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Torremaggiore/ Il calvario della famiglia Orlando: chiediamo una degna sepoltura

Un tragico destino che non trova ancora epilogo. Un corpo che giace in una cella frigorifera dell’obitorio di San Severo. Da mesi, esattamente da 4. Dal giorno in cui il cadavere venne ritrovato alla periferia della città. Casualmente da un gruppo di operai che lavoravano in un cantiere. Era dilaniato dai cani randagi. Era il 25 febbraio scorso. Da allora ha inizio il calvario della famiglia Orlando. Anzi dal 3 dicembre del 2008, quando Antonio Orlando pensionato di 78 anni malato di Alzheimer si è allontanato dalla sua abitazione a Torremaggiore e non vi ha fatto più ritorno. Ora la moglie e i figli chiedono solo una degna sepoltura. Esequie non ancora celebrate. La tribolazione ha inizio il giorno successivo al suo ritrovamento quando i familiari vennero chiamati per un sommario e macabro riconoscimento. "Il corpo era in avanzato stato di putrefazione, mio padre era irriconoscibile – ci racconta una delle due figlie dell’uomo. Ma gli abiti erano i suoi. Ci hanno detto che per risalire all’identità del corpo era necessario l’esame del dna. E proprio lo stesso giorno – prosegue la donna – è stato prelevato un campione di tessuto organico dal corpo di mio padre, per poi inviarlo al genetista. Un tessuto che avrebbero dovuto confrontare con un campione di sangue prelevato da me e da mia sorella. Ma questo prelievo – ci racconta – è stato effettuato solo a maggio. Ed ora siamo ancora in attesa che venga effettuata la comparazione. Nel frattempo – la donna esausta ci riferisce con un filo di voce – non c’è stato modo di riavere indietro il corpo di mio padre, violando, così, ogni dignità umana’. Del caso se n’è occupata anche "Penelope Puglia" l’associazione dei familiari e amici delle persone scomparse. "Non c’è più rispetto dei morti e, a questo punto, neanche dei vivi – afferma il presidente dell’associazione Annalisa Loconsole. Da allora – prosegue la stessa – la salma di Orlando giace nell’obitorio e, siccome non vi è ipotesi di reato, il PM non ha ancora disposto l’esame del DNA. Loconsole ricorda, così come aveva già fatto durante un’audizione in Senato che ‘le persone malate di Alzheimer o con deficit cognitivo, in Italia, sono 500,000 e che la fuga è insita nella patologia. E’ necessario che queste persone siano monitorate con localizzatori satellitari, microchip a carico dell’Azienda sanitaria locale’.