E’ entrato in caserma a bordo del suo "Ape Car" e poi, in evidente stato di agitazione ha detto, rivolgendosi ad un militare: "l’ho ucciso io, ho ucciso Luciano". Così si è costituito ai carabinieri Ciro Pastore pensionato 66enne di Manfredonia arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Era ancora sotto shock quando si è presentato in caserma per raccontare quanto commesso poco prima nei confronti di Luciano Rinaldi, 38enne del centro sipontino. Ha dichiarato di averlo atteso , nascosto tra l’erba alta e poi di aver premuto il grilletto del suo fucile da caccia calibro 12. Ha fornito anche indicazioni precise sul luogo dove si trovava il suo rivale. "Ora si trova lì, in viale dei Pini". Accorsi sul posto i militari hanno udito in primis delle urla strazianti: "salvatemi la vita, non foglio morire, quello è un assassino", poi scovando tra l’erbaccia hanno trovato il Rinaldi riverso in una pozza di sangue. Lo stesso è stato immediatamente trasportato presso la casa sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo dove è tuttora ricoverato in prognosi riservata. Sebbene le sue condizioni siano piuttosto preoccupanti, il proiettile gli ha provocato uno shock midollare con relativa paralisi del braccio e della gamba sinistra, non rischia la vita. Alla base del folle gesto di Pastore ci sarebbero vecchi rancori dovuti probabilmente a motivi di confini terrieri. Il pensionato ha poi proseguito nel suo racconto dichiarando ai carabinieri che erano tre o forse quattro giorni che si appostava lì in attesa che passasse il suo rivale. Dopo aver premuto il grilletto Pastore ha portato via il fucile che imbracciava lo stesso Rinaldi. Infati a bordo dell’Ape Car i militari hanno recuperato le due armi. Ora la vittima è piantonata in ospedale ed è stata arrestata per porto abusivo di armi. Il fucile infatti appartiene al padre dello stesso. Reato contestato anche al Pastore che ha sostenuto di aver trovato il fucine nel suo fondo qualche anno fa.