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Tutto ok. A Vieste sembra tornata la calma dopo le misure di sicurezza

La quiete dopo la tempesta. Da dieci giorni, dopo il vertice in Prefettura, a Vieste si è arrestata l’ondata di criminalità che ha investito la capitale delle vacanze del Gargano. Dopo tre mesi di autentico Far West, con automobili incendiate e strutture turistiche danneggiate quasi ogni notte, improvvisamente tutto si è congelato. Da un paio di settimane a questa parte, qualcosa sembra aver cambiato Vieste, vuoi per il rinforzo delle unità dei Carabinieri e Guardia di Finanza, l’annunciato raddoppio del sistema di video sorveglianza all’inasprimento delle pene per le infrazioni del codice della strada, vuoi per le indagini degli organi di competenza che sembrano essere al nocciolo del problema. Sembrerebbe che gli investigatori ipotizzino, che questa ondata di recrudescenza di criminalità; che ha colpito soprattutto gli operatori turistici, sia figlia di una scissione della delinquenza locale, con il nuovo clan che avrebbe compiuto azioni dimostrative per accaparrarsi le guardanie,
garantendo le incolumità delle strutture. Gli operatori turistici, però, non proferiscono parola, affermando che “ora è solo tempo di lavorare, perché la stagione estiva
è alle porte, e bisogna far trovare le strutture pronte per ospitare i turisti”. Dopo l’ennesimo vertice in Prefettura, avvenuto martedì mattina a Foggia, gli amministratori e gli imprenditori viestani, sono ancor più restii a parlare, ma, tra le righe, lanciano segnali di relativa tranquillità, dai quali lasciano intendere che le forze dell’ordine sono con il fiato sul collo degli artefici degli atti delinquenziali dei mesi scorsi.
Anche da un reportage in città de l’Attacco, la situazione sembra davvero cambiata, e non solo in apparenza. Il presidio delle forze dell’ordine (non solo carabinieri e finanza, ma anche vigili che non permettono neanche per un istante il parcheggio in doppia fila) è più massiccio, e si nota chiaramente che un vero e proprio giro di vite è stato dato. Anche tra i commercianti, i cittadini e i turisti, si raccolgono istituzionali no comment, perchè c’è voglia di lasciarsi alle spalle mesi difficili, per guardare con rinnovato ottimismo all’estate, sperando che non si debba più avere a che fare con situazioni spiacevoli. Per strada, nessuno conferma o smentisce,la pista del racket delle estorsioni, ma molti avvallano l’ipotesi del disagio economico che sta devastando il tessuto sociale locale. “Cìè troppa droga in giro e poco lavoro – dichiara un edicolante. Ma la colpa è anche di questa nuova generazione che vuole tutto e subito senza far sacrifici. Per la mente di nessun ragazzo passa l’idea di fare un lavoro umile, come scaricare le casse dell’acqua, in attesa di periodi migliori, come facevamo noi in passato”. Un’altra versione dei fatti la racconta una guardia giuratarata. “Gli operatori turistici devono avere il coraggio di parlare, altrimenti le forze dell’ordine non riusciranno mai a mettere fine al problema delinquenza a Vieste. Proprio gli imprenditori turistici, vogliono la botte piena e la moglie ubriaca, perché vogliono sicurezza per le proprie strutture senza mettere vigilanza privata, affidandosi alla sola polizza assicurativa – aggiunge-. Comunque, al di là di tutto,la colpa è dell’indulto, perché prima di quel provvedimento, c’erano solo, di tanto in tanto, le azioni di ragazzi disagiati. Credo che per i delinquenti che si sono resi protagonisti degli atti dei mesi scorsi ci debba essere un metodo di giudizio severo sul modello americano dove la Legge è Legge e chi sbaglia paga. Una visione d’insieme dell’attuale situazione viestana, prova a darla Paolo Rosiello, imprenditore turistico. “E’ difficile dare un giudizio, perché solo le forze dell’ordine possono capire il futuro E’ da stabilire se
si tratta di una criminalità semplice o complessa ed organizzata. Le uniche cose certe che posso constatare, è che si tratta di fenomeni ciclici, che potrebbero anche dipendere da problemi legati alla disoccupazione e disagio sociale – aggiunge -. La soluzione migliore al problema, è un efficace e permanente coordinamento delle forze dell’ordine. Infatti, quando notiamo il potenziamento della squadra dei carabinieri, ci sentiamo più sicuri. Mi auguro, che tali accorgimenti siano presi anche durante l’inverno e non solo d’estate”. Sulla tesi della scissione della criminalità locale, Rosiello non usa mezze parole per smontare il tutto.
“Questi sono solo fatti da fiction, assolutamente non plausibile. Siamo alle prese con una criminalità normale. Mica siamo a Scampia o al quartiere Zen di Palermo. E’ solo un pettegolezzo non attendibile, perché mai nessuno dei miei colleghi ha accennato a questa problematica. Piuttosto, ci aspettiamo risposte ufficiali dal Prefetto e dalle forze dell’ordine, che stanno lavorando su Vieste dall’autunno 2007- sottolinea-. Non sarebbe ingiusto scaricare tutto l’onere sulle amministrazioni pubbliche e forze armate. Anche noi imprenditori privati, dobbiamo prevenire il verificarsi si certi episodi, soprattutto a danno dei turisti. Ad esempio, nella mia struttura,  nelle ore in cui gli ospiti sono al mare, c’è personale di servizio che fa ronde per evitare che i delinquenti si introducono nei bungalow per rubare – conclude. Io propongo come deterrente, oltre al raddoppio della vidosorveglianza e ai presidii delle forze dell’ordine, l’educazione dei ragazzi alle bellezze e alle potenzialità del territorio, facendogli capire che se fanno male al loro territorio, arrecano danno all’economia e pregiudicando il loro stesso futuro. Bisogna ricomporre tutti i pezzi del dilaniato tessuto sociale locale, perché prevenire è meglio che curare”.

Matteo Palumbo
L’Attacco