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La stagione balneare/ Fa discutere l’ordinanza della Regione. Per i gestori ci sono troppe regole

Divieto di giocare a palla in acqua, di passeggiare in spiaggia col proprio cane al guinzaglio, di ascoltare musica sotto l’ombrellone. Sono alcuni delle regole divieti che, in nome della tranquillità generale, costringeranno i bagnanti delle spiagge puglie- sia modificare alcuni consolidati costumi. Con l’avvio della stagione estiva, infatti, una nuova “ordinanza per il turismo e le strutture balneari” è stata concordata tra la Regione Puglia e gli operatori del settore. Il documento ha due obiettivi. Da una parte detta delle regole di convivenza civile per i turisti in spiaggia durante la stagione estiva, che va dal 15maggio al 15 settembre. Dall’altra stabilisce dei limiti nell’utilizzo del demanio pubblico da parte dei gestori dei lidi privati. Tra le regole di comportamento, la novità di quest’anno è che non si potrà più giocare a palla, in spiaggia ma anche in acqua, per non infastidire il vicino e scongiurare incidenti. Niente racchettoni sulla battigia. Rinnovato il divieto d’accesso al mare per gli animali domestici, salvo diverso accordo con i sindaci e con le Asl. E’questo il limite che crea maggior imbarazzo agli operatori del settore, come spiegano «Spesso ospitiamo turisti stranieri che viaggiano con i loro animali domestici. Non sappiamo cosa dire loro quando ci chiedono dove dovrebbero lasciare il loro cane. In Francia o a Monaco queste regole non esistono». Addio anche alle grigliata in spiaggia o alle abbuffate parmigiana in riva al mare: vietato accendere fuochi e consumare cibi, per ragioni di sicurezza, di igiene e di buon vicinato. La musica è completamente bandita dalle 13.30 fino alle 16, mentre nelle altre fasce orarie i turisti si accontenteranno del juke box del bar, la cui intensità di volume sarà comunque moderata. Si tratta di regole che alcuni operatori turistici giudicano opinabili e talvolta fuori luogo. Trovandosi nel difficile ruolo di controllori, si chiedono come fare a spiegare a un bambino in acqua che non può giocare a palla. Tutte queste regole valgono sia per gli stabilimenti privati sia per le spiagge libere. E se gestori, istituzioni e cittadini concordano sul principio che le spiagge sono patrimonio di tutti, le regole per il libero accesso al mare sono spesso origine di disaccordo. L’associazione dei consumatori Adiconsum da anni raccoglie le proteste di alcuni cittadini che si sono trovati a pagare per passare attraverso un lido privato e raggiungere il mare o che sono stati allontanati mentre passeggiavano sulla battigia di un’area attrezzata. Anche su questo argomento l’ordinanza regionale stabilisce regole chiare: l’accesso al mare è un diritto libero e gratuito, perciò cittadini e turisti possono attraversare i lidi privati e sostare sulla battigia, uno spazio di cinque metri a partire dal punto in cui si infrangono le onde. Si tratta di un’area di transito su cui il concessionario non vanta diritti, ma che il cittadino non può ingombrare con ombrelloni e sedie sdraio.