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“Azzerate i manager delle ASL” Rivolta dei medici di famiglia

Anelli (Fimmg) “Fuori la politica dalle nomine dei vertici. La selezione va basata su criteri oggettivi e prestabiliti”.

 

Azzerare i vertici delle Asl pugliesi – dai direttori generali a quello sanitari e amministrativi – e ricominciare tutto daccapo. Lasciando fuori la politica dalle nomine dei manager, basando la selezione esclusivamente su criteri oggettivi e prestabiliti. E’ quanto chiedono i medici di famiglia che, il giorno dopo la dura lettera degli ospedalieri e le critiche rivolte alla sanità targata Vendola, intervengono a sostegno dei colleghi. Condividendo il documento che ha fatto perdere le staffe all’assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore. «Dov’è la razionalizzazione della rete ospedaliera? Dove sono le dotazioni organiche congrue, idonee a garantire continuità ed efficienza assistenziale, a ridurre il rischio clinico e ad assicurare la congrua funzionalità degli investimenti tecnologici appaltati? Dove la concreta riduzione delle liste di attesa? Dov’è la programmazione sanitaria, sostenuta da condivisi, trasparenti ed operativi modelli organizzativi, da linee guida, da certezze programmatiche, scrivevano polemicamente i camici bianchi. Ventiquattro ore dopo, arriva lo sfogo dei medici di base. «Anche noi – spiega Filippo Anelli, segretario regionale della Fimmg – abbiamo una serie di problemi che vorremmo sottoporre all’assessore, visto che con i manager delle Asl non si riesce a parlare», dice polemicamente. «Ad un anno dalla firma del contratto – prosegue – l’applicazione è carente, se non inesistente. Dalle aziende sanitarie, il medico del territorio viene visto ancora come un corpo estraneo, ci sono colleghi con compiti dirigenziali nelle Asl che non vengono nemmeno ricevuti dai direttori generali. Questa situazione dimostra le difficoltà nei rapporti col territorio». Il segretario regionale ricorda gli obiettivi mancati. «L’assistenza domiciliare – elenca – era e rimane residuale. La maggior parte dei malati cronici continuano a pagare le cure di tasca propria». Anelli, però, ammette anche che piccoli passi in avanti sono stati compiuti. «La Regione – dice – ha mostrato sensibilità, ma non basta». Alle intenzioni – è il suo ragionamento – bisogna far seguire i fatti. «Quando hai a disposizione 102 infermieri ogni 60-100mila abitanti quale assistenza domiciliare vuoi fare», spiega. I medici di famiglia chiedono di poter essere parte attiva del cambiamento e «non controparte, come ancora ci vedono i direttori generali». E poi c’è la questione morale che «è anche una questione politica e non può essere sottaciuta». «La sanità – attacca Anelli – è vissuta dalla politica non come possibilità per curare gli ammalati, ma come campo per aumentare il consenso elettorale. Noi abbiamo fiducia in Fiore, ma è arrivato il momento di ricominciare. Azzerare i vertici delle Asl e fare nomine non più politiche. I criteri devono essere oggettivi, basati sui curricula e le capacità professionali. Abbiamo bisogno di persone indipendenti». Il segretario della Fimmg lancia la proposta. «Manca meno di un anno alle votazioni: sediamoci ad un tavolo e tutti insieme elaboriamo una proposta che consenta di cambiare il sistema».