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LETTERA APERTA DELL’ONOREVOLE MARINACCI – In dissenso dal suo partito –

Egregio Direttore,
le invio questa lettera aperta che non deve essere intesa, nel modo più assoluto, né come una rinuncia, né come un addio, né come un divorzio dall’attuale formazione politica nella quale milito. Quindi, né come un nuovo passaggio ad altra formazione partitica. Bensì, in essa voglio che traspaia fortissimamente il senso di appartenenza ad un idea che viene da lontano, che ha ragioni, radici e giustificazioni concrete e profonde e non corrisponde alla logica di un eventuale “accaparramento” di poltrone dovuto ad un possibile abbandono dello stesso se la logica della ragione non dovesse prevalere sulla “sete della esigenza” di alcuni uomini che, da tempo, vogliono traghettare l’UDC nella morsa di un abbraccio che potrebbe rivelarsi fatale e letale per la sopravvivenza del partito stesso nel prossimo futuro. È noto, che chi le scrive, ha sempre avuto un alto senso del rispetto istituzionale nei confronti di chi, come me, si impegna in politica in prima persona esponendo a “tiri mancini”, da parte di personaggi senza scrupoli, l’uomo, la sua famiglia, il suo lavoro, i suoi valori, la propria ideologia, le sue radici e, quant’altro possa essere lesivo per la propria immagine.
Rispetto che penso di dimostrare, in ogni momento del “civile e democratico contendere” con colleghi che militano in altre formazioni alternative a quella dell’UDC e nel centro-sinistra in particolare. Perciò quanto di seguito andrò a dire non riguarda nessuno in particolare perché rispetto ogni rappresentante sezionale ed esponente politico che abbia idee divergenti dalle mie.
Certo, però ho delle remore inamovibili che si basano, non su una avversione personale a chiunque militi nel centro-sinistra, ma l’avversione è alla loro idea ed ideologia che è stata, fino ad oggi, pluri-bocciata dalla storia, e che, ogni volta che viene messa in pratica, fallisce i suoi programmi e le sue manovre di governo.
Certo chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Premesso ciò entro nel vivo dell’argomento che riguarda la vita presente e futura della nostra città capoluogo e dell’intera provincia di Foggia a più ampio raggio.
Un anno fa fummo lieti di appoggiare il nostro candidato presidente all’Ente Provincia, il dott. Santaniello e al ballottaggio si fece la scelta di appoggiare l’attuale presidente, on. Antonio Pepe al posto del candidato del centro-sinistra, l’amico Paolo Campo. Il resto è noto.
È pur vero che in politica, come nella vita, c’è un motto che recita :”mai dire mai”.
Penso che affinché tale frase possa essere messa in pratica ci debbano essere, da parte di autorevoli esponenti di forze politiche di ogni estrazione, dei presupposti di convergenza su basi programmatiche di sviluppo di un territorio e non momenti di “ripicca” anche se, probabilmente, giustificata che in determinati momenti annebbia il cervello anche dei più saggi e comporta, poi, al pagamento postumo di danni irreparabili, di fratture insanabili, di “puerili sgambetti” in nome di un orgoglio che, spesso, non si è avuto in altri momenti nel difendere uomini, programmi e idee dello stesso partito. Naturalmente parlo di tutti gli esponenti del nostro partito, scrivente compreso.
In questa tornata elettorale per l’elezione del sindaco della città di Foggia non siamo stati trattati con la dignità che meritavamo da parte di quella forza di centro-destra riconosciuta come PDL.
La bella affermazione che abbiamo conseguita al primo turno con la nostra candidata sindaco, Lucia Lambresa, ci ha visti, però, esclusi dalla lotta finale per la corsa a sindaco della città di Foggia. Indipendentemente dalle umiliazioni subite, da parte di tutte le altre forze politiche antagoniste, ne siamo usciti a testa alta.
