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Peschici/ L’abbazia di Kalena sta cadendo a pezzi

I proprietari non hanno avvisato nessuno tra Comune e soprintendenza e porte “lucchettate”.

 

 L’eterna agonia dell’abbazia di Kalena. Crollato un altro “pezzo” della monumentale abbazia: l’abside della chiesa nuova di Kalena.La scoperta mentre si stava svolgendo la manifestazione “Un drappo bianco a Kàlena per la libertà di Aung San Suu Kyi” (Premio Nobel per la Pace 1991, Premio Internazionale Torre di Belloluogo 2009), nella ricorrenza del suo 64 compleanno, organizzata da Carla De Nunzio, presidente dell’Associazione” Ideale osservatorio” Torre dì Belloluogo (Lecce) e Teresa Maria Rauzino, presidente del Centro studi “Giuseppe Martella” di Peschici.
Il crollo dovrebbe risalire a pochi giorni fa, ma i proprietari non hanno avvisato nè la Soprintendenza dei beni culturali di Bari nè il Comune di Peschici, com’erano obbligati visto che l’abbazia è un monumento nazionale ed è in atto una convenzione con il comune di Peschici, stipulata a settembre dello scorso anno.
La convenzione, firmata dal sindaco, Domenico Vecera, e dai fratelli Martucci, Anna Elisabetta, Maria, Francesco e Vincenzo, proprietari dell’ex complesso monastico benedettino, prevede la durata di quarant’anni. Inoltre, per tutto il periodo, la comunità locale dovrebbe avere la piena disponibilità delle due chiese, entrambe ridotte in uno stato di completo abbandono, tant’è che sono evidenti i guasti che tempo e incuria dell’uomo hanno provocato ad una delle testimonianze storico-religiosa tra le più significative del Gargano.
Possibile, d’intesa con i proprietari, utilizzare anche il cosiddetto “giardino”.
Invece, è successo tutto il contrario; addirittura non è stato consentito di visitare l’abbazia perchè i proprietari, a tutt’oggi, non hanno consegnato le chiavi al Comune.L’assessore alla cultura, Leonardo Di Miscia, ha avuto parole molto dure nei confronti dei Martucci i quali continuerebbero a mantenere atteggiamento di completa chiusura, nonostante che la disponibilità del Comune non sia mai mancata.
Porte “lucchettate” al solo scopo – è stato denunciato – di non far vedere l’altare dei canonici coperto dai detriti e dalle travi di legno crollate.
”Un’abbazia “prigioniera” come lo è Aung San Suu Kyi”: l’unanime grido di dolore e protesta nei riguardi di chi continua a non guardare all’abbazia come patrimonio che va al di là degli stretti interessi di famiglia, essendo un “bene” che è l’espressione di una civiltà che appartiene, non solo al Gargano, ma all’umanità.
I manifestanti hanno dovuto tenere la loro manifestazione nel cortile, e questo solo grazie alla signora Pina Cutolo Martucci.
Enzo Campobasso (”Uriatinon” di Rodi) e Piero Giannini (Associazione Culturale di Peschici “Punto di Stella”) hanno recitato alcune liriche da loro dedicate al millenario cenobio benedettino. Lette anche testimonianze arrivate da ogni parte d’Italia, alcune anche dall’estero.La presidente Carla De Nunzio ha colto l’occasione per consegnare a Teresa Maria Rauzino il riconoscimento “Torre di Belloluogo”.
FRANCO MASTROPAOLO