Menu Chiudi

Marinacci sta organizzando la corrente UDC che guarda a destra

Mentre Pierferdinando Casini affina la sua posizione per le future tornate amministrative e prende spunto, senza sbilanciarsi, dall’alleanza in provincia di Trento con il Pd, una fetta del partito si incontra con il vice segretario nazionale Mario Tassone Roma. La scorsa settimana la base più strenuamente vicina al centrodestra si è riunita all’Hotel della Minerva per tracciare un solco più chiaro della direzione politica.  A darne notizia il consigliere provinciale Nino Marinacci che, come ha in più occasioni dichiarato, a sinistra non ci anidrebbe “nemmeno con i carabinieri’ Evidentemente non è l’unico a pensarla così, nell’assise romana oltre quattrocento consiglieri nazionali hanno espresso il loro  no riguardo allo schiacciamento a sinistra.
In caso limite, proprio, si corre da soli tenendo la barra al centro, ma questa foga trentina che arriva fino
all’Abruzzo con il gemellaggio a favore del Pd, non va giù ai tassoniani. Nessuna scissione nell’aria, solo una richiesta, con
annesso documento, di un consiglio nazionale per chiedere a Casini: “Dove vai?’ Un quesito cui l’ala ex Cdu ha già dato una risposta: “Siamo i templari dello scudo crociato- pontifica Marinacci- ci chiamiamo Udc come Unione dei democratici cristiani e di centro, se diventiamo Union di centro andiamo verso il laico, i liberale, il social-democratico. In questo periodo le prove tecniche di fusione tra i partiti del centro sono in atto, raccogliendo identità a destra e a manca potrebbe capitare che l’accento si sposti, esageratamente, verso il Pd. E Marinacci richiama alla recente storia della Balena Bianca:
“Dopo il ‘95 chi voleva andare a sinistra se n’è andato, prima con i Popolari, poi con la Margherita, ora con il Pd. Quella scelta, oggi, viene ribadita e si coglie l’occasione per rimarcare alcune peculiarità dell’impegno politico di centro: “La famiglia, la scuola e la sanità sono punti cardine da affrontare. Sulla scuola è inutile pensare di affrontare i problemi con i conti alla mano. Chiaro che se Foggia perde una scuola non se ne accorge nessuno, mi dispiace per il capoluogo, se ciò capita alle Tremiti, a San Marco La Catola, a Carlantino allora è molto grave, come se si chiudessero la caserma della polizia o il Pronto soccorso”. Battaglie che una parte dell’Udc, “più del 50% del partito”, spiega Marinacci, vuole condurre nel centrodestra. Si richiamano allo Statuto fondativo del 2002, senza complessi di inferiorità, tuttavia, nei confronti del Pdl. “Certo non siamo i parenti poveri, non stiamo lì con il cappello in mano a chieder chissà che, di loro non ci importa proprio nulla”. Prima di entrare nel vivo della campagna elettorale – Abruzzo a parte- cercano di capire le mosse di Casini. I punzecchiamenti del premier nei confronti dei centristi sono stati svariati, dalle ultime politiche viaggiano su binari diversi. Se sia una strategia, è tutto da capire: “Può darsi si voglia far intendere al Pdl che ce la facciamo anche senza di loro, ma se si tratta di revanche contro Berlusconi allora dico: la politica non si fa con le ripicche ma guardando al futuro”. Da Roma alla Capitanata alla Puglia Marinacci ha diffuso i principi del Direttorio: “La pensano così anche Enrico Santaniello, i consiglieri regionali Gigi Caroppo e Simone Brizio,oltre a Gigi Loperfido”. Quest’ultimo veniva dato in rotta di avvicinamento con i Popolari Liberali, la corrente di Giovanardi interna al Pdl. Marinacci smentisce l’esodo e ridimensiona, inoltre, la portata dell’effetto Pionati’ il portavoce dell’Udc allontanato dal segretario Cesa per un pranzo, carbonaro, con Berlusconi: “Pionati rappresenta solo se stesso e fin qui la conta del suo pacchetto elettorale, nota a margine anche dei Popolari Liberali sul giornalista. Per il resto la libertà è totale: “Non è detto che sè qualcuno va a pranzo con uno del Pdl diventa tale. Pionati può pranzare con chi gli pare”. Dopo la sua testa è saltata anche quella della segretaria di fiducia dell’Udc nazionale, per un pranzo cui, pare, non avesse nemmeno partecipato.

Paola Lucino
L’Attacco