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Vieste/ Reintegro Consiglio Comunale Mauro Clemente. Le comunicazioni del Sindaco

In data 26 gennaio 2009 è stata depositata presso la Cancelleria del Tribunale di Foggia la Sentenza n. 98/09. Diamo, rispettosamente, esecuzione alla sentenza, anche se fino ad oggi non è stata ancora formalmente notificata, dalla Cancelleria del Tribunale di Foggia, alla sottoscritta ed al Sig. Presidente del Consiglio Comunale. All’esito dei pronunciamenti dei competenti organi giudiziari circa la dichiarazione di decadenza del consigliere comunale dr. Mauro Clemente, deliberata da questo Consiglio Comunale nell’adunanza del 14 luglio 2008, è necessario svolgere alcune considerazioni sull’attività posta in essere dal Comune di Vieste in seguito ai giudizi promossi dall’interessato.
Va ricordato che il consigliere comunale dr. Mauro Clemente richiese ed ottenne un decreto ingiuntivo nei confronti dell’Aurora s.p.a. per il pagamento di circa 250.000 euro, da lui pretesi a titolo di competenze professionali.
Come è noto a tutti, la società Aurora risulta costituita dalla partecipazione maggioritaria (oltre il 93%) del Comune di Vieste, per cui è evidente che qualsiasi movimento patrimoniale di detta società ha conseguenze dirette sul patrimonio del Comune di Vieste.
Il Consiglio di Amministrazione deJl’Aurora s.p.a. si oppose alla pretesa avanzata dal consigliere comunale dr. Mauro Clemente, ritenendola infondata ed illegittima, per cui la Giunta comunale deliberò di intervenire nella causa di opposizione, stante il
concreto interesse del Comune a non veder depauperare il proprio patrimonio di una somma così ingente, peraltro oggetto di radicale contestazione.
La decisione della Giunta ha dato uogo a considerazioni di vario genere.
Secondo alcuni si è trattato di un atto strumentale alla creazione di un contenzioso tra il Comune di Vieste ed il consigliere comunale dr. Mauro Clemente, mentre per altri la decisione di intervenire a tutela del patrimonio comunale era un atto dovuto.
Al di là dei risvolti di natura tecnico-processuale circa l’estensibilità dei concetti di lite pendente e di parte di un processo, il ragionamento che ha costantemente orientato la volontà dell’Amministrazione si è mosso su versanti molto meno sottili e ben più concreti.
La giunta, infatti, subito dopo aver saputo che I ‘Aurora s.p.a. aveva deciso di opporsi perché giudicava la pretesa infondata e illegittima (il che vale a dire che i soldi pretesi dal consigliere comunale dr. Mauro Clemente non gli erano dovuti), ha deciso di intervenire nel processo per difendere il patrimonio del Comune, unica reale entità su cui si sarebbe abbattuto l’effetto di un eventuale pagamento.
Qualsiasi cittadino, di fronte ad una situazione così chiara, avrebbe percepito il pericolo per il Comune di essere esposto ad un pagamento ingiusto, ma soprattutto qualsiasi cittadino avrebbe percepito che la pretesa del consigliere comunale dr. Mauro Clemente era diretta ad ottenere 250.000 euro che alla fine sarebbero stati pagati dal Comune.
Pertanto, qualsiasi cittadino avrebbe capito ciò che la Giunta aveva il dovere di capire: cioè che la pretesa del consigliere comunale dr. Mauro Clemente aveva come oggetto 250.000 euro del Comune di Vieste.
Dopo una simile oggettiva constatazione, la domanda sorge spontanea per tutti: se i 250.000 euro pretesi dal consigliere comunale dr. Mauro Clemente alla fine li deve pagare il Comune, nonostante vi siano ragioni che non giustifichino come dovuto questo pagamento, chi ha cominciato la lite, il consigliere comunale dr. Mauro Clemente o il Comune?
Non vi è chi non veda che sostenere la tesi del contenzioso provocato dal Comune con l’intervento nel giudizio di opposizione alla pretesa del consigliere comunale dr. Mauro Clemente è un artificio che travisa la realtà delle cose. In definitiva, la lite non è stata provocata dall’Amministrazione comunale, ma dal consigliere comunale dr. Mauro Clemente, il quale era ben consapevole che i soldi da lui pretesi, alla fine dei conti, dovevano essere pagati dal Comune di Vieste.
