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Pd Vieste. “il Comune fa perdere fondi per il porto”

“La sindaca fa perdere al comune di Vieste fondi Por per € 743 mila creando un ulteriore danno di circa € 200 mila euro per perseguire una politica di inquinamento e saccheggio della costa e del mare”.

 

Nel 2004 il Comune di Vieste ha predisposto un progetto per il miglioramento
delle strutture a servizio della pesca, che consisteva nella realizzazione di
manufatti da destinare al mercato ittico, l’abbattimento del muro paraonde, la
creazione di un parcheggio, l’allargamento ed attrezzamento della banchina, la
realizzazione di servizi igienici (impianto fognario) ed altri servizi di messa in
sicurezza, ivi compreso l’impianto antincendio.
In seguito allo stanziamento dei fondi da parte della Regione Puglia (fondi POR),
nel 2008 sono stati affidati i lavori (iniziati a maggio) per la realizzazione delle
opere murarie per l’importo di circa 450 mila euro. La misura del POR Puglia
prevedeva la realizzazione delle opere entro fine 2008, termine poi prorogato a
maggio 2009.
I lavori sono stati sospesi a fine maggio 2008.
Ad agosto del 2008 la Regione Puglia, a seguito di un sopralluogo effettuato con
l’ausilio dei Carabinieri, ha chiesto chiarimenti al Comune relativamente alla
realizzazione dei manufatti in cemento armato sul molo sottoflutto all’interno del
porto di Vieste (San Lorenzo), in area prospiciente l’Ufficio Circondariale
Marittimo, in quanto dalle indicazioni esposte si evinceva che le costruzioni erano
state autorizzate dal Comune di Vieste nel mese di marzo, mentre non risultavano
le informazioni sulla natura delle opere e sulla loro destinazione, ma soprattutto
sull’iter di approvazione, atteso da un primo esame che le opere risultavano in
stridente contrasto con le vigenti disposizioni in materia urbanistica e
paesaggistica.
La Sindaca anziché adoperarsi per ricercare una soluzione a tutela dell’intervento e
dei relativi finanziamenti, riscontra la comunicazione regionale dicendo che tutto
era a posto.
A fin ottobre la Regione Puglia ha ordinato la sospensione dei lavori di costruzione
dei manufatti di natura privatistica realizzati ed il pristino stato del sito demaniale,
avendo riscontrato una indebita variante del Piano regolatore del Porto per vizi di
procedura (assenza delle prescritte autorizzazioni) e per violazioni di legge e
difformità della tipologia delle opere (assenza di compatibilità urbanistica e della
facile amovibilità). Contestualmente la Regione Puglia si è resa disponibile ad
attivare ogni utile tavolo di lavoro, al fine della localizzazione dei manufatti in
altro ambito del porto ovvero nelle contigue aree demaniali marittime.
La Sindaca (ri)decide di non ricercare una soluzione, riscontra l’ordinanza
regionale ribadendo che l’autorizzazione era di competenza del Comune. A ciò ha
fatto seguito la ingiunzione – diffida del Dirigente del Servizio demanio e
patrimonio della Regione Puglia del 27 febbraio con la quale si è ingiunto e
diffidato il Comune di Vieste ad abbattere i due manufatti in costruzione
all’interno del porto di Vieste perché “illegittimamente realizzati”.
Solo a fine aprile 2009 la Sindaca fa proporre al Comune di Vieste ricorso al TAR
contro i provvedimenti di demolizione e fa riprendere i lavori (da rendicontare
entro maggio), incaricando per la difesa del Comune un legale “esterno” che risulta
anche controparte della società AURORA nel giudizio amministrativo relativo al
completamento e gestione del Porto turistico.
E’ chiaro che con la ripresa dei lavori l’obiettivo è stato quello di creare maggiore
disagio sul porto peschereccio con l’abbattimento del muro paraonde che protegge
dai venti settentrionali le imbarcazione da pesca e le motonavi dirette alle Tremiti
ed ulteriori problemi alla viabilità ed ai servizi in ambito portuale.
