un intervento, ma in acque più tranquille. Così, prima dell’imbrunire con l’aiuto del motore, in deroga alla precedente decisione, concordiamo per entrare a Vieste che ormai è molto vicina, per una breve sosta tecnica. Entrando nell’ avanporto mi sorprende notare che nei luoghi indicati dal portolano per l’ancoraggio non ci sia nessuna imbarcazione; in Croazia ci sarebbero tanti gavitelli su corpo morto per facilitare la sosta alle barche in transito. Ma qui siamo in Italia…
Sulla dritta noto un marina non ultimato, con tanti potenziali posti, ma neanche l’ombra di una sola barca. Molto strano. Chiamo la sezione locale della LNI che purtroppo mi comunica di non potermi ospitare per mancanza di posti.
Pochi metri ancora… ed ecco i falchi in agguato. Ora ricordo perché non mi ero mai trovato bene a Vieste! Pochi pontili galleggianti con tanti padroni che ti aggrediscono, anche su gommoni, per portarti sul loro. I prezzi offerti, come al mercato, con gesti e voci poco comprensibili, sembrano variare da 70 a 90 euro per una notte, senza nient’altro che un po’ di acqua e di corrente. Io sono abituato in Croazia a non mercanteggiare mai perché so che i prezzi sono sempre uguali per la mia barca, in qualunque marina, con servizi puliti, docce calde, lavanderia, market, ristorante, etc. Di solito non pago mai più di 50 euro.
Pensiamo che non valga la pena pagare per sistemarci per la notte per poi dovere partire molto presto. Siamo già in ritardo con la tabella di marcia e non possiamo rilassarci. Che si fa? Sono quasi le ore 20. Decidiamo di affiancarci a un motopeschereccio, come avevamo fatto a Monopoli su indicazione della Capitaneria, di sistemare l’avaria mentre le signore approntano una veloce cena e poi ripartire subito. Così, risolta l’avaria in un’oretta circa, con la cena quasi pronta, mentre stiamo godendo qualche minuto di relax in pozzetto, mi sento chiamare dal vicino motopeschereccio da un giovane e gentile sottufficiale della locale Capitaneria di Porto che mi dice, con molto garbo, che lì non si può sostare. Chiedo dove posso fermarmi per qualche ora e sempre cortesemente mi risponde che non si può in nessun luogo se non nei pontili a pagamento. Ribadisco che mi sono fermato per riparare un guasto e che fra due o tre ore riparto… Niente da fare.
Chiedo ancora, un po’ seccato, se posso ancorare nell’avanporto, come descritto sul portolano del 2007. Niente, o i pontili o il verbale, come da ordinanza della locale Capitaneria del mese di aprile 2008 di cui naturalmente non sono a conoscenza. E quale sarebbe il motivo di questa ordinanza? Perché qualche mese prima, mi rispondono, si è verificato un non meglio chiarito incidente con un’imbarcazione da diporto.
Siamo avviliti: il sospetto che un’ordinanza così drastica sia potuta scaturire anche per favorire i “falchetti” dei pontili a pagamento non sfiora soltanto noi. Anche il sottufficiale ha qualche perplessità e mossosi a compassione, mi dice: «Io non ho visto nulla, farò il prossimo giro d’ispezione prima dell’alba e se non ci sarete più. -. Tutto bene». A mezzanotte molliamo gli ormeggi, rotta per la Croazia, qui siamo in Italia, ahimé.
Biagio Bidona
Lettera pubblicata sul mensile
Bolina