Se tutto ciò è vero, così com’è vero senza ombra di dubbio, i presupposti per la decadenza del consigliere dr. Mauro Clemente erano più grossi del nostro Pizzomunno!
E se ne è accorto lo stesso consigliere comunale dr. Mauro Clemente, il quale, per eludere detta incompatibilità, ha ceduto a terzi il suo credito (o meglio: la sua pretesa di credito).
Orbene, se questa cessione sia stata sufficiente a rimuovere la causa di incompatibilità o meno, è quesito giuridico su cui ha risposto positivamente la sentenza del Tribunale di Foggia.
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In merito alla Sentenza del Tribunale Ordinario di Foggia ritengo dover puntualizzare alcuni aspetti:
c In primis va evidenziato che il Tribunale ha ritenuto ammissibile l’intervento del Comune nel presente giudizio proposto avverso la dichiarazione di decadenza e confermato quanto sancito dal TAR, così implicitamente affermando la sussistenza di un interesse del Comune ad opporsi alle domande del ricorrente.
I Il Tribunale muove dal presupposto che il concetto di lite pendente va inteso in senso sostanziale, e cioè postula una contrapposizime tra due parti in ordine ad una pretesa di merito. Eppure, nella specie, nega l’esistenza di una lite pendente tra ricorrente e Comune, sul presupposto meramente processuale (e quindi non sostanziale) che il Comune ha spiegato in quel giudizio soltanto un intervento adesivo dipendente.
Nessun cenno fa invece il Tribunale alla esistenza o meno di una contrapposizione del Comune rispetto alla pretesa creditoria del ricorrente (che rivendica 253mi1a, 967 euro per prestazioni professionali), trascurando pure il fatto che il Comune è socio di maggioranza della Società Aurora Spa e quindi fronteggerà con il proprio patrimonio le pretese del ricorrente;
:I Viceversa, sono state depositate in giudizio ben due sentenze la n. 2639/08 e la n. 2892/08 con le quali il TAR PUGLIA ha rigettato i ricorsi amministrativi dello stesso Dr. Clemente, facendo anche espresso richiamo alla sussistenza di
un interesse sostanziale del comune di Vieste nella lite pendente dinanzi al Tribunale, sezione di Manfredonia, proprio in considerazione del pacchetto azionario di proprietà del Comune, socio della Aurora, e della entità del credito azionato dal Dr. Clemente “suscettibile di creare una situazione di illiquidità irreversibile e/o di abbattere il valore delle azioni”.
Per escludere, comunque, la sussistenza della causa di incompatibilità, il Tribunale rileva che, nella specie, la lite pendente sarebbe venuta meno, in considerazione della avvenuta cessione del éredito a terzi da parte del ricorrente. Il Tribunale afferma che la lite con il cedente viene a cessare con la costituzione in giudizio del successore a titolo particolare e quindi con l’estromissione dell’alienante, sottolineando però (e giustamente) che a tal fine occorre il consenso delle altre parti.
Epperò il Tribunale trascura di considerare che nella specie, come eccepito dal Comune, non è stato espresso alcun consenso dalle altre parti (Comune e Società Aurora) all’estromissione in giudizio del ricorrente.
Il Tribunale non ha considerato che l’avvenuta cessione del credito non è pponibile al Comune, in quanto come eccepito dal Comune stesso, è stato espresso per atto pubblico ovvero con scrittura privata con firma autenticata.
Solo per dovere di corretta informazione devo evidenziare che anche il Pubblico
Ministero concludeva per il non accoglimento del ricorso del cons. Clemente.
Leggo testualmente dalla sentenza: “All’udienza odierna nella quale compariva
anche il Pubblico Ministero (che concludeva per il rigetto del ricorso)… omissis”.
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Conseguentemente, in considerazione della certa situazione di incompatibilità in cui si è venuto a trovare il consigliere comunale dr. Mauro Clemente, per aver egli preteso di riscuotere oltre 250 mila euro, il cui pagamento sarebbe ricaduto inesorabilmente sul Comune di Vieste, la Giunta prima ed il Consiglio Comunale dopo hanno deciso di conseguenza, sia per la partecipazione al giudizio di opposizione, sia per il provvedimento di decadenza che ha comportato la surroga del consigliere comunale dr. Mauro Clemente con il primo dei non eletti della lista di relativa espressione, cioè il consigliere comunale Michele Lapomarda.
