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Portaborse alla Regione Puglia prove di intesa bipartisan

Una prima risposta si avrà domani, quando la prima e seconda commissione torneranno a riunirsi per ascoltare i sindacati sulla proposta di legge che aprirà le porte della Regione ai portaborse. Il testo, che gode di un’ampia e trasversale maggioranza, sta creando numerosi mal di pancia nell’esecutivo: il timore è che con la scusa di ridurre la spesa per i missionari (i dipendenti dei gruppi politici che vengono da fuori Bari), si finisca per dare il via a una nuova infornata di precari.  Le proposte sul tavolo sono numerose. Una parte della giunta spinge per congelare il ddl, inserendo nella legge di bilancio la sola norma che taglia i rimborsi ai missionari. Ma si fa strada anche un’altra idea, che nel weekend è rimbalzata da destra a sinistra e che potrebbe essere illustrata domani al tavolo: asciugare il ddl (che prevede anche l’incremento del budget mensile assegnato a ogni gruppo politico), prevedendo soltanto che una parte del risparmio conseguito con il taglio delle indennità ai missionari possa essere speso per assumere un certo numero di esterni. Insomma, una piccola concessione rispetto alla necessità di avere negli uffici politici collaboratori «di fiducia». Tutto questo dovrà fare i conti con il diktat che arriva da Vendola («Ok a rinviare i tagli, purché ci siano da subito dei risparmi ») e con il «no» assoluto dei sindacati. Che domani ribadiranno il concetto: gli eventuali risparmi sulle indennità devono essere spesi per i dipendenti, perché quei soldi appartengono a un fondo previsto dal contratto nazionale. Di cui, quindi, la Regione non può disporre nemmeno per legg e. Se oggi non si troverà un accordo, domani l’assessore al Personale, Guglielmo Minervini, diserterà la riunione in cui dovrà esprimere la posizione dell’esecutivo. Lo farà per lanciare un segnale politico: la giunta non vuol mettersi di traverso rispetto alle decisioni del Consiglio, ma in questo caso non desidera condividerle.