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Regione Puglia, con un blitz to rnano i portaborse

Un emendamento di 4 parole consentirà nuove assunzioni ai consiglieri di tutti i partiti

 

Con il cuore s’indignano. Con la pancia dimenticano, e con la mano poi votano. E così nelle pieghe del bilancio regionale, emendamento dopo emendamento, parola dopo parola, giovedì i consiglieri hanno fatto entrare ciò che non avrebbero mai osato chiedere: un portaborse per tutti, stabilizzazioni a gogo, progressioni di carriera per il personale distaccato. Ecco una carrellata, per nulla esaustiva: per decodificare il vero significato di certe norme serviranno giorni.

È bastato un subemendamento di quattro parole, sostituire «che» con «nella misura in cui», per stravolgere il senso di un articolo e spianare la strada ai portaborse. Fino a martedì, infatti, il senso di quell’articolo (proposto in commissione da Rocco Palese e poi modificato dal vendoliano Sannicandro) era questo: il gruppo politico che non utilizza personale regionale può assumere un portaborse.

Dopo mille proteste da parte dei sindacati, contrari al progetto iniziale, quella norma serviva infatti a ridurre il danno al minimo: dare un portaborse al solo gruppo di Arcangelo Sannicandro, il neocostituito Movimento per la Sinistra. Ma gli altri gruppi devono aver pensato che era un ingiustizia. Con un subemendamento chirurgico (nemmeno il presidente Pepe, in aula, è riuscito a interpretare la firma dei 4 presentatori), il senso è diventato: il gruppo politico, nella misura in cui non utilizza personale regionale, può assumere un portaborse. Ecco che la norma, così come approvata, consente a ciascun gruppo politico di assumere un portaborse per ciascun posto in pianta organica non coperto da un dipendente regionale. Qualcuno ha fatto i conti: significa, potenzialmente, una cinquantina di assunzioni per un anno, fino alle elezioni.

L’emendamento degli assessori Frisullo e Minervini si intitola «assegnazione temporanea». Serve a questo: a Innovapuglia (la società regionale nata dalla fusione tra Tecnopolis e Finpuglia) ci sono una cinquantina di dipendenti in esubero rispetto ai nuovi compiti della società. Sono tutti lavoratori molto qualificati ma le loro competenze non servono più. Per non mandarli in cassa integrazione si è deciso di farne transitare 30 in Regione: daranno una mano con i fondi europei e con la legge sulla trasparenza.

La norma prevede che questo personale «conserva il trattamento economico complessivo in godimento». Significa che, a parità di mansione, la Regione li pagherà il 40% rispetto ai propri dipendenti (in Innovapuglia sono in uso i contratti dei metalmeccanici e quelli dei bancari). Oltretutto questi lavoratori, avendo un contratti di diritto privato, non avranno gli stessi obblighi di riservatezza degli impiegati pubblici.

Ora, in Innovapuglia ci sono 37 precari «storici», per i quali i sindacati confederali hanno già firmato un verbale di stabilizzazione, e altri 167 precari «ereditati» da Finpuglia. Sono, gli «ereditati», i contrattisti presi negli assessorati attraverso le famose short list: una buona metà risale ai tempi del centrodestra.

L’emendamento di Frisullo e Minervini limita il la transumanza dei dipendenti a quelli «a tempo indeterminato» e per non più di 24 mesi. Ma questo, temono fonti sindacali, non è un argine sufficiente. Il meccanismo del «ponte», una volta rodato, potrà essere riproposto come segue: un minuto prima di essere trasferiti in Regione, i precari saranno stabilizzati da Innovapuglia. E una volta arrivati in via Capruzzi, sarà un problema della Regione.

C’è chi smentisce questa ricostruzione. «Non vedo come l’emendamento possa connettersi a qualsivoglia attività di stabilizzazione – dice il presidente di Innovapuglia, che si chiama Pasquale Chieco proprio come il capo del personale della Regione -: le unità che sarebbero suscettibili di essere stabilizzate non sono destinate ad andare alla Regione ma sono funzionali alle attività aziendali».

Ottanta di dipendenti regionali saranno presto trasferiti ai Comuni per il decentramento amministrativo. Questi dipendenti stanno facendo in Regione i concorsi interni per passare di categoria (da A a B, da B a C…). L’emendamento firmato da De Leonardis e Lonigro permetterà agli 80 di finire il concorso anche dopo che saranno trasferiti, e quindi di intascare la promozione di categoria: la differenza di stipendio la metterà la Regione. Insomma, un regalo d’addio.

Val la pena raccontare anche di un blitz fallito. Un articoletto di tre righe a firma di Cappellini, Stefano e Damone prevedeva che il taglio degli stipendi ai manager voluto da Brunetta partisse «a decorrere dalla scadenza dell’ultimo dei contratti stipulati entro il 30 giugno 2008». Cioè nel 2013. Campa cavallo…

MASSIMILIANO SCAGLIARINI