Il TAR nel frattempo aveva fissato l’udienza di discussione del ricorso presentato
dal Comune per il giorno 28 maggio u.s.
La Sindaca, il 27 maggio, il giorno prima dell’udienza, avendo contezza della
infondatezza del ricorso presentato, riunisce la Giunta per far deliberare la
prosecuzione dei lavori oltre il termine stabilito dal finanziamento regionale,
destinando a tal fine il mutuo di 380 mila euro già destinato alla ultimazione del
“mercato coperto”.
La variazione di bilancio è di competenza del consiglio comunale e solo per
ragioni di urgenza può essere deliberata, salvo ratifica entro 60 giorni, dalla
Giunta. Ma, nel caso di specie, l’impossibilità di ultimare l’opera entro maggio era
conosciuta quando è stato approvato (aprile 2009) dal Consiglio Comunale il
bilancio di previsione ed il piano triennale delle opere pubbliche.
In conclusione la Sindaca non è stata capace di utilizzare un finanziamento
regionale e di trovare una allocazione per i manufatti realizzati abusivamente. Ciò
ha provocato un mancato introito da parte del Comune di 743 mila euro ed un
danno ulteriore di circa 200 mila euro per la realizzazione e demolizione dei
rustici, per pagare la sanatoria relativa al parere della dogana e per spese legali,
spese tutte che secondo Lei resteranno a carico dei cittadini viestani.
L’11 giugno u.s. il TAR Puglia ha pronunciato la Sentenza n. 1455 con la quale ha
respinto il ricorso del Comune di Vieste, confermando l’orientamento anche
giurisprudenziale della competenza regionale in materia di rilascio della
concessione di beni demaniali richiesti nell’uso del Comune, così come prevede la
L.R. 17/2006, condannando il Comune al pagamento delle spese di lite in favore
della Regione per circa euro 4.000.
Inoltre, va considerato che la flotta peschereccia di Vieste è costituita da tre
motopescherecci e poco più di dieci barche. Per cui nasce spontanea la domanda:
ma a cosa servono i due manufatti realizzati, considerato anche che non è stata
individuata l’impresa che li dovrà gestire ed a quale fine. Molto probabilmente si
sta continuando con il modello di costruire manufatti a spese della collettività per
essere destinati successivamente a fini privatistici. Forse il progetto vero è quello
di affidare a “qualcuno” un ristorante panoramico?
Questa è la politica demaniale del Comune di Vieste.
Si sta perpretando una strategia a danno del demanio marittimo di Vieste che
costituisce la risorsa più importante per il turismo, che vede la Sindaca a fianco di
chi sta contribuendo all’inquinamento ed al saccheggio della costa e del nostro
mare. Basti pensare alle vicende del Porto turistico, alla “copertura” di abusi
perpretati con la realizzazione di trabucchi abusivi destinati ad attività commerciali
con lo spostamento di lidi e di massi a protezione della costa.
Tutti gli atti che sono stati verificati dalla magistratura sono risultati illegittimi
(bando di gara del porto, autorizzazioni porto peschereccio). Restano da verificare
gli atti relativi ai trabucchi abusivi ed allo spostamento del lido balneare e dei
massi a San Lorenzo.
Con il decentramento delle funzioni demaniali dalle regioni ai comuni il controllo
degli atti è di competenza dei vigili urbani, che a loro volta sono diretti dalla
Sindaca.
I dubbi sull’attività amministrativa del Comune di Vieste aumentano.
Il Segretario Cittadino: Mauro Clemente
P.S. Comunicato descrittivo a causa della impossibilità di essere intervistato dai
media locali sull’argomento porto (turistico e peschereccio).

 

Il Segretario del Pd non può certo alludere ad Ondaradio, che solo 10 giorni fa ha dedicato al tema del porto una trasmissione intera, tuttora postata su questo sito, dove  Clemente ha partecipato esprimendo compiutamente le proprie convinzioni, in corretto contraddittorio, com’è nella tradizione di questa testata.