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La taskforce dei Sistemi Turistici Locali in un convegno dell’assessorato provinciale

Turcato: “dev’essere una cabina di regia e non una selva di consigli di amministrazione”

 

Il Sistema Turistico locale dev’essere uno strumento di governance del territorio, e non un modo per intercettare finanziamenti, altrimenti rimanga tutto com’è”. Il monito arriva direttamente da Giuliano Turcato, esperto in sistemi turistici locali, intervenendo nel corso del convegno Sistemi Turistici Locali. Punti di forza e criticità”, organizzato dall’assessorato provinciale al Turismo, al quale sono intervenuti
l’assessore provinciale al Turismo, Nicola Vascello, Bruno Bernardi, Ordinario della Facoltà di Economia dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, Eugenio Magnani, Direttore Generale ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo, Isabella Varrasso, Preside della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Foggia ed Eliseo Zanasi, Presidente della Camera di Commercio di Foggia. L’incontro, finalizzato a fare il punto della situazione in vista dell’imminente costituzione dei Sistemi Turistici Locali della Puglia, ha visto anche la presenza degli operatori turistici del Gargano, curiosi di capire il futuro del settore. Ma, Turcato, con un intervento nudo e crudo, ha sferzato tutte le velleità degli stessi operatori. “L’Stl, non è obbligatorio, ma una volontaria adesione ad un progetto di sistema. Se si pensa il contrario, è meglio rimanere così come si è oggi, perché l’Sti, può essere uno strumento di successo, ma anche una zavorra. Infatti, si parla di strumento di valorizzazione di un ambiente omogeneo, che al tempo stesso vuole essere prepotentemente integrato, cercando i minimi comuni denominatori-aggiunge-. L’Stl, non è un modo per dividere soldi tra gli operatori, e scaldare sedie di consigli di amministrazione. L’imprenditore si deve riconoscere nel progetto, e deve sapere che non si ricava denaro, anzi vanno fatti investimenti privati. Non a caso, gli Stl di successo, sono collocati in territori ricchi (vedi il Veneto). Il concetto che è alla base di tutto, è che si tratta di costituire una rete prepotente di vendita del prodotto in maniera comune, e solo battendo questa via, il Gargano si schioderà dai dati negativi, come la capacità delle struttiire ricettive di lavorare(solo il 28%),e il ritorno del turista che non avviene perché manca l’accoglienza e l’ospitalità”. Turcato, non ha lesinato a mostrare il nervo scoperto del settore turistico garganico. “Il rapporto pubblico-privato, non dev’essere a senso unico. E qui faccio ancora riferimento al fatto che nell’Sti, non si riceve nulla, ma si deve investire. Inoltre, bisogna capire i veri bisogni del turista, perché siamo noi che ci dobbiamo adattare a loro, e non viceversa. Una concetto fondamentale, è quello che senza agricoltura non ci può essere turismo, e la Capitanata, sotto quest’aspetto, parte avvantaggiata-prosegue-. Andare in giro da soli, come singole unità, non serve a niente. Occorre presentarsi con un marchio che identifichi un territorio, come può essere quello del Gargano, della Puglia e dell’Italia. Bisogna far vivere al turista le nostre emozioni, renderli protagonisti del territorio, e non più spettatori, perché la gente viaggia per ritrovare sé stessa sottolinea-. E’ fondamentale avere un fronte/line (vigili urbani) qualificato e che sia multilingue. Gli operatori turistici devono conoscere l’inglese come il Padre Nostro, perché questo settore è fatto di sfumature, e anche una postura sbagliata può compromettere il rapporto con il cliente. L’Stl è una macchina da guerra da 600milioni di euro. Per questo bisogna fare una brutale scrematura delle adesioni, capire la formula di aggregazione (consorzio pubblico? privato? misto?), fare un’aggregazione di programma a rticolare e delineare la catena del valore(cosa vuole il cliente?), fare formazione con modestia perché non si finisce mai di imparare, costruire il marchio e regole, creare canali distributivi decisi ed aggressivi con Regione ed Enit”. Infine, Turcato indica la via da intraprendere nell’immediato. “L’Stl dev’essere una cabina di regia e non una selva di consigli d’amministrazione. Serve una taskforce di persone capaci di dare sviluppo e valenza alle tante strutture ricettive, che devono lavorare nove mesi l’anno, e non uno. Bisogna diversificare l’offerta, mettendo il cliente al centro dei processi, eliminando l’gli interessi personali. Ci sono posti nel mondo che sono dei must del turismo, eppure hanno molto meno del Gargano. Il loro successo è frutto dell’organizzazione e della la programmazione-conclude-. Tre di esempi su tutti. La Bretagna, Costa del Sole Riviera del Garda. Il primo territorio, fa turismo balneare nove mesi l’anno, eppure, non hanno un mare ed un clima eccezionale, ma hanno saputo diversificare l’offerta (esempio campi da golf), mettendo il turista a proprio agio facendolo vivere e mangiare bene. Stessa cosa è stata fatta in Costa del Sol, invece, sul Garda hanno avuto la brillante idea di aprire un parco divertimenti per tutti i gusti (Gardaland) che ogni anno registra 4 milioni di turisti”.
Matteo Palumbo
L’Attacco