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Agrimercato a Foggia un modello che piace

Un sistema di spesa a bassocosto grazie alla filiera corta.

 

Partito in sordina, adesso il modello degli «agrimercato» piace ai consumatori foggiani. L’hanno scoperto buoni ultimi, si potrebbe aggiungere, in altre città i farmer’s market (come si chiamava anche qui, prima che la declinazione anglosassone potesse distogliere) sono prassi consolidata. Meglio tardi che mai. Però la Coldiretti è così entusiasta che vorrebbe ora replicare. Non uno bensì altri due agrimercato in città. Nei giorni scorsi il direttore, Giuseppe Scagliola, ha visitato insieme a un funzionario del Comune l’area mercato di piazza Padre Pio, da decenni abbandonata anche dopo i lavori di ristrutturazione eseguiti qualche anno fa. L’organizzazione agricola resta però attratta anche dal cubo di via Telesforo, il capannone di fronte alla sede della nuova Provincia. Ma lì a quanto pare sembra più difficile trovare una soluzione, nonostante l’area sia desolatamente abbandonata al suo destino. Insomma la macchina organizzativa dei mercati ortofrutticoli a basso costo è in pieno movimento.

«A settembre – dice Scagliola – contiamo di aprire la struttura incastonata dentro Parco San Felice, un’area interna di 330 metri quadri che sarà interamente dedicata alle attività ludiche dei bambini». Coldiretti, in collaborazione con le scuole, già da qualche anno promuove le masserie didattiche in giro per la provincia. Ma a Parco San Felice questa attività troverà una struttura stanziale, «con tanto di cortile interno per gli animali e prodotti freschi di giornata portati dai nostri agricoltori».

L’obiettivo è quello di coinvolgere i bambini in una sorta di attività di confezionamento dei prodotti: «Li potranno portare a casa, in modo che sarà la loro mamma a doverli cucinare». Per ristrutturare l’«orto», prossimo venturo, di Parco San Felice, Coldiretti costituirà a breve una società con l’Università di Foggia e lo stesso agrimercato. «Anche il Comune, se lo vorrà – dice Scagliola – potrà aderire». Per il momento c’è stato il passaggio di consegne dell’immobile, dal Comune a Coldiretti, indicato come nuovo gestore. «Il soggetto terzo che costituiremo parteciperà a un bando pubblico perchè pensiamo così di finanziare la ristrutturazione del locale».

Intanto il modello agrimercato sembra condividere in pieno le richueste dei consumatori: prezzi bassi, ma non a discapito della qualità. Le massaie, prima guardinghe, oggi si aggirano a passo spedito tra le nove bancarelle di via Pinto e vanno a fare la spesa sicure che il risparmio è garantito. L’altro giorno una signora era incredula davanti alla bancarella delle ciliegie a 1,80 euro al chilo. «Nemmeno per strada le vendono a tanto – il suo commento – non ho mai pagato le ciliegie a meno di 2,20-2,50».
Stessi commenti si ascoltano anche sulla frutta e verdura di stagione. E gli agricoltori, sornioni, sorridono: se l’obiettivo dell’agrimercato era quello di dimostrare che la speculazione non si aggira in campagna, difficile con certi prezzi non risultare convincenti.