Bene, adesso bisogna chiedersi in tutta sincerità: che cosa vi è stato di tanto grave nel comportamento dell’Amministrazione da meritare tutti gli attacchi che evito di qualificare per non prestare il fianco ad inutili e troppo comode polemiche.
Si è parlato addirittura di attacco alla democrazia e dopo la pronuncia del Tribunale di Foggia si sono pretese a gran voce le dimissioni del Sindaco e della Giunta.
Ma chi ha invocato tutto questo non si è reso conto che un altro Giudice, e cioè il TAR di Bari, anch’esso sollecitato dallo stesso consigliere comunale dr. Mauro Clemente, addirittura in due ben distinte sentenze, aveva in precedenza chiarito definitivamente che l’intervento dell’Amministrazione comunale nel giudizio di opposizione al pagamento dei circa 253 mila euro pretesi dal consigliere comunale dr. Mauro Clemente era un atto dovuto.
Era un atto dovuto soprattutto perché quella somma così ingente era “suscettibile di creare una situazione di illiquidità irreversibile per il Comune di Vieste”.
Il TAR di Bari, in definitiva, ha detto a chiare lettere che l’Amministrazione h fatto il proprio dovere, che il Sindaco e i componenti della Giunta hanno fatto il proprio dovere, che il Consiglio Comunale ha fatto il proprio dovere.., e a questo proposito voglio sottolineare che per i rappresentanti di un Ente pubblico fare il proprio dovere significa fare l’interesse dei cittadini !!!
Evidentemente, per qualcuno l’interesse dei cittadini non è poi così importante, specialmente se è in conflitto con i propri interessi personali, ma siccome il conflitto d’interessi è una situazione che non può toccare chi crede di essere “santo in terra”, è consequenziale che questi gridi allo scandalo, all’attentato alla democrazia e che, in definitiva,, chieda l’epurazione di tutti coloro che hanno ostacolato le sue pretese meramente personali.
Francamente non si comprende come mai su una vicenda con dei netti profili di coinvolgimento personale, il Cons. Mauro Clemente, spalleggiato dal consigliere Aldo Ragni, abbia orchestrato una sonora campagna politica allusiva ad una sussistente —a loro dire- volontà di persecuzione da parte di questa Amministrazione nei confronti della figura del cons. Clemente; il quale cons. Clemente si è prestato.. , ad indossare i panni molto presunti del “martire” perseguitato, ben guardandosi dall’ aver voluto commentare sui mass media locali —con la stessa supponente solerzia di questi giorni- la portata interpretativa delle sentenze del TAR PUGLIA ed in particolare la condanna alle spese (anche per lui) comminata dalla Sentenza dello stesso TAR n. 2892/2008.
Il risultato di tale faziosa chiave di lettura, come era lecito attendersi, si è trasformato in un clamoroso boomerang per chi l’ha avvalorata; tanto è vero che non ha per nulla scalfito o lacerato le convinzioni di questa maggioranza, che sulla vicenda fin dall’inizio -ritenendo nitide le finalità di tutela della integrità patrimoniale di questo Comune- ha mantenuto una linea di ortodossa condivisione della condotta intrapresa nei confronti del Cons. Clemente, non ravvisandone alcun accanimento ad personam ma ha spaccato il loro stesso partito, che sta conoscendo in questi giorni una fase di lacerante rottura con dimissioni di rilievo registratesi nei ranghi dei suoi organi più rappresentativi, i cui motivi —tra gli altri- sono tutti riconducibili ad una gestione personalistica, oligarchica e non certo democratica della complessiva azione politica, eloquente metaforico copione della nota massima del toro che eccepisce nei confronti dell’asino le ben note ed autobiografiche protuberanze, per usare un eufemismo.
Ringrazio i consiglieri per l’attenzione prestatami.

Vieste, il giorno 11 marzo 2009

Il Sindaco
Dr.ssa Ersilia NOBILE