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PROCESSO A “FAMIGLIA FOGGIANA”, condannati anche due viestani

Il tribunale di Fermo, presieduto da Ruggiero Dicuonzo (giudici a latere Diana Caminiti e Ferdinando Scolaro), ha condannato undici dei 15 imputati nel processo "Famiglia Foggiana", clan pugliese che a cavallo fra gli anni Novanta e i primi anni Duemila aveva imperversato nel Fermano. Queste le pene: Andrea Maizzi, 55 anni, di Foggia, da anni trapiantato a Fermo, indicato dall’accusa come il capo della famiglia criminale, 10 anni; Luigi Villani, 55 anni di Foggia, 4 anni e 6 mesi. Stessa pena anche per Davide Sarrocco, 31 anni, di Moncalieri; Angelo Notarangelo, 29 anni, di Vieste; Salvatore Ranieri, 29 anni ,di Vieste; Nicola Preziosa, 38 anni, di Cerignola; Massimiliano Lionetti, 35 anni, di Cerignola. Due anni per Antonietta Maria Montini, 43 anni, di Fermo. Un anno per Patrizia Giacchi, 48 anni di Macerata e Gerardo Imbrice, 54 anni, di Fermo e Felice Direse, 37 anni di Foggia. A fronte di queste condanne, cade pero’ l’accusa per associazione di stampo mafioso, e quella per l’associazione finalizzata allo spaccio. In sostanza, il sodalizio agiva in svariati ambiti criminosi, ma senza una strutturazione certa. Soddisfatto peraltro il pm Raffaele Iannella, cosi’ come i legali di Maizzi, De Minicis e Piattoni. Il processo traeva origine dall’operazione "Reclaim" con cui, nel maggio 2002, i carabinieri avevano arrestato 70 persone, ritenute appartenenti al clan, ritenuto affiliato alla Sacra Corona Unita, e comunque attivo nello spaccio, le rapine, il racket della prostituzione e del gioco d’azzardo. Il procedimento aveva poi subito strade tortuose, con uno stralcio verso la procura distrettuale antimafia ed altre pronunce davanti al gup, relativamente ad altri imputati.