Cosa si sarebbe dovuto fare? È riconosciuta la nostra posizione politica che ci vede equidistanti dai due poli di centro-destra e di centro-sinistra ma, comunque, alternativi al centro-sinistra. Una saggia decisione sarebbe stata quella di dire che non credevamo che l’attuale coalizione di centro-sinistra né quella di centro-destra avevano le carte in regola per cambiare le sorti della città di Foggia e, quindi, proprio perché esclusi dalla lotta avremmo dovuto fare un comunicato nel quale si lasciava libero il nostro elettorato di recarsi alle urne e scegliersi il candidato sindaco più adatto a risolvere i problemi della città di Foggia.
Questa analisi non parte da un concetto di “pilatesca memoria” ma da un ragionamento che trova nella logica tale soluzione. Infatti, per ben cinque anni, l’UDC ha fatto una dura opposizione nella città di Foggia alla sinistra che la governava tacciando tutta la classe dirigente politica e governativa di tale area di inconcludenza amministrativa, di immobilismo, di manovre poco chiare nella gestione della vita pubblica, sperpero di denaro pubblico, di gare di appalto poco trasparenti, di allegra gestione delle aziende municipalizzate, di consulenze esterne ad “amici degli amici”, ecc. ecc.
Tali attacchi sono continuati fino alla data della prima tornata elettorale del 6 e 7 giugno. A proposito faccio gli auguri di vero cuore ai nostri tre eletti che sono Pellegrino Pasquale, Nando Frattullino e Alfredo Grassi, i quali erano tutti e tre già autorevoli rappresentanti della vecchia maggioranza che governava la nostra città capoluogo, poi candidati da noi e rieletti.
Delle due l’una, o gli uomini del centro-sinistra foggiano non erano così male accorti nella gestione della vita pubblica della città capoluogo oppure …. si sono pentiti e l’elettorato ha “apprezzato” il gesto e li ha rivotati! Di riflesso c’è stato il “repentino cambio di casacca” dell’amico Santaniello, oggi candidato sindaco per la città di Foggia, il quale ci abbandonò senza preavviso perché aveva avuto sentore che in una fase successiva l’UDC si sarebbe alleato con la sinistra. Senza togliere niente alla “eroica” Lucia Lambresa (donna della destra storica locale che, purtroppo a giorni sarà destinata a salire sui palchi a decantare le lodi della sinistra locale e dell’attuale candidato sindaco, insieme a D’Alema, Franceschini, Vendola ed altri coerenti esponenti della sinistra italiana da Lucia sempre fermamente e tenacemente avversata) se il dott. Santaniello avesse avuto un poco di decisionismo in più nel temporeggiare forse il suo sfidante alla carica di sindaco sarebbe stato… lui stesso! Perché la litigiosità del nuovo soggetto politico di centro-destra non riusciva ad individuare un candidato sindaco tanto da andare a “prelevarlo” in casa UDC!
Da parte nostra altro errore storico! Al di là del gesto poco nobile ma “molto interessato” dell’amico Enrico nell’accettare la candidatura per conto del PDL, come partito noi c’eravamo espressi fino a poche ore prima nel dire che in questo determinato frangente storico il dott. Santaniello era la sola persona a poter aspirare concretamente a diventare sindaco di Foggia, perché aveva tutti i requisiti adatti. Quando Santaniello decise di accettare la candidatura come esponente PDL, alcuni di noi lo aggredirono etichettandolo come un zompafossi, arrivista, inaffidabile ed inadatto a tale ruolo.
Cosa avremmo dovuto fare? Anche se con l’amaro in bocca avremmo dovuto continuare a dire che il nostro candidato sindaco restava, comunque, il dott. Santaniello indipendentemente dal gesto poco nobile e che comunque lo avremmo votato perché la scelta iniziale del dott. Santaniello aveva una matrice UDC.
Cosa è successo? La gente ha giudicato noi e il nostro repentino cambiamento di opinioni nei confronti del dott. Santaniello; ha giudicato in sede di voto l’operato della sinistra foggiana, ha giudicato la componente PDL e i suoi alleati ed ha espresso un opinione, attraverso il voto, del comportamento del candidato sindaco dott. Santaniello. Di conseguenza, ha bocciato noi escludendoci dalla battaglia finale; ha penalizzato il dott. Santaniello che ha conseguito una percentuale di voti inferiore a quella ottenuta dalle liste che lo appoggiano; ha bocciato sonoramente il centro-sinistra locale che non ha superato la soglia del 30% ed ha premiato il centro-destra antagonista e pretendente prossimo a dirigere la vita amministrativa del comune di Foggia.
A dimostrazione che la gente quando va a votare non sbaglia mai!
Altro nostro errore storico! Oggi i “nostri ex militanti” di fronte a questo repentino apparentamento hanno ben da dire e continuare a giustificare che sono andati via dal nostro partito (UDC) perché avevano sub-odorato il prossimo passo della dirigenza foggiana che prevedeva il passaggio e l’alleanza dell’UDC con il centro-sinistra, non solo a Foggia ma, in tutta la Puglia!
Come si può dare torto oggi agli amici Verile, D’Emilio, Longo, Ventura, ing. Longo, Iacovelli, Santaniello compreso e tanti e tanti altri nostri ex militanti che avevano visto, purtroppo, giusto e ben lontano, quale fosse in Capitanata ed in Puglia il nostro prossimo futuro e i nostri prossimi alleati. Ai tavoli istituzionali la politica non si fa né con i se, né con i ma…. spesso, essa diventa freddo raziocinio, perfino momento di calcolo matematico, di collocazione ma se non è di sinistra lì non si va…. neanche con i carabinieri e neanche convinci al ballottaggio il “TUO” elettorato!
AL BALLOTTAGGIO DI OGNI COMUNE D’ITALIA LA GENTE VOTA PER IL SUO CANDIDATO SINDACO, SPESSO FUORI DALLA LOGICA DELL’INDIRIZZO POLITICO DETTATO DAI PARTITI E PENALIZZA CHI HA MAL GOVERNATO IN PRECEDENZA.
Da quanto accaduto in questi giorni tutto lascia presupporre che la scelta di campo operata dal partito dell’UDC foggiano non è casuale, ma risponde ad una logica che vede la stessa scelta operata in quasi tutte le province pugliesi (Taranto, Bari, Brindisi, B.A.T., Foggia e forse prossimamente anche Lecce) di schierarsi con il centro-sinistra. Ciò vuol dire che l’anno prossimo l’UDC non sarà, forse, della partita delle alleanze con il PDL ed altre forze di centro-destra per riconquistare il governo della Regione Puglia. Quindi, sarà alleata di centro con le forze perdenti del centro-sinistra con continui e costanti momenti di sacrificio fatti di voti persi al vento, isolamenti futuri, oppure, i suoi candidati votati alla “morte eroica” come i lancieri polacchi che combatterono, quasi a mani nude, contro i carri armati tedeschi. Con una differenza: in quel frangente si lottava per difendere la patria, qui per chi si lotta? E chi si vuol difendere?
Cosa succede oggi a Foggia? In virtù di tali scelte fatte si andrà a determinare in un prossimo futuro:
1.      la quasi totale fuoriuscita dell’UDC dal mondo della politica foggiana nelle stanze decisionali della città di Foggia e, quindi, il partito e i suoi uomini saranno ininfluenti sulle prossime scelte strategiche per il prossimo quinquennio;
2.      si paventa, con tale atteggiamento, la quasi certa fuoriuscita dalla scena politico-amministrativa dall’Ente Provincia di Foggia del partito dell’UDC con conseguente perdita di visibilità all’esterno per il prossimo quadriennio;
3.      la perdita, quasi certa da parte dell’UDC, della prossima competizione regionale e, quindi, ininfluente determinazione di scelte strategiche a cui il prossimo governo regionale è chiamato fino al 2016;
4.      siamo già fuori da qualsiasi scelta di indirizzo politico nazionale ed europeo.
Egregio direttore, chi le scrive non solo si rifiuta di accettare queste illogiche quanto suicide scelte di campo che non portano il partito ed i suoi uomini coerenti da nessuna parte ma da me sono state contestate civilmente e con ferma determinazione prima ed ora! Sembra quasi che si voglia fare un partito di pochi intimi dove tutto è lasciato alla regia di qualcuno che ha già, in epoche e partiti passati, perpetrato e messo in atto tale piano!
Certo non parlo così perchè ho bisogno di ulteriori poltrone, perché quelle che ho occupato finora e penso con dignità, me le ha attribuite la gente attraverso l’unica arma consentita in un vivere civile: “il voto”.
Parlo così perché posso vantarmi di non essere mai arrivato a barattare né un incarico né una nomina in cambio di altra casacca. Se avessi voluto essere “opportunista” e fare spesso “i grandi salti” li avrei potuti fare già dal lontano ’98 quando abbandonai il CDU perché passato a sinistra con il governo D’Alema rifiutando incarichi di sottosegretario, la sicura riconferma di un ritorno nell’aula di Montecitorio e mi schierai coerentemente con l’attuale presidente Casini che gridava dal grande palco di Piazza di San Giovanni in Laterano: “Mai a sinistra!” e che io ero persona perbene e coerente degna di stima e da prendere come esempio!
Ci sono state ancora tante altre occasioni di scelta, di opportunità e di …. salto e, forse, tutto sarebbe andato a gonfie vele per me, la mia scuola che fu chiusa per soli motivi politici, la mia famiglia, la mia carriera politica e …. perfino per la mia libertà che, in alcuni frangenti, a causa della coerente scelta di campo, mi è stata tolta, in modo infame.
È pur vero che “solo gli imbecilli non cambiano mai idea” ed io posso capire e giustificare tutto e tutti se, in virtù di un idea, molti di noi si muovono nell’ambito di un area politica omogenea e cambiano partito, ma vedere ex fascisti che diventano, all’occorrenza, comunisti o viceversa e tanti di noi che fino ad un minuto prima avevano letteralmente linciato e sbraitato contro un partito, un’amministrazione o verso esponenti dello stesso e poi, un minuto dopo, senza giustificati motivi, abbracciarsi e salire insieme sullo stesso palco mi sembra davvero un atteggiamento poco serio!
Ecco perché di fronte a quanto esposto fino ad ora mi sento in obbligo morale di difendere ancora questo partito e quel simbolo (lo scudo crociato) da chi, in dispregio di una carta costituzionale, di dettati di congressi nazionali che sancivano tutt’altra linea politica ne fa uso e abuso a seconda delle sue esigenze periferiche e nazionali.
Oggi si minaccia una crisi alla Provincia che non si ha la forza di fare! Certo l’attuale Presidente dell’ente Provincia non si dovrebbe sentire più in obbligo verso quegli uomini che, vantando un appartenenza, lo abbandonano durante un percorso iniziato. Quindi, non dovrebbe farsi remore e scrupoli nel revocare quelle cariche e quegli incarichi che fino ad oggi ha fatto mantenere dando ampio spazio di manovra agli uomini dell’UDC. Non è stato l’on. Antonio Pepe a “cambiare rotta” o a venir meno a qualsiasi patto politico. È stata la nostra dirigenza dell’UDC foggiana che ha più volte paventato una crisi che non aveva e non ha modo di essere solo perché si pretendevano “poltrone per alcuni fedeli personali” e non gratificando uomini di lunga militanza nel partito.
È stata la nostra dirigenza foggiana dell’UDC che ha invertito la rotta politica con giro di boa a 180° …. e senza interpellare la base come altre volte aveva fatto. Forse perché non più sicura di avere una maggioranza prospettando scelte di apparentamento con la sinistra.
Certo non sarà senz’altro il prossimo futuro sindaco di Foggia, il dott. Santaniello a piangersi addosso se dopo la leggerezza dell’errore iniziale ha, poi, invitato noi dell’UDC ad un apparentamento postumo, unitamente all’intera segreteria provinciale del PDL, e che l’attuale classe dirigente dell’UDC ha immediatamente rifiutato e anche questa volta senza confrontarsi con la base del nostro partito come altre volte aveva fatto.
Alla luce di queste riflessioni e di questa sofferta ma attenta analisi ed in virtù di un “colpevole silenzio” da parte degli organi nazionali del partito mi sento in dovere di continuare a gridare con tutta la forza della mia ragione che deriva da un convincimento oggettivo proveniente dalle ceneri dei tre partiti centristi (CDU-CCD-DE) che hanno dato origine all’attuale soggetto politico dell’UDC. Che tale partito era nato come forza di democratici cristiani e di centro distinto tra i due poli di centro-destra e di centro-sinistra ma, comunque, SEMPRE ALTERNATIVO ALLA SINISTRA. Quindi, faccio un appello forte e chiaro a tutti gli uomini liberi, moderati e di centro a non permettere più a nessuno di sballottarci, usarci e poi metterci da parte ad opera di pochissimi che vorrebbero determinare le sorti di tanti di noi (e siamo davvero in tanti) che non vogliamo, in nessun modo, allearci dal centro del capoluogo di provincia alle più recondite periferie della Capitanata con le forze del centro-sinistra.
Chi voleva andarsene a sinistra lo ha fatto in tempi ormai lontani questo soggetto politico, relativamente giovane ma dal cuore e dalle radici antiche ha visto e vede una moltitudine di uomini, donne, giovani ed anziani al suo interno fedeli conservatori di una tradizione che ci vede tutti insieme coerenti e alternativi alle forze di centro-sinistra.
Ecco perché non ci stò a questo patto scellerato dell’UDC per la città di Foggia e per la Puglia insieme con il centro-sinistra.
Tutti abbiamo il dovere morale di impedire che ciò accada! Ecco perché la mia diventa una scelta di campo come lo è sempre stata quando questo partito è stato scosso da venti e da idee sinistrorse.
La mia non è solo un’idea astratta ma un percorso concreto che porta lontano e alla continua crescita di questo partito sul territorio provinciale e regionale.
Per questo mi rendo “momentaneamente indipendente” dalle decisioni della segreteria dell’UDC foggiano perché convinto che esse non sono frutto né di un dibattito interno né espressione della maggioranza del partito stesso. Lotterò ovunque affinché tutti gli uomini di buona volontà che militano nel partito insorgano con me per dire basta ad una sparuta oligarchia di persone che stanno portando, in queste ore, il nostro partito, il suo glorioso simbolo e le nostre radici nel baratro di future cocenti sconfitte, imponendo a tutti dei sacrifici inutili oltre che un dispendio di energie che porterà solo umiliazioni che né noi né il nostro partito meritiamo.
Mi adopererò all’interno dell’ente Provincia per rendere più forte ed operativa questa componente politica di centro-destra che insieme con noi sta programmando realmente un territorio per dare, a breve, risposte serie e tangibili all’intera popolazione amministrata.
Quindi, faccio appello ad ogni consigliere provinciale che tiene a cuore le sorti di questa terra e di questa giunta a fare corpo con il sottoscritto affinché i paventati venti di crisi voluti solo da alcuni esponenti del partito diventino venti di sviluppo per la nostra terra di Capitanata.
Ecco perché invito tutti i foggiani a votare Enrico Santaniello sindaco di Foggia perché non c’è un’alternativa a sinistra.
Il centro-sinistra a Foggia ha fallito e la città non può e non deve restare fuori da qualsiasi contesto di sviluppo socio-economico e culturale che in questi anni si è inesorabilmente arenato. Sarebbe una iattura per la città di Foggia e per l’intera Capitanata se Foggia dovesse, per assurdo, riconfermare alla guida della città il fallimentare governo del centro-sinistra.
Quindi mi farò promotore a scongiurare ogni momento di crisi dovuto a cause esterne nell’Ente Provincia affinché alla politica del baratto e della minaccia prenda il sopravvento quella del dialogo e dell’appartenenza.
Ecco perché questa lettera aperta è un profondo momento di riflessione e di rivolta, nel contempo, verso coloro i quali, in quest’ultima fase gestiscono il partito come fosse “cosa loro”.
Ecco perché questa lettera diventa un grido di allarme e di difesa verso quel simbolo e i suoi ideali che, da sempre alternativi alla sinistra, non possono cadere nelle mani di chi ne fa un uso ed abuso quasi personale preferendo a momenti di riflessione che guardano lontano, momenti di alleanze con il centro-sinistra che nessuno al nostro interno vuole e che non possiamo né vogliamo più subire ricatti di “pancotti” già riscaldati altrove e serviti a noi gente di capitanata, seria ed impegnata politicamente.

Nicandro Marinacci