Un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, tra la Calabria e la Puglia, è stata sgominata dai carabinieri della Compagnia di Soverato e dai colleghi del Reparto operativo provinciale di Catanzaro. Cinque le persone arrestate (tre in carcere e due ai domiciliari) mentre per altre due persone è stato emesso l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza. L’inchiesta ha interessato i centri della Locride con Gioiosa Jonica, la provincia di Foggia, Larino, Campobasso, L’Aquila e la provincia di Verona, dove sono stati rintracciati i destinatari dei provvedimenti per associazione per delinquere di stampo mafioso dedita al traffico di sostanze stupefacenti. In manette sono finiti: Baglian Khaled, 46 anni, cittadino libanese già in carcere a L’Aquila per l’omicidio di Luciano Tropea, compiuto nel 1992 nel Soveratese; Francesco Costa, 29 anni, e Cosimo Salvatore Pelaia, 39, entrambi della Locride. Gli arresti domiciliari sono stati, invece, concessi a Valentino De Santo, 33, e Michele Di Corso, 45, entrambi del Foggiano; mentre l’obbligo di presentazione è stato emesso nei confronti dei fratelli A. e R. Z., rispettivamente di 32 e 36 anni, residenti il primo in provincia di Verona ed il secondo ad Imola. Le indagini sono state portate avanti dalla Compagnia dei carabinieri di Soverato, in provincia di Catanzaro, che ha ricostruito i collegamenti dell’organizzazione nel traffico di sostanze stupefacenti, con ramificazioni in diverse regioni d’Italia, a partire dal ruolo svolto dalla cosca dei Costa di Siderno (Reggio Calabria) e dai legami con la criminalità del Foggiano. Da qui i provvedimenti emessi dalla Direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Reggio Calabria, con le attività investigative che proseguono per chiarire il ruolo di altri personaggi che potrebbero essere legati all’organizzazione.
Nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro, il maggiore Massimiliano Dovico, nuovo comandante nel nucleo investigativo del reparto provinciale, il tenente Giancarlo Russo ed il luogotenente Pietro Quaresima, della compagnia di Soverato, hanno ricostruito le varie fasi dell’inchiesta, portata avanti con i metodi tradizionali delle intercettazioni, telefoniche ed ambientali, e dei pedinamenti. Nel corso delle indagini è stato sequestrato, in diverse fasi, oltre mezzo chilogrammao di cocaina purissima che, prima di essere messa sul mercato solitamente viene «tagliata». Secondo gli investigatori, nella zona del Foggiano, in particolare a Lucera, il libanese Bayan, cognato dell’altro arrestato, Di Corso, gestiva lo spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina ed eroina. Una volta escluso dalla criminalità pugliese, il libeanese, che vanta una serie di rapporti con esponenti della ‘ndrangheta calabrese, aveva attivato il canale di rifornimento con il clan Costa di Siderno, nella Locride, rappresentato da Francesco Costa, nipote dei presunti boss Tommaso e Giuseppe. Durante l’indagine, i carabinieri hanno accertato anche che i trafficanti avevano studiano un linguaggio in codice (con termini come «maglione» e «giubbotto») per ordinare il quantitativo di droga da acquistare e per organizzare al meglio la consegna ed il trasporto fino alla destinazione.