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Da oggi monsignor D’Ambrosio è “cittadino” viestano

D’Ambrosio, dopo le cittadinanze onorarie conferite a Manfredonia e Cagnano Varano, questa mattina otterrà anche quella di Vieste con una cerimonia che si svolgerà alle ore 11,00 presso il Municipio.

D’Ambrosio si insediò nella diocesi garganica ‘8 marzo 2003.’Prima aveva guidato quella di Termoli e poi quella di Foggia. Ora andrà a Lecce. Di certo quattro diocesi in 15 anni è un piccolo primato. Nel 2003 lo sguardo era rivolto a Napoli verso un incarico con color porpora cardinalizia. Così non fu ed arrivò sul Gargano. Prossimamente sarà ancora in Puglia, nel Salento.

L’intervento del sindaco Ersilia Nobile……

 

Eccellenza Reverendissima,

siamo particolarmente lieti di averLa qui con noi, in questa solenne occasione, per conferirLe, nella cornice più consona e degna, la cittadinanza onoraria di Vieste.

 

E’ un conferimento davvero speciale e molto particolare, che trova il suo significato in molteplici direzioni.

 

Nasce soprattutto da un legame che ha unito, unisce ed unirà ormai, indissolubilmente questa nostra città con la sua illustre figura; un legame cementatosi giorno dopo giorno, lungo i sei anni di ministero episcopale, che Lei, Eccellenza, ha svolto con esemplare spirito di servizio a favore di questo Comune e degli altri comuni della diocesi. Senza discriminazione alcuna e con uno sguardo di immensa carità che non ha tolto agli uni e non ha fatto mancare niente agli altri.

 

Eccellenza, noi siamo felici, ma nello stesso tempo anche tristi, laddove per tristezza, nel caso che La

 

 

riguarda, si deve intendere “minor letizia” e non certo “mancanza di letizia”.

 

 

Siamo felici, perché la sua nomina ad Arcivescovo metropolita di una città bellissima come Lecce, Le vale un grande riconoscimento da parte di Sua Santità Benedetto XVI, poichè una grande città, con tutta la sua complessità, con tutte le sue contraddizioni di questi nostri tempi moderni, richiede indubbiamente una missione pastorale ancor più articolata, da affidarsi solo a chi ha indubbie qualità, carisma e capacità per poterla condurre in maniera esemplare.

 

Noi tutti, in quest’aula, consapevoli dello spessore del  riconoscimento conferitoLe dal Pontefice, non possiamo che formularLe i migliori e più calorosi auspici per la missione nella terra salentina di Lecce, che sia fruttuosa e lungimirante come lo è stata quella nella nostra terra e che Le valga l’affetto e la considerazione che ha qui da noi raccolto.

 

Dicevo però che siamo anche un po’ tristi, nel senso di ritrovarci “meno lieti” di fronte alla notizia della Sua partenza da questa nostra Diocesi, perché abbiamo riconosciuto nella Sua figura i tratti di un presule, davvero accompagnatore delle nostre vite,

 

 

immedesimato “nella carne e nello spirito” della nostra comunità, che Le vale certamente il pieno riconoscimento di “Nostro Pastore”.

 

Sei anni di permanenza qui con noi, sono volati, ma visti da questo nostro presente, formano un passato che non si dimentica facilmente e che richiede uno sguardo ed una memoria di rara intensità emotiva.

Non possiamo infatti, non ricordare, in questa solenne cerimonia, le molteplici occasioni formali ed informali attraverso le quali si è pienamente percepita la Sua mano tesa paterna ed accompagnatrice, al servizio di noi tutti, rappresentanti delle istituzioni e di tutte le persone che l’hanno invocata ed alle quali Lei non l’ha mai negata.

 

Come Sindaco, ho avuto l’onore di condividere con Lei, i momenti di solennità, ma anche i momenti di colloquio interiore e di lieta familiarità.

 

Da Lei Eccellenza, mi sono sempre sentita accompagnata, richiamata, educata, compresa fino al punto di sentirmene responsabile nello svolgimento del mio mandato, ed al cospetto di tutti i cittadini ho nutrito sempre la consapevolezza di essere depositaria

 

 

del suo sguardo e di infonderlo verso tutte le responsabilità che afferiscono alla mia funzione istituzionale.

 

Come persona, sento pervenire dal profondo del cuore e di doverli esprimere apertamente, in una così

 

solenne occasione, i sentimenti della più fervida gratitudine per il conforto e il richiamo alla inflessibile speranza da riporre nella fede in Cristo Gesù, che Lei mi ha assicurato in occasione dell’inenarrabile dramma familiare che ha colpito mio fratello Carlo. Mi creda, la Sua presenza in quei momenti fu di valore inestimabile. Nel buio di quel dramma esistenziale, Lei mi ha porto la fiaccola della speranza ed è per questo che non mi sono smarrita nei meandri di quella insostenibile sofferenza. Io gliene sarò sempre grata. Grazie di cuore, Eccellenza.

 

Come Le partecipavo all’inizio di questo intervento, la città di Vieste ha consolidato un indissolubile legame con Lei, Eccellenza. Non poteva che essere così.

 

Quando ognuno di noi ha scrutato il Suo sguardo, la Sua preghiera e la Sua devozione di fronte al venerato simulacro di S. Maria di Merino, non ha potuto fare a meno di constatare che quello sguardo era lo stesso, nell’intensità, nel fervore, nella supplica, di quello che ogni viestano indirizza alla Sua Santa Patrona per depositargli il suo anelito di fede ed ogni desiderio di bene per la propria vita e per quella degli altri.

 

La sua presenza ha significato molto per far rivivere il culto mariano qui a Vieste e per rappresentarlo a

 

quelle nuove generazioni sottoposte alla tentazione di quel relativismo, che sottrae il significato vero al senso dell’esistenza ed alle quali solo il richiamo alla tradizione mariana può fornire loro un aiuto che sia aiuto vero.

 

Oggi quel simulacro, custode di memoria e di devozione nei secoli è stato recuperato, sottratto al logorìo del tempo con un mirabile intervento di restauro. E questo lo dobbiamo grazie al Suo impegno, al suo continuo richiamo, che ci ha spronato a moltiplicare gli sforzi di noi tutti, perché la bellezza di Maria di Merino è la bellezza di tutta Vieste, la bellezza del cuore di Noi tutti, che deve perpetuarsi nei tempi presenti e futuri.

 

 

Lei, devotissima Eccellenza, solo apparentemente ci lascia, in realtà sappiamo che comunque ci porta nel cuore e che dovunque la sua missione La chiamerà, custodirà sempre il ricordo, l’affetto, la familiarità che questa nostra città, in tutta la Sua comunità intera,  Le ha riservato.

 

Continui pure il suo viaggio pastorale, Le saremo vicini, come Lei è stato a Noi vicino, senza mai dimenticare il Suo esempio.

 

 

Grazie di cuore ed ogni lieto auspicio nella fede che ci accomuna.

 

La ringrazio e ringrazio Voi tutti per l’attenzione.

 

Dalla Residenza Municipale, Addì il 15 di giugno dell’anno 2008

 

Ersilia Nobile

Sindaco di